Dìa19, Mercoledì 1 luglio, Villanueva-Zamora, 20km

 

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Poca strada da fare, in previsione un arrivo mattiniero a Zamora ed una intera giornata di riposo.
Ma, partito alle sei, alle sette arrivo non previsto a San Martial, un paio di km fuori dal camino: so anche dove ho sbagliato, l’indicazione si prestava all’errore e io ho seguito la solita direzione: invece dovevo girare ad est…
Dal paesello infilo la statale, direzione Zamora: mi tocca macinare asfalto, maledizione. Ok, ma per poco, in cima alla collina dovrei ribeccare il camino… Arrivo su, inizio a scendere, ed ecco un segno: seguire la carretera… ma la guida dice “attraversare”… avrà sbagliato… seguo la strada.
Dopo un chilometro abbondante, ancora nessun segno. Ho la para di aver sbagliato… e se fosse stato davvero “attraversare”? torno indietro, risalgo la collina, controllo il segno: no, no, bisogna proprio seguire la carretera, non attraversarla: torno giù, la vendetta dell’asfalto!
Un tot più avanti del punto già raggiunto ecco un pilastro con tanto di bordone e conchiglia ad indicare la via: grazie, magari anche roba meno grossa ma più spesso!
E continua la discesa, adesso tra i campi: Zamora è già in vista.
Ma eccomi qua, davanti all’albergue. Sorpresa: apre alle 16.30! Bella roba, sono le 10! Intanto vado a fare colazione, poi vediamo… in fin dei conti non sono neanche stanco. Café con leche e tostada, e la cameriera gentile mi lascia depositare lo zaino al bar. Sbudello lo zaino, la roba pulita è in fondo, e mi cambio nella toilette del locale, poi vado in giro per la città.
Visito un paio di chiese, poi mi infilo nel mercato coperto a fare la spesa: pane, formaggio, dolcetti alle mandorle, un melone di due chili. Mi piazzo sotto un platano nella piazza dietro l’albergue e mangio tutto: buon appetito. È ormai la una, ed ecco arrivare la coppia formata dal canadese e dalla svizzera (che stanotte mi ha deliziato con un concerto di russate, sospiri e scoregge!), seguiti a ruota dall’inossidabile duo alemanno, che rifugge l’albergue dagli orari imbarazzanti per un più permissivo hostal. Se l’hospitalero non ci chiude dentro alle 22 (oltre il danno la beffa), magari ci si vede stasera in piazza.
Lunghe ore di attesa in piazza, intervallate da qualche birra poi, finalmente, si può entrare… doccia e descanso. Arrivano anche i due di Granada.
Con il più giovane studio a lungo la cartina del percorso, lui ne è sprovvisto e prende appunti. Poi ci diamo appuntamento per la sera, per cena.
Ci troviamo tutti, alemanni compresi, al ristorante Jardin, dove, belli al fresco, ci spariamo un menù. Sono quasi le 23 ed io e i granadini torniamo all’albergue mangiando un gelato… abbiamo le chiavi, quindi nessun limite di tempo. È stata una bella serata, ed abbiamo chiacchierato in tutte le lingue… sembrava di esser sul camino frances!
Mentre Francisco telefona alla morosa, che se no lo ammazza, io scrivo questi appunti e adesso provo a spedirli, ma la biblioteca è chiusa e devo appoggiarmi ad un’altra rete… adesso vediamo! Ciao!

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