MediterraneanConnection2021 Day34 Castro del Rio _ Granada, km133 2248mD

Al super faccio spesa di frutta e liquidi, che poi consumo all’hostal Ka da Sol prima e dopo la doccia: mi sento disseccato, giornata duretta, oggi!
Cena atomica e notte fresca, la sveglia non può tardare: colazione con supertostada, leche y zumo, pago la cuenta, pulisco-lubrifico-affardello e ci siamo, si va! Cazzarola, a pulir la catena son già sudato fradicio… mi sa che oggi saranno cazzi!
08.15 e camicia già aperta e svolazzante, subito su camino rural principalmente in favore di gravità tra i vivai di olivi ed i campi di olivi messi a dimora: comunque sia, olivi a trecentosessanta gradi!
Giungo ad un bivio, in corrispondenza di un ponte sul rio Guadajoz, e prendo la deserta A3125 (08.50 km13 m260): si risale a mezza costa per raggiungere Baena (09.25 km21,5) dove mi fermo a mangiare un po’ di frutta.
Da qui si può decidere se proseguire per Malaga o Granada ed Almeria: ci son passato nell’inverno 2016 con Jorn e Jacopo… tutt’altra temperatura, vi assicuro!
Dieci minuti possono bastare: un chilometro di viuzze e poi camino che, sbam!, ovviamente sale!
Si scende, si scavalca l’autovia, si risale con calma e poi si rimane a mezzacosta in continuo saliscendi su fondo vario, sempre pedalabile per fortuna, che mixa sassi, polvere, ghiaia compatta e robetta un po’ più sdrucciolevole ma niente di preoccupante.
Poi la pista si fa piu morbida e scorrevole, fino a condurre all’asfalto (10.20 km31) e, subito, alla Laguna del Salobral (10.25 km33) dove, sorpresa!, inizia una Via Verde, quella del “tren del Aceite”, il treno dell’olio insomma, il che mi pare abbastanza logico!
Mollo quindi il gps e mi butto sull’ex ferrovia, che mi permette di procedere con regolarità e senza incertezze, sempre in leggera pendenza fino alla salata Laguna Honda (11.00 km42), circondata da rosse colline trapunte di olivi, la cui acqua totalmente evaporata ha lasciato un bianco anello di sale sulle rive!
Poi, sempre a mezza costa, con ampie aperture panoramiche su canyons e barrancas, attraversando anche un paio di grandi ponti vintage in ferro e legno, si giunge alla ormai ex stazione di Alcaudete (11.10 km44): da qui si potrebbe proseguire fino a Jaen, una cinquantina di chilometri più ad est, ma è troppo fuori rotta per il sottoscritto!
Quindi beccati tre chilometri di salita, fortunatamente asfaltata, per raggiungere il pueblo, cui arrivo in mezz’ora scarsa (11.35 km50 500m), già con l’idea della pausa merenda!
A mezzodì però si riparte, raggiungo per viuzze in salita la Fuente Amuna ed è gia camino ad un chilometro dal panino! Ovviamente sale subito, poi saliscendi, quindi scende bene e poi risale con una rampa criminale per guadagnare il pueblo di Las Ventas del Carrizal (12.40 km60 500m).
Il camino prosegue duro con rampe in cemento rigato, per dire, e mi porta… a scavalcare il guard rail!
Il piano strada mi arriva al petto, la barriera è almeno un metro… direi che proseguo sulla pista tra carretera ed ulivi, va là!
Non che la pista faccia sconti, che va su e giù tipo ottovolante inghiaiata, ma mi pare più adeguata due ruote: trovo infine un’apertura e quindi percorro la N432 (12.55 km62 700m) che sale costante per arrivare ai 900 metri circa, poi inizia col collaudato alternare discese e salite finché a Puertollano è ora di lasciare la carretera general per una tranquilla secondaria (13.20 km68) che in breve riporta in quota (13.40 km72,5 m900) e poi, era ora, ad Alcalà la Real, grosso centro dominato dalla Fortaleza de la Mota, di origine mozarabe (13.45 km74).
Pausa menù e poi svengo brevemente su di una panchina in attesa che il sole smorzi un po’… ore 16.05 e basta scuse, che si va!
Si frigge un po’ sull’asfalto ma poi è subito sterrata: oltrepasso sgocciolando un pueblo (nome non pervenuto) dove termina la pista ed arrivo a Cequia (16.45 km09,5 920m) da cui ci si ributta in discesa a beccare la N542 che dapprima sale e poi mi concede una bella discesa.
Mollo la general e riprendo il camino, che scende in una bella valle circondata da sierras selvagge e multicolori picchi turriti (km17): terra rossa, pietra gialla, il verde degli alberi, il grigio delle ghiaie, il cenere dell’erba secca… un paesaggio da film d’avventura!
Come da copione, la discesa è breve ed il tracciato sale tra le pareti su tosto sterrato (17.25 km20) ad una fuente, dalla quale si ritrova l’asfalto che sale ancora, e sempre più duro, mentre il castillo arroccato a dominare il passo incombe sul povero ciclista.
Ultima rampa ed ecco apparire Moclin, il bianco pueblo accoccolato sotto alla possente fortezza araba (17.50 km23 1050m).
Un giretto per le candide viuzze acciottolate, ovviamente in salita, e poi discesa suicida lungo la Ruta del Gollizno: downhill, in pratica!
Scendere è difficile e, credo, pericoloso: salire impossibile con una bici carica. Anche scarica, cazzo!
Insomma: giù a piombo su Olivares (18.15 km26 600m), bruciando 450 metri di dislivello in dieci minuti, soste foto comprese!
Poi si sale, neanche da dire, per fortuna non troppo brutalmente ed anzi, per lo più, in larghe spire: poco più di quindici minuti (18.30 km30 770mslm) e si sterza decisi su polveroso camino che conduce a Pinos Puente (19.05 km40,5 580mslm), pueblo che è già periferia della grande città.
Festeggio con una rapida cerveza: dieci minuti e si riprende la fidata N432 per attraversare in apnea la zona commerciale che cintura la città: letteralmente sempre dritto per più di mezz’ora (19.50 km54) ed ecco che il “carril bici” incontra il track del camino… da qui raggiungere il centro di Granada e l’ostello è ormai cosa fatta (20.10 km59).