S2N day02 Cofrentes _ quasi Albacete, 116km 1620mD
Ho trovato un letto al hotel Torralba: niente reception, tutto via wapp… ah, la tecnologia!
Sveglia alle 07:00… mi rotolo un po’ nel letto, poi colazione abbondante alle 07:30 ed alle 08:00 pulizia ed affardellamento.
Quattro chiacchiere con gli altri ciclisti, variamente assortiti, qui convenuti e sono ormai le 09.00 quando finalmente riesco a partire.
Torno giù al pueblo, ripasso sotto la rocca e saluto la centrale nucleare che domina la valle: appena dopo il ponte, a destra, prendo la deviazione per il cammino fluviale che bordeggia il Rio Cabriel.
Lo abbandono quasi subito per riprendere la traccia, in direzione di Las Salinas, che si infila nella valletta scavata da un torrente e risale poi duramente un costone tra le pareti di argilla rossa, sormontate da rocciosi bastioni in pietra gialla macchiata dal tempo.
Risalgo l’erta e raggiungo nuovamente la quota dei coltivi, dapprima mandorli, poi le basse viti locali, disposte su terrazzamenti nella zona più aperta e pianeggiante, con le colline ricoperte di pini a fare da cornice.
Sono ormai 11 km ad un’ora dalla partenza quando ecco l’aldea di Fuentes El Toyo… son solo quattro case in realtà, e l’incrocio con la strada principale che prendo e subito abbandono per uno sterrato che butta ancora tra le vigne, con le indicazioni di un sentiero per mountain bike.
La traccia scende tra i mandorli e le viti onnipresenti e poi, ovviamente, torna a salire per riguadagnare la sommità della sierra costeggiando rare case di campo, su fondo prevalentemente scorrevole e veloce ma con una rampetta severa e dal fondo scivoloso che, dopo avermi fatto un po’ penare, risolvo spingendo la bici gli ultimi 100 metri.
Riguadagno il sentiero compatto e scorrevole ed in breve, oltrepassati i ruderi di un’antica masseria, torno sulla strada secondaria (10.25 17km ).
La abbandono subito per buona pista in salita che diventa single track, dapprima tecnico ma fattibile, poi semplicemente impossibile: l’ultimo chilometro è quasi bici in spalla in quello che sembra il letto di un torrente, dal quale riesco comunque, con calma e pazienza, a scendere fino al Campus Morajete, colonia estiva per ragazzini (11.00 km20,5).
L’attrazione del momento si gode i meritati 10 minuti di sosta, con bottiglia d’acqua omaggio, e poi giù a bomba a Casas del Rio, dove si impone una sosta al bar (11.20 23km).
Radler e bocadillo, mentre studio la mappa per tornare in traccia… scelgo l’opzione 2: ore 11.50 si riparte su asfalto appenninico, subito in salita dal fondovalle scavato dal placido e largo fiume (nome non pervenuto)… l’erta è subito aggressiva e senza pietà punta dritta a raggiungere la sommità della sierra.
Son tre i chilometri quando finalmente spiana, e addirittura scende, lasciando un po’ respirare questo povero vecchio… il quale sa che, ovviamente, ogni metro di discesa verrà ripagato sputando sangue e sudore sui muretti necessari a riprendere la quota iniziale!
Ma eccomi finalmente all’aldea de la Balsa de Ves (12.50 km32) dove urge un plato combinado y algunos radler all’unico bar disponibile: la meritata ora di sosta vola in un amen e già si riparte, di nuovo in traccia sotto un sole assassino.
Subito su polveroso camino rural tra i campi bruciati, a solcare l’altopiano in direzione Villa de Ves, dove arrivo in meno di mezz’ora (14.15 km39,5).
Tutto chiuso come previsto: via ancora, ad imboccare un altro camino rurale che si inoltra ancor di più nella sassosa pianura coltivata… a tratti pietroso, a tratti sabbioso, ma sempre facilmente percorribile, si inoltra tra i boschi di pini, i campi di grano, mandorle e viti, con il fiume da qualche parte sotto di me a sinistra, ed ancora più in là, in parallelo, le sierras che lo chiudo a sud.
Sono chilometri di puro silenzio e solitudine, sole a martello e neppure un uccello in cielo.
