MediterraneanConnection2021 Day35 Granada _ La Calahorra, 96km 2006mD

Arrivo all’ostello oltre l’orario di reception, quindi mi arrangio: tornando dalla doccia Linus, “l’altro” ciclista, mi invita ad aiutarlo a far fuori mezzo chilo di pasta… non posso certo rifiutargli il mio supporto, no?
Si chiacchiera di viaggi ed allenamento, poi per ricambiare gli offro una birra in zona Catedral: il giovane svizzero, parecchio sorpreso, mi fa notare che tutto questo movimento la sera di un giorno lavorativo dalle sue parti non sia normale… cheppallelaSvizzeraaaa!!!
Rientriamo dopo mezzanotte, poi saluti e branda, che lui si ferma in città.
Sveglia un quarto d’ora prima ma resto a poltrire fino le sette: alle otto, però, son già a pedali in cerca di colazione, che trovo poco lontano dall’ostello.
Venti minuti e, pienamente operativo, gironzolo attorno alla Catedral, percorro le viuzze sotto l’Alhambra, mi arrampico sul Sacromonte lungo le strette stradine tra le bianche casette adibite a taverne o locali di flamenco, giungo su impervio percorso pedonale alla Abadia de Sacromonte (09.00 km04), proseguo in continuo su e giù suggestivo fino ad imboccare un camino sterrato (09.10 km05,5) che diventa poi sentiero lungo il rio Daro, procedendo tra alberi ed olivi anche con dure rampe polverose o sassose.
Si continua a salire in modo impegnativo e continuo, con bella vista sulla valle sottostante, fino a raggiungere una sella (09.40 km09,5 920m) dove scollino nella “Vereda del barranco del Abogado”: da qui si procede a mezza costa, non senza qualche bello strappo, su pista divertente che conduce ad una ermita (10.05 km13,5 1000m) tra poche casette abbandonate.
Su ancora un po’ oltre i 1000mslm in quella che dev’essere stata una zona mineraria o estrattiva, poi giù a piombo con attenzione su sentiero lavorato da acqua e mezzi pesanti fino Dudar (10.20 km17 800m) dove piccolo tratto di asfalto prima di attraversare il rio Aguas Blancas: il camino però risulta cortado para obras, quindi ritorno sulla carretera e procedo per Quentar (10.35 km19 850m) lo percorro su e giù lungo strette stradine fino ad un’ultima dura rampa che riporta sulla direttrice principale (900m) che taglia la sierra a mezza costa sotto aggettanti pareti.
La strada di montagna si srotola in ampie curve ed in prevalente salita lungo il rio, ricco d’acqua, pozze e cascatelle, fino ad un embalse richiuso da dirupate pareti (11.05 km24 1100m): si segue ancora il corso d’acqua, si passano i 1200m, si scende (11.35 km31) per un chilometro fino al bivio per Tocon da cui si torna su a 1300m e si giunge al Puerto de los Blancares (11.50 km34 1297m) da dove, dai che ci siamo, manca poco a La Peza (12.15 km44 1000m) cui, nonostante la quota inferiore, si arriva in salita!
Meritatissima pausa cerveza y tostada ed in mezz’ora si riparte: si esce dal paese come ci si entra, in salita!
Subito su lungo il costone che domina il pueblo a meridione, a riguadagnare la sommità della sierra: poi consueto saliscendi tra scenari Western di aride praterie, canyon, brulli costoni, sterrate serpeggianti, sole alto e spietato, cieli azzurri senza nuvole.
Alla una sono nuovamente sui 1000 metri di quota (13.00 45km) e le gole rocciose iniziano ad aprirsi, fino a sboccare in una verde valle coltivata a vigne ed ulivi (13.15 49km).
Il percorso propone di scendere su una sterrata parallela, ma il fondo è lento e pesante ed ai lati è tutto rovi e rami sporgenti… vabbè. Arrivo in salita ad un primo, piccolo, insediamento e poi a Los Banos (13.35 km54 1000m), che attraverso dritto per dritto diretto a Purullena (13.45 km57), dove lungo la strada le caratteristiche cuevas, le abitazioni scavate nel fango millenario della sierra, son ridotte a negozietti di cianfrusaglie: ovviamente tiro dritto anche qua e, con ultimo sprint, raggiungo l’importante pueblo di Guadix (14.05 km63 1419m dislivello positivo fin qua: per dire che era tutta salita!).
Menù del dia all’ombra con il solito litro e mezzo d’acqua a far compagnia alla cerveza y limòn: due ore passano in fretta ma il sole mena ancora forte… fa niente, bisogna andare lo stesso!
Si passa tra la grande chiesa in mattoni rossi e gli scavi archeologici, si attraversa la bella piazza porticata e poi ci si arrampica tra le cuevas a riguadagnare quota, dapprima su asfalto tra le case, poi su camino che  sterra bene inizialmente (16.30 km03,5) per farsi poi pesante e sabbioso, per diventare quindi rampa tra i riarsi campi di mandorle e giungere sull’altopiano (17.00 km08 1060m) che si attraversa con relativa facilità e scarsa pendenza diretti a Cogollos de Guadix (17.20 km12,5 1150m) dove un quarto d’ora all’ombra sorseggiando un radler è quel che ci vuole!
Ancora facile camino rural in quota tra i frutteti, per poi costeggiare un piccolo embalse bordato di pinares (17.50 km15 1200m) al cui angolo opposto mi aspetta una dura rampa, uno scalino breve ma cazzuto di cinquanta metri (18.05 km16,85 m1255) dopo il quale, fortunatamente, la pendenza si fa più umana e posso gustare begli scorci sul lago e sulla piana sottostanti.
Arrivo in forcella (18.10 1300m km17,5) tra i pini ombrosi ed il percorso scende deciso ed aperto, con vista su Jerez del Marquesado e sui Llanos del Zenete sotto di me, mentre le cime de el Chullo (2608m), el Morron del Mediodia (2753m), e del Alto de san Juan (2768) fanno da sfondo: sono nel cuore del Parque de la Sierra Nevada.
Poi il track mi tira un tipico scherzo: si infila in quello che forse era un sentiero, ma attualmente, devastato da un’onda di piena direi, è una sorta di fosso distrutto che mi arriva al petto, un canale sassoso sventrato cui restano venti centimetri di cengia per parte (18.30 km21,5). Camminare è difficile, pedalare impossibile. Bici in spalla e leviamoci dalle palle anche questa, va!
Interessante comunque notare come, tipicamente, per evitare cinquecento metri di innocuo asfalto ti facciano fare cento metri di dislivello ed un paio di chilometri sterrati in più, per poi spedirti in situazioni molto più serie, se non pericolose. Bah.
Comunque, dopo l’attraversamento del budello maledetto, ecco una bella rampa in cemento spinato per accedere al pueblo di Jerez del Marquesado (18.50 km23 m1250), dove, dopo tante emozioni, mi compro un gelato dal tabacchino, che il bar è chiuso.
Una sciacquata e carico d’acqua alla fonte e, ore 19:00, si va, direzione Alquife, cui arrivo velocemente (19.25 km27,5 1200m) per poi proseguire su carretera e raggiungere in falsopiano la meta di oggi, La Calahorra (19.45 km33 587mD), dominata da un cinquecentesco castello in mattoni rossi.
Ad un tiro di schioppo dalla plaza trovo l’hostal che fa per me; poi spesa di frutta e liquidi e, ore 20.30, finalmente una doccia bollente!

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