HeartQuakes day00 _ trains

So talmente fuso che el tren xè partìo mezora prima che mi rivasse in stasiòn: no ghe a fasso.
C’è qualcosa che non va: ho confuso l’orario di arrivo a Padova con quello di partenza… vabbè i quattro cambi, vabbè il promemoria stampato in piccolo e sbiadito (e letto con un occhio solo) ma… boh.
Ok, tra un’ora e mezza riesco ad agganciare un Frecciarossa e ad arrivare comunque, sia pure spendendo il triplo e arrivando un’ora dopo… basta strisciare il bancomat e passa la paura.
Ma la vibrazione negativa rimane, e la sensazione di non essere presente è pure peggio.
Leggiucchio un libro che non mi piace: prolisso, si dilunga in inutili descrizioni, ma voglio vedere come va a finire, anche se sembra abbastanza prevedibile.
Ammazzo un’oretta così, ma alzando spesso gli occhi all’orologio: non mi sento tranquillo, cazzo.
Vado al binario dieci minuti prima: il treno è in orario e trovo facilmente da sedere in questo torrido pomeriggio domenicale.
Padova: mezz’ora all’alta velocità, vedi di non distrarti!
Il libro volge al finale, scontato come da previsione: eccomi al binario, indovino la vettura, aiuto un po’ con bagagli sempre troppo grossi per gli spazi ridicoli sopra ai sedili e appoggio il culo lato corridoio… fino ad Ancona non ci penso più.
Aria condizionata assassina quattro ore dopo: collo un po’ incriccato e si scende, ora di prendere il regionale veloce definitivo.
Ore 20.00 e smonto a Fabriano: mezz’oretta in prevalente salita fino al BnB, mollo lo zaino, doccia veloce, giù verso il centro in cerca di cibo nella bella città semideserta.
Negozi chiusi, solo qualche bar aperto, gli altri chiudono alle 21.00: ma una pizzeria resiste, e ha pure posti liberi in terrazza!
Dentro subito: birra da mezzo, pizza, altra mezza, babà al rum.
Ah ecco.
Appuntamento con Jacopo per ritirare la Credenziale, che ormai accomuna tutti i possibili cammini: un ultimo passeggio tra le sinuose vie medievali ed è ormai ora di risalire la collina verso la branda…