Day04 Segovia_Santa Maria la Real de Nieva, km31

Domenica 30 dicembre
Dopo qualche tapa per ammazzare l’attesa mentre i vecchietti giocano a carte, è ormai ora di cena, all’hotel Avenida: sia pure basica ce la facciamo andare, e comunque sparando cazzate va bene quasi tutto, poi in branda, che la sveglia suona presto!
0730 ed è tempo di uscire dalle coperte per affardellare lo zaino, mangiare qualcosa e prepararsi alla partenza.
Per equilibrare i 3km extra fuori traccia che ci hanno portato qui, chiamo un taxi che ci lascia a Zamarramala, risparmiandoci i 3km di asfalto per raggiungere il paesino via carretera: pari e patta!
Sono le 0900 ed è ora di muovere i primi passi: il sole è ancora basso, nascosto dietro la sierra de Guadarrama, e attraversato il pueblo deserto e silenzioso, ci inoltriamo tra campi arati coperti di brina e punteggiati di radi cespugli, sospesi tra le ombre della notte passata ed il lucore del nuovo giorno.
Via dunque nel freddo mattino, calpestando il duro terreno gelato, mentre il sole inizia a far capolino dietro le creste: non un anima in vista, non un uccello in cielo a farci compagnia, solo le nostre lunghissime ombre a precederci.
Camminiamo spediti per scaldarci, mentre lo sguardo può spaziare a 360° sulle ondulate distese screziate di tutte le tinte del marrone, interrotte solo dalle linee geometriche di qualche hacienda o di qualche pilone metallico.
Alle 1050 urge una sosta nel fumoso bar di Los Huertos: il buon Jorn ha lo stomaco ridotto male e si trascina un po’… mezz’oretta e sembra in condizione di ripartire: attraversiamo il paese pressoché disabitato ed in breve agganciamo la Via verde del valle del Eresma, ex linea ferroviaria attualmente schiodata ed adibita a percorso ciclopedonale.
Filiamo quindi in linea retta per mezz’ora tra un’area pantanosa a sinistra ed un contrafforte roccioso a destra, ma a mezzogiorno è ora di lasciare la via, attraversare il rio Eresma e riprendere il cammino, tra campi e filari di ontani prima, tra pini trattati per la raccolta di resina poi, fino a tornare in campo aperto e guadagnare la plaza mayor di Ane.
Anche quest’ultimo è un paese fantasma: Jorn si butta al sole su di una panchina della plaza major mentre noi facciamo visita al bar dietro l’angolo, triste e vuoto, per una birretta ed una tapa di salsiccia e peperoni.
In piazza un anziano mi intrattiene con le vicissitudini del pueblo e del suo spopolamento, mentre lo strombazzante furgone della panaderia ci contende la palma di attrazione della giornata.
Per dimostrarci superiori, acquistiamo un sacchetto di Sequillos, ricevendo le lodi di un altro vecchietto: proprio buoni, sti cosi!
1350: due coche e la sosta al sole sembrano aver giovato al nostro german horse, dai che si va!
Attraversiamo il rio Moros dalle rive sabbiose e ci smazziamo una mezz’ora scarsa di carretera, per poi deviare su un’altra pista agricola: il sole è ormai allo zenit, e quasi all’unisono poggiamo lo zaino a terra per restare in maglietta… si crepa!
Continuiamo tra i campi in prevalente sia pur leggera salita, sul tratturo che ci conduce a Pinilla-Ambroz, ulteriore pueblo semiabbandonato: unica presenza un pastore col suo gregge.
Sostiamo comunque un buon quarto d’ora al sole per poi salpare le ancore e solcare il saliscendi di queste ultime collinette: in un’ora siamo al trincerone scavato dall’Ave, ultimo ostacolo che ci separa dalla meta.
Il paesone di Santa Maria la Real de Nieva è in vista da un bel po’, ma solo passata la ferrovia possiamo dirci arrivati: alle 1630 siamo in centro e 10 minuti dopo all’albergue peregrinos.
Una telefonata ed alle 17 prendiamo possesso di una branda ciascuno: è chiuso da un pezzo ed ovviamente molto freddo!
Mentre c’è chi si infila nel sacco a pelo, io torno su in centro per visitare il bel chiostro romanico della iglesia monasterio Senora de la Soterrana e per organizzare la cena: di domenica in Spagna è spesso un casino!
Trovo l’unico e prenotatissimo ristorante del paese e riesco a far aggiungere un tavolo per tre: anche per stasera è andata!