OrientXpress Day14 Tsarevo_Kirklareli, km112
Domenica 14 luglio 2019
Feston all’XChallenge Park, ieri sera!
Mentre faccio la doccia approfitto della lavatrice, poi supermenù della brava Cristina, birrette e gran finale a colpi di rakía chiaccherando con Ivan e David in anglospagnolo, mentre i ggiovino ci danno di skate, roller e bmx…
Purtroppo la sveglia biologica non perdona, ma mi giro dall’altra parte e fino alle 0830 non ci sono per nessuno!
Poi però tocca alzarsi, preparare le borse, insomma solita routine anche se molto rilassata: colazione giù in panetteria con dolci superciccioni e via, 1030 e già qualche goccia in questa mattina fredda e nuvolosa.
Subito in salita nel bosco di roveri, ed in breve Izgrev è alle spalle (1100, km2030) anche se i chilometri si srotolano lenti: dopo un’ora il coso ne segna solo dieci di più, ed ormai la pioggia si fa seria.
Su il goretex mentre attraverso la foresta di Kosti, su asfalto di qualità altalenante che mi obbliga a qualche evoluzione: passo il crinale (1150, km2042) solo per trovarmi davanti un’altra dorsale…
Sarà il leitmotiv della giornata: transito trasversale da una valle all’altra, sotto la pioggia e su asfalto appenninico, sudando in salita e ghiacciando in discesa.
Finalmente una pausa a Marko Tarnovo (1440, km2083), ultimo paese prima del confine con la Turchia: brodo caldo, tè caldo, un paio di salsicce, una insalata tipica, un tè caldo più grande. Via la roba fradicia: le braghe e la maglia le cambio, ed è già un’altra cosa.
Un’ora giusta e rieccolo: salita a prendere la E87, ancora salita verso il confine, sosta caffè all’ultimo distributore mentre la pioggia rinforza (1630, km2092), un ultimo chilometro e, graziosamente, salto la lunga fila in attesa per i controlli per posizionarmi sotto la tettoia della dogana bulgara (1715).
Sarà il mio smagliante sorriso, sarà che son ridotto maluccio, ma nessuno sembra farci caso: il funzionario osserva perplesso, o forse schifato, la mia carta d’identità in cartoncino e poi mi fa segno di accomodarmi…
Attraverso la terra di nessuno e mi accodo alla prima fila di controlli turchi: ne supererò tre in totale prima che si alzi l’ultima sbarra!
Ormai le 18 passate ed è ora di… salire, ovviamente!
I monti ed i boschi son gli stessi, la conformazione pure: sali lento, scendi veloce, ripeti. L’asfalto, però, qui è nuovo e la strada ha quattro corsie.
Un po’ alla volta, però, scendendo verso sud, il bosco inizia a cedere spazio ai pascoli e diviene un altopiano stepposo (1850, km2117) solcato da greggi e pastori.
Al primo impatto la Turchia odora di pioggia, terra, vacche e pecore… e di qualche diesel scassato che agonizza in salita!
Finalmente esco vittorioso da un’ultima rampa e posso vedere la mia meta a portata di mano (1915): un quarto d’ora di discesa ed eccomi a Kirklareli (1930, km2137).
La parte difficile è trovare l’hotel!
Nessuno parla inglese, è nuovo ed imbucato in una viuzza laterale: tempo mezz’ora, però, eccomi al check-in… doccia caldaaaa!