Alle 15.00, km54, torno in strada, e mi accorgo che è già Castilla la Mancha… qualche colpo di pedale ancora e mi fermo qui a Las Eras (15.15 km55), pueblo da cui si domina la sottostante Alcalà de Jucar, arroccata in un’ansa del fiume omonimo.
La radler si asciuga in fretta, ed alle 16.05 il dovere chiama: dirigo verso il castillo e poi, ore16.30, raggiungo il rio Jucar attraversando dall’alto la parte antica del pueblo di Alcalà, zigzagando in favor di gravità tra le strette viuzze del borgo medioevale, dalle case arroccate contro le bianche pareti di gesso o scavate dentro di esse.
Le viuzze, dominate dal castello nel punto più alto, si sviluppano in un labirintico reticolo tridimensionale in cui è divertente scendere in bici.
A circondare il pueblo il Rio Jucar, che presenta evidenti opere idrauliche in stile mozarabe, direi…
Da qui inizia il percorso fluviale che mi porterà verso la fine di questa giornata: la bianca sterrata serpeggia lungo il corso d’acqua sotto le bastionate gessose, erose dal rio nelle ere precedenti. Solo io in giro, ogni tanto pochi ripari per pastori ed armenti scavati nella roccia o addossati alle pareti.
Si procede in costante saliscendi su pista incisa ma buona, e alle 17.10, km70, entro in La Requeja: ora di sosta radler, nel chiosco sotto gli alberi di là del rio.
17.30 ancora in sella e si resta sulla sponda appena guadagnata: asfalto veloce per un quarto d’ora ma poi,
17.45 km74, un cammino bianco, appena prima del pueblo di Jorquera, chiama a sinistra sotto le pareti. All’inizio sembra tutto regolare, poi però il fondo inizia a sporcarsi e la vegetazione a farsi più fitta: la traccia diviene un single track di difficile lettura (18.10 79km) ed infine solo la bici in spalla ed un machete possono aiutare!
Gli ultimi 2 chilometri li faccio spingendo e tirando la due ruote, massacrandomi tra i rovi e saltando alberi abbattuti, per uscire in mezz’ora nei pressi di un cavolo di resort (18.40 km81)… poco oltre dovrei riprendere il sentiero ma… non mi fido, e via di carretera, cazzo! Lasciato lo pseudo cammino in corrispondenza del pueblo troglodita, si passa sotto le pareti e davanti le case che vi sono appoggiate… le pareti della gola ormai sono molto vicine tra di loro, ed è facile scorgere l’altra riva, ma per ora non vedo segni del fantomatico sentiero
Più avanti, però, lo si nota distintamente e sembra anche pulito e percorribile: preferisco in ogni caso rimanere sulla sicura strada asfaltata, in modo da giungere in orario con l’appuntamento del pasto serale.
Dopo Alcozarejos la strada si impenna e con qualche tornante si guadagna la cima della sierra: ormai è fatta! Falsopiano, una bella discesa, arrivo ovviamente in salita ed eccomi a Valdeganga (19.40, km98, 1530mD).
Una radler +info e poi un plato combinado al Pozo, in Plaza Mayor: che goduria, nell’arietta fresca della sera!
Un’ora e poco più: mi lavo nella toilette del bar, riempio le borracce alla fuente e riparto, tornando sulla traccia ufficiale…
Vado in esplorazione ad un hotel abbandonato appena all’uscita del pueblo, ma c’è ancora luce ed il posto è buono ma non eccezionale per accamparsi, quindi.. via di pista ciclabile per proseguire un po’ e vedere cosa succede, direzione Albacete.
Lungo la ciclabile riappaiono i trafelati coniglietti spagnoli che si gettano sotto le ruote della mia bici implorando la morte… inutilmente, per ora. Magari più avanti…
È una facile pedalata sempre in falso piano tra i campi di grano appena mietuti con il sole ormai basso sull’orizzonte alla mia destra… dopo tanta arsura, è piacevole pedalare nel fresco della sera!
A fare compagnia ai numerosi coniglietti, anche le femmine di Re Quaglia con i loro piccoli pigolanti a rimorchio, mentre sopra di noi tutti volteggiano i rapaci in cerca di prede: sotto a chi tocca!
In breve ecco scorrere Tinajeros (21.40 km11) ed ormai all’imbrunire, un’area di sosta dedicata ai fruitori della ciclabile (2205 98+km18).
Dai, mi fermo qua!