OrientXpress Day15 Kirklareli_Corlu, km131
Il tempo di entrare ed ho già trasformato la stanza in un’enorme stenditoio: grazie ai metri di cordino “maisenza” c’è roba a sgocciolare ovunque!
Ancora qualche minuto e maglie, calzini e pantaloncini appena lavati vanno a fare compagnia a goretex e windstopper, mentre il phon acceso è infilato in una scarpa a turno… insomma, normale routine post diluvio!
Poi tocca anche a me: barba, capelli, doccia, cena, branda… ma che fatica fare le ordinazioni o chiedere info al cameriere per cui l’inglese è proprio… turco!
Comunque sia, colossale ronfata, sveglia, riportare lo stenditoio all’originale natura di stanza d’albergo, e finalmente breakfast!
Mille marmellate da provare, frutta secca, formaggio di pecora, dolcetti impronunciabili, uova, frutta, caj bollente, succhi, pane fresco: un buon inizio, direi!
Insomma, sistemare anche la bici e vanno via due orette buone: 0935 si parte, imboccando la strada n020 direzione Saray che, manco a dirlo, dopo una finta in falsopiano… impenna!
Certo, lo sapevo, ma sai com’è!
Anche oggi come ieri, la modalità sali-scendi la farà da padrona almeno per metà giornata, visto che ho scelto la via pedemontana, più lunga ma più panoramica e meno trafficata.
Discesona, superficie pulita, arrivo lanciato in fondo, cambio pendenza, la bici risponde strano… Ancora qualche colpo di pedale, uno sguardo alla ruota posteriore… Altra pedalata, nuovo sguardo e… Eggiá, proprio così: scendi e spingi fino al crinale, va’!
Ore 1000, 2143 chilometri ed ecco il primo intoppo: ruota posteriore a terra, vediamo un po’…
Prima di tutto spingo la bestia per un buon 500 metri almeno fino a concludere la salita; poi altri 200 metri per trovare uno spiazzo in cui lavorare senza farsi ammazzare; spacchettare i bagagli; smontare il freno posteriore; preparare gli attrezzi; sbullonare la ruota e smontarla; controllare il leggendario copertone antiforatura: sarà colpa sua? Avrà fallito?
Nel battistrada trovo infissa una scheggia di pietra triangolare, così a fondo che serve il cacciavite per scalzarla. L’interno della carcassa risulta però integro: il kevlar ha tenuto. Probabilmente un attacco di sfiga, una congiunzione astrale sfavorevole… Alta velocità + carico pesante + tempismo sfavorevole + sfiga et voilà, la sosta è servita!
Vabbè dai: smonto, cambio camera d’aria, ributto su il copertone ripulito e verificato, gonfio con la pompetta a mano, sgonfio, risistemo e massaggio la ruota, rigonfio, rimonto tutto, collaudo, ricarico la bestia, riparto… Un’ora netta, neanche male, e si riparte: ore 1100, here we go again!
Ovviamente sensibilissimo alla ruota posteriore, riparto con cautela, ma sembra essere ok: al primo distributore, però, devo fermarmi per portare la pressione almeno a 4,5 bar, che con la pompetta è dura!
Sotto ad un cielo corrucciato, taglio le colline fino a Kaynarca (1150, km2162 ???), dove però il compressore ha un attacco mai visto per cui non ho la riduzione: la ruota resta così, per ora. Proseguo dunque e giungo al grosso centro di Pinarhisar (1205, km2168): grande agitazione e sventolar di bandiere turche, gente che inneggia e suona tamburi, che si improvvisa direttore del traffico… Mmm, ci dev’essere qualche ricorrenza!
Rallento, bè, anche forzatamente, osservo un po’ ma non mi pare una festività religiosa o che coinvolga tutti…
Comunque, più importante, al primo distributore no, ma a quello all’uscita del paese sì, c’è la canna con l’attacco standard… e le ruote sono ok!
Riprendo allegramente (ore 1240) e ancora via nel fresco, fino ad incrociare Hervèe, che da Istanbul torna a Lione, da cui è partito il primo giugno! Non è il massimo chiacchierare a bordo strada, ma una mezz’ora passa veloce: bon vojage!
Neanche tre chilometri ed eccomi a Vize (1415, km2193) dove un kebab ed una coca non me li toglie nessuno!
Anche qui gran sventolio e gran fermento, ma ottengo risposte incomprensibili: il mistero si infittisce!
Mezz’ora e inforco la bici nuovamente, per giungere sull’anello esterno della grande città di Saray (1545, km2212) dove abbandono la n020 per la n567: piano B!
La strada è ampia e sicura, prevalentemente ben asfaltata e veloce, principalmente in falsopiano: in breve mi conduce a Kapakli (1630 km2230), città con centomila abitanti, e poi a Cerkezkoy (1655, km2238), altrettanto grande, dove faccio sosta un quarto d’ora per un caffè.
Riparto con il richiamo del muezzin a farmi da colonna sonora, sovrastando i rumori del traffico: sempre super tangenziale verso sud-ovest e giungo alla periferia di Corlu, dove pasticciando un po’ trovo il mio hotel, anche grazie al security man dell’Hilton, una specie di Batista (quello del wrestling!) prima degli ormoni e con la voce di Clint Eastwood!
Insomma, eccomi in centro città (1900, km2268): bandiere dappertutto, casino di gente, caroselli con auto e motorini, Polisi e Jandarma ovunque, kebabbari, bancarelle, cani di strada, biciclette… un casín!
È, scopro, il secondo anniversario del tentato colpo di stato: si festeggia la democrazia!
Ah ecco! Sarà per quello che da stamattina trovo una caserma ogni dieci chilometri (almeno!): scherzi a parte, la zona ha una a dir poco massiccia presenza di installazioni militari, più o meno nuove, più o meno grandi, ed ho visto almeno un presidio in ognuno dei posti segnalati in queste note…
Svelato l’arcano, è ora di fare i piani per domani: si va ad espugnare Istanbul!