Dìa12 Gallur – Tudela, 39km
Ieri sera per cena un bel brodetto con gli spaghetti, merluzzo ed insalatina… tipo casa di riposo, insomma!
Poi perlustrazione per trovare l’uscita dal pueblo e, visto che il sonno non veniva, un’oretta a guardare repliche di incontri di wrestling degli anni ‘80: che abbronzature incredibili, che tutine sgargianti, e che cotonature imbarazzanti!
Bon, solita sveglia, colazione fai da te e pedicure, e poi via, h0620: il solito ventaccio ha soffiato tutta la notte, ma stamani non sembra molto in forma… fa un bel fresco, però, e non ci sono nuvole in cielo: chissà che non faccia troppo caldo, ho un sacco di strada da fare!
I primi chilometri sono una palla, tutti su asfalto fino alle 0735, quando finalmente imbocco il cammino di servizio del Canal Imperial de Aragon, che seguirò fino alle sue origini, dove riceve l’acqua dall’Ebro. Sono un 25km piatti e monotoni, per fortuna su di un buon fondo sterrato, piacevole e veloce, ma che trascorrono senza storia, tra campi di mais e frutteti vari. Uno di quei paesaggi che per fare una foto ci vuole un bello sforzo di immaginazione… come potete vedere qua in fondo!
Comunque: sarà l’effetto tapis-roulant ma tiro dritto per quasi 3 ore, fermandomi solo alle 0915, quando noto una chiazzetta d’ombra alla mia destra. Il vento si è ridestato, e soffia con l’intensità che gli è propria in questi giorni, obbligandomi a mettermi la bandana al collo: mal di gola d’estate in Spagna? Facciamo di no, va’!
20 minuti a farsi sventolare, giusto per dare un occhio alle zampe e via di nuovo, lasciandosi alla sinistra il primo paese della Navarra, Ribaforada (1040), e proseguendo alla volta del Bocal (1140), dove altri 20 minuti non me li toglie nessuno. Un po’ d’acqua, un’occhiata ai piedi e via, percorrendo una sorta di istmo tra il canale e l’Ebro. Ed eccoci qua, dove il grande fiume è stato domato con chiuse e prese per bonificare le campagne circostanti: sono le 1220 ed il sole, ormai, è un martello… meglio muoversi! Imbocco una sterrata che, in breve, mi conduce ad una carretera: col cazzo! Torno indietro e becco il GR99, ancora lui, che in cambio di 2km in più mi promette di arrivare a Tudela senza asfalto di mezzo: affare fatto!
E via, a lato del fiume, tra fitte canne e vegetazione variamente incasinata, dapprima su stretto sentiero, poi su ampio sterrato, giungendo alle 1330 alla periferia della città. Bhé, e qualche segno? Dove vado? Boh, vedi tu! Ah, grazie…
Pur scommettendo che l’albergue sarà dall’altro lato della strada, visto che nessuno sa niente mi dirigo verso il centro: lungo la strada sorge il Complejo Municipal… aspetta che provo a sentire… “L’albergue? Sì, c’è, ma d’estate è chiuso!” Ah, mi pareva…
“Spetta, prova a chiedere alla Policia Municipal!”… Vabbè.
Ed eccomi qua: buongiorno, sapete niente dell’albergue? “Sì, è chiuso”. Già, ma informarsi un po’ meglio? Mi fanno passare in caserma, mi danno un telefono ed un numero e mi dicono “Fa te!”. Becco il responsabile: “Arrivo alle 3”! Ecchettidevodire? Ok, grazie!
Inganno il tempo facendo un giro in centro, molto carino, e mangiando un kebab con patatine fritte: cazzo, che fame!
Alle 15 sono davanti all’albergue, ovviamente dall’altro lato della strada rispetto a dove sono arrivato ed al capo opposto della caserma dove ho chiesto informazioni, e vi trovo Salvador, che è in cammino da quattro mesi e sta tornando a casa sua, a Barcelona. Minchia!
Con calma ma arriva anche l’alberguero, ed in breve eccoci sistemati. Doccia e bucato, un po’ di chiacchiere, diario e sono già le 18…
Fatto la spesa per cena e colazione: c’è un minimo di cucina ed io e Santiago mangiamo assieme chiacchierando… ma son già le 2230, ed è ora di postare il diario di oggi…