Day03 Cercedilla_Segovia, 30km +3

Sabato 29 dicembre

Cena colossale a La Maya per festeggiare il compleanno del buon Jorn, nonostante uno strano andirivieni in cucina (meanwhile, in the kitchen…), poi, sotto una magnifica stellata, ripercorriamo il chilometro che ci separa dall’hostal: fioi, che fredo!!!
Notte tranquilla, risveglio antelucano, colazione alla caffetteria della stazione e via subito in salita tra i pini, prima su carretera e poi, quasi un’ora dopo, su di una calzada dall’origine dibattuta ma che è ormai assodato essere una realizzazione borbonica del XVIII secolo sulla base di una precedente via romana, la via Antonina, che univa l’attuale Merida a Saragozza, passando per Toledo.
Dopo il puente del Descalzo, che ci porta oltre uno stretto ma profondo canale scavato dall’arrojo de la Fuenfria, proseguiamo sull’imponente e antico selciato che ci conduce in breve, con tratti più morbidi dovuti a Roma imperiale ed altri più tosti iscrivibili a Felipe V (punta massima del 22% alla cuesta del Reventon), ai 1800 mslm del puerto de la Fuenfria, massima elevazione dei caminos de Santiago nell’entroterra spagnolo.
Sono le 1015 e finalmente guadagniamo il sole ed un bel panorama, ma fa ancora freddo e più di dieci minuti non è consigliabile fermarsi: ripartiamo verso nord su larga pista forestale ed