S2N day37 Gerra _ Santander, 73km 960mD

Tappa corta e abbastanza facile, dislivello ridotto, si arriva presto; sistemo la bici, doccia, birretta e relax in poltrona.
Poi cena semplice ma sostanziosa, birrette, dolce, quattro chiacchiere con Paula, Ruben ed i pellegrini con cui condivido la stanza, diario.
La prima sveglia suona alle 05.00 e il colpevole continua a rinviarla ogni dieci minuti… da copàrlo!
Si alza(no) alle 06.00 e via di sacchetti di plastica, zipper, robe che cadono, apri-chiudi-sbatti la porta.. insomma, tutto il repertorio.
Mi arrendo alle 06.40 e mi alzo, quasi come da programma ma non proprio riposato: puntatina alla toilette, recupero le cose da stivare nel borsone da sella, tiro fuori la bici dalla rimessa e… sorpresa!
Ruota a terra!
Esticazzi, buongiorno!
Smonto, verifico, controllo, sostituisco, pompo e rimonto, affardello: 07.55 e finalmente si può saltare in sella.
Raggiungo in un amen Valdaliga (km01,5), attraverso il rio Capitan, scintillante di riflessi del sole nascente, 500 metri dopo; poi il rio La Rabia (km03,5) e giungo a Comillas, dove sono il primo cliente dell’unico baretto che sta aprendo (08.15 km06): giusto dieci minuti per caffè e napolitana, poi ripartenza e sosta in gasolinera a gonfiare seriamente la posteriore.
Più tranquillo pedalo via, diretto a Liandres (08.35 km09), poi passo Cobreces, dalle chiese policrome rosso crema e bianco azzurro (08.50 km12,5) e continuo a seguire la CA131.
La lascio per una secondaria tra i campi di mais e le vacche al pascolo, avvicinandomi un po’ di più alla costa  e raggiungere Oreña in un chilometro (09.15 km20): perpendicolarmente rispetto alla costa si scorre ora tra i prati ed il mais giovane, per guadagnare il crinale delle colline parallele al litorale.
In un paio di chilometri la strada diventa pista rurale dal buon fondo compatto, con una spruzzata di ghiaia che scorre lungo la costa: mucche al pascolo con vista (solo capi selezionati, massima serietà, astenersi perditempo), il mais fino alle scogliere… la bella discesa si srotola verso le insenature punteggiate dai colorati pullmini dei surfisti (ma oggi si dice Van), per poi correre alle spalle delle colline prima che diventino scogliere.
Sono chilometri divertenti e spettacolari, poi alle 09.40, km24,5, attraverso la carretera e mi butto giù tra i campi e le stalle di Ubiarco, per arrivare a Paparrabias su secondaria asfaltata alle spalle del pueblo (09.55 km26,5).
Incrocio la principale alla fine del pueblo e continuo sulla secondaria, che ora procede in falso piano tra le serre, i cavalli e le case, per ritrovare la principale N531un chilometro dopo, all’entrata di Suances (10.00).
Ancora dieci minuti e 2000 metri tra le strade cittadine ed ecco la ciclabile del rio Saja (10.10 km32), che scorre dapprima nell’area umida, adesso in bassa marea, contornata di canneti, solcata dai tomboli, affollata di uccelli acquatici.
Dopo la zona paludosa sulle sponde, è presente un evidente canale navigabile al centro, segnalato da file di pali infissi sul fondo: poi la zona umida finisce e sulle rive trovano un posto gli imbarcaderi e le darsene da diporto; si incontra poi una zona di vecchie installazioni industriali, minerarie direi, ed un’area con impianti di produzione e di risanamento tuttora in attività.
Una zona di prati e di boschetti, una sorta di parco urbano, precede Santillana del Mar: dal lato opposto, seminascosto dagli alberi, un enorme impianto della Solvay.
Una esile traccia tra le felci permette di abbandonare la ciclabile e risalire al ponte che dà accesso alla riva opposta (10.35 km40): ancora cinque minuti ed un paio di lunghezze e mi fermo al bar del Barrio Obrero per una birra, un panino e venti minuti di break (11.00 km42).
Riparto per stradine, ma in capo ad un quarto d’ora sono nuovamente sulla 611 (11.15 km46) a raggiungere Pielagos (11.25 km48), urbanizzazione tra i prati che ripete lo stesso modulo abitativo semipalafitticolo all’infinito, pare!
Poi conquisto il barrio La Lastra (1135 km50,5) da dove si ridiscende alla carretera: da Puente Arce si sale sulle colline che precedono la città, con pendenze anche abbastanza toste… in più oggi il sole è caldo per la prima volta, da quando sono qui al nord!
Il traffico del sabato è per fortuna moderato, ed è oramai mezzodì  quando la salita termina e raggiungo il Barrio di Maoño (11.55 km54): cinque chilometri praticamente dritti, in doppia corsia tra centri commerciali e aree shopping varie, e sterzo verso il Decathlon, cui arrivo due chilometri dopo (12.15 km61).
Mi bastano dieci minuti per prenotarmi uno scatolone da bici e ripartire, macinare ancora qualche lunghezza urbana, principalmente su ciclabile, e giungere alla playa per le stupide foto di rito: missione compiuta (12.50 km69)!
Poi altra ciclabile, tunel del Pombo recentemente restaurato, ed eccomi all’ostello, alle spalle del Mercado de Puerto Chico (13.15, km73 960mD).
Ovviamente il checkin è alle 15.00: sgancio la bici in terrazza, raccatto le quattro cose fondamentali ed esco in cerca di cibo.
Anche stavolta l’attesa è lunga e mi svegliano a colpi di hamburgesa e patate!
Finito di pranzare torno al Decathlon, che mi tolgo il pensiero: attesa secolare alla fermata, dieci o dodici chilometri a singhiozzo ed eccomi qua… avete un cartone per me?
Prendo al volo un paio di cose che mi servono e via, dall’altra parte della strada col mio scatolone formato gigante!
Giusto giusto, ecco il bus!
Grazie autista, che mi lasci salire con sto coso ingombrante!
Viaggio della speranza nel bus affollatissimo, un po’ di bagarre per scendere, qualche centinaio di metri sui marciapiedi e rieccomi in ostello (17.00): io e lo scatolone facciamo il checkin senza problemi… ma non è finita!
Mi servono nastro da pacchi e roba da imballaggio ma, ovviamente, è sabato pomeriggio ed è tutto chiuso: San Cinese, dammi un segno!
Ed infatti, al primo bazar orientale che trovo, tra i pennarelli colorati e le cocacole ecco magicamente apparire sacchi di plastica e nastri vari… sui cinesi puoi sempre contare!
Posso finalmente tornare alla base: tiro giù le borse, sistemo un po’ di equipaggiamento e, era ora, mi scaravento in doccia!
Uff! 

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