MediterraneanConnection2021 Day36 La Calahorra _ Almeria, 103km 824mD

Dopo la cena gourmet, ma non particolarmente abbondante, è ora di un po’ di riposo, finalmente!
Ronfo della grossa e mi concedo un quarto d’ora extra, poi però bisogna muoversi: ore 08.00 e sto cercando un bar aperto. Dopo colazione un’adeguamento della pressione degli pneumatici, che oggi la tappa è più breve e dovrebbe esser meno offroad, pare.
Allo scoccare della mezz’ora si parte su buon asfalto in salita, per giungere in breve al bivio per il Puerto de la Ragua (08.40 km02 1270m): per fortuna io vado a sinistra, che il passo è a duemila metri!
Raggiungere Ferreira in favore di gravità è questione di un attimo (08.50 km04), poi uscendo dal pueblo si prende la Ruta del Marquesado, camino rural dal fondo di cemento che sale e scollina per poi scendere tra le terrazze coltivate a mandorle e verso Los Llanos del Zenete: in breve ecco Dolàr (09.05 km08 1200m) da cui si imbocca un buon camino, sterrato, che porta ad una via di servizio a lato dell’autopista, inizialmente su fondo in cemento che poi si fa sterrato per condurre a Hueneja (09.25 km14 1190m) della quale si bordeggia la periferia, senza entrarvi, per proseguire sull’asfalto della GR6105 attraversando in discesa los Llanos.
Dopo la Hertezuela (09.35 km20) la sterrata scorre di fianco ad un canyon dalle rugose pareti rosse, che si apre nella valle de la Venta Ratonera, costellata di piccole case e costruzioni minerarie abbandonate.
Si sale duri a Finana (10.05 km25,5 1000m), bianco pueblo abbarbicato sulla cima di un colle e dalle stradine verticali, e via ancora in leggera discesa verso Abla (10.35 km33 840m), dove la traccia indica di percorrere il letto di un fiume in secca, il Rio Nascimiento: tre chilometri di bestemmie, per dare l’idea. Sassi grossi come palloni da calcio, ghiaia, sabbia… non proprio indicato in bici, secondo me.
È con piacere che ritrovo l’asfalto della secondaria GR1177 sulla quale posso tirare un po’ il fiato fino ad Ocana (11.00 km39 720m) e, ancora due chilometri, Dona Maria.
Il percorso si rituffa nuovamente nel sassoso Rio Nascimento, che però qui, più a valle, è principalmente ghiaioso ed un po’ più pedalabile: è tutto fuorisella, però, e sufficiente a sfondarmi di fatica per cui, quando un ponte attraversa il fiume di ghiaia, mollo la traccia e prendo l’asfalto, procedendo sull’argine invece che sul letto in secca.
Si procede decisamente meglio,  e si continua a muoversi, ora di nuovo su sterrato, tra canyon erosi dal tempo, paretoni, ghiaioni e pinnacoli: poi (11.25 km48 600m) l’asfalto ed una spalletta in legno segnano il restringimento della valle tra i paretoni rosso grigi e, con un’ultima rampa, entro nel pueblo di Nascimiento (11.35 km49 600m).
Percorro le stradine ovviamente in salita ed eccomi sotto la pergola del bar per la collaudata sosta birra e tostada.
Sono l’attrazione del giorno, quindi mi merito tutta l’attenzione dei vecchietti locali, e per fortuna: è così che vengo a sapere che, da qui, il rio non è attualmente praticabile, visto che una recente piena, invernale presumo, lo ha “destrozado”.
L’alternativa è, ovviamente, risalire il costone fino a trovare una secondaria che bypassa il problema.
È così, dunque, che, quasi mezzogiorno, si riparte sull’asfalto della locale AL4401, risalendo fino a quota 750m per dirigere poi verso Venta del Pino, sorta di sgarruppata e semiabbandonata “area di servizio” sull’altopiano (55km) poco dopo la quale un bel viale di pini marittimi, la A1075, sale ancora un po’ prima di tuffarsi in ripida discesa in un paesaggio primordiale (12.40 km59 800m), fatto di antiche montagne calcinate dal sole, canyon incisi dall’acqua e praterie inclinate spazzate dai venti.
Si perde quota velocemente ed ecco Alboloduy (12.55 km66 380m), dove resto sulla strada ancora per dieci minuti, il tempo di raggiungere Santa Cruz (13.05 km69): qui riprendo il camino del rio, ora su buon fondo in cemento, fino ad Alhabia (13.15 km73), ormai nella valle del rio Andarax, in questo tratto ancora ricco d’acqua, che scorre su un fondo verde di frutteti e canneti.
Ancora tre chilometri e si scavalca il rio, restando sull’asfalto per risalire il fianco della Sierra de Gador: una veloce sosta in gasolinera per una coca e fare il punto (13.40 km79), ed ormai sono in vista del brutto  paesone incastrato tra ferrovia, autopista, rio e carreteras varie… chissenefrega, ora di pausa pranzo, va benet utto!
Eccomi dunque a Gador (quota 150mslm 14.00 km85) seduto all’ombra, mentre il forte vento sposta le sedie e cerca di rubarmi la birra…
Un’ora e mezza per rifocillarsi e si va, ultimo tratto di questa pedalata estiva: qui è già periferia del capoluogo, quindi si prosegue principalmente zigzagando tra le secondarie ed in un attimo ecco il pueblo di Rioja (15.45 04km) dove realizzo che sto galleggiando sulla ruota dietro… vacca miseria!
Mi fermo, prendo la pompa e ritiro su la posteriore: vediamo che succede. A questo punto, però, poco tempo per i mille ghirigori del navigatore: monto sulla general, testa bassa e sempre dritto, bussola su Almeria.
Un’oretta poco divertente, e conclusione non proprio eccezionale per un bel giro come questo ma, ore 16.40, km18, eccomi alla catedral che segna il mio punto d’arrivo.
Azzero i contatori e spengo tutto, poi un po’ di turismo tra il castillo e le viuzze del centro storico prima di andare in cerca di info per lasciare la città.
Poi eccomi sul lungomare, per approfittare delle docce della spiaggia e finire la giornata con una cena italiana… anche questa cavalcata estiva è terminata!

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