MediterraneanConnection2021 Day27 Villalcazar _ La Baneza 181km 1051mD
Prendo alloggio al Don Camino, visto che i due albergues pubblici non hanno più riaperto dal primo lockdown, mi dicono.
A cena da Pablo el Mesonero, nell’antico magazzino delle decime ecclesiastiche, giusto fronte iglesia, il maitre stima in 300 passaggi giornalieri la normalità, ed in 10 (!!!) la situazione attuale: in effetti in camerata su 20 brande solo 5 sono occupate… il che conferma l’impressione che anche il Camino per eccellenza stia soffrendo pesantemente l’effetto degli eventi.
Figuriamoci i caminos meno blasonati…
Comunque: buona la cena tipica castillana, che termina con, finalmente, un liquore casero e poi in branda a riposare.
Dei cinque uno si alza alle 05.30, l’altro alle 06.00… gli ultimi tre alle 07.15. Uno è in bici, gli altri due… in taxi! Esticazzi, però!
Vabbè va, mi faccio gli affaracci miei: frugale colazione con il succo e le gallette comprate ieri sera, poi manutenzioni ed affardellamento… ore 08.30 e via, nel fresco del mattino stemperato dal merino (ok, rima)!
Dimentico di accendere Strava, quindi aggiungete un paio di chilometri ai conteggi, ok?
Si continua di carretera come nel finale di ieri: in breve il paesone di Carrion de los Condes,
08.45 km03+02 (esempio), poi un tratto di cammino (km11) conduce fino a Calzadilla de la Cueza (09.35 km21), cui seguono, sempre lungo la strada, Ledigos (09.50 km27) e la più importante Sahagun (10.30 km42), dove sosto mezz’ora per birra e panino.
Si riparte subito sulla principale N120, poi si procede su più tranquilla secondaria (km47) per giungere a Bercianos (11.30 km52): il paesaggio è sempre quello degli altipiani e delle mesetas tirate a grano, ma il fondo asfaltato, se regala comfort e velocità, toglie piacere e poesia.
Non lo ricordavo cosi lungo, questo tratto: oggi lo odierei a morte, chissà allora come ho fatto! Sempre a bordo strada, senza neanche la consolazione della quasi onnipresente “senda peregrinos ” a lato, in comodo brecciolino… mah!
Comunque: da Bercianos, su asfalto vecchiotto e rappezzato, si raggiungono El Burgo Ranero (11.50 km60), poi Reliegos (12.20 km73) e
Mansilla (12.30 km78); ancora una manciata di chilometri ed un paio di coche alla gasolinera (12.45 km82), giusto quei dieci minuti per ripartire di slancio: ormai c’è la poco attraente periferia di Leon da affrontare!
Un po’ di rotatorie e di snodi, poi (13.20 km92) è ormai puro poligono industrial: entrare in città non è comunque difficile, ed in breve rieccomi in centro a Leon, di fronte alla ricca facciata della cattedrale (13.45 km98).
Qualche foto e tanta voglia di andarsene: un salto al Parador, poi attraverso il ponte (14.00 km100), un po’ di strada principale, un po’ di itinerario recomendado ciclistas (14.10 km102) ed eccomi a La Virgen del Camino (14.20 km105 +2) dove è assolutamente ora di un menù del dìa.
La paella di verdura ha i funghi, porca puttana: non li ho mai considerati verdura, me lo devo ricordare! Comunque, funghi a parte, mangio tutto, scolo un paio di litri d’acqua e si riparte: un quarto alle quattro ed il sole mena forte… perfetto!
Proprio qui a La Virgen c’è la possibilità di scegliere: ancora carretera principal, oppure sterrata e secondarie con 5km extra… la seconda che hai detto!
Per uniformità (seeee, come no!) pure a questa ripartenza scordo Strava: aggiungete tranquillamente +2km anche qua!
Quindi a km3,5 +2 ecco un bel tratto di sterrata rossa, ghiaiosa e veloce, che porta a Chozas de Abajo (16.20 km8,5) dove riappare l’asfalto, poi ecco Villar de Mazarif (16.35 km13) ed il mitico Albergue de Jesus (quanti ricordi!) con il drakkar vikingo ed il dinosauro di fianco la piscina!
Il paesaggio è ormai un’unica, verde, piana a mais: ancora un quarto d’ora e percorro un breve cammino pietroso tra i campi (16.50 km19) fino a Villavante (17.00 km23) dove si scavalcano ferrovia ed autopista per giungere al lunghissimo e spettacolare Puente de Obrigo (17.15 km27) che da accesso ad Hospital de Obrigo, dove mi concedo dieci minuti all’ombra ed una fanta.
Poi via su sentiero ed in breve nuovamente sulla corsia esterna della general, che correre sulla senda peregrinos a lato non ha tanto senso (km30).
Ancora sterrata ed alle 18.00 ecco la croce che segna la discesa verso San Justo de la Vega (1800 km40) e quindi, passato qualche ostacolo urbano, Astorga (18.15 km43,5). Qualche pedalata in centro, un salto in catedral a timbrare la credencial, rifare il punto mappa et voilà, si devia sul Camino de la Plata!
Infatti l’idea è di andare verso sud e sterrare a rotta di collo… bè no, già dato, ma insomma… tutto chiaro?
Insomma sette meno venti e via contromano, prima dalla periferia su pista rural, poi a lato dell’autopista fino a San Mames de la Vega (20.10 km69) dove si torna su carretera regolare per giungere a La Baneza (20.15 km70) ed infine all’albergue peregrinos (20.30 km72), ovviamente chiuso.
Telefono e “un quarto d’ora, anche meno!”. Seeee, come no!
Scarico la bici, pulisco a fondo la trasmissione, aspetto…
Ore 21.30 e, quattro quarti d’ora dopo, appare Eleonora, peregrina italiana con le chiavi: i miracoli esistono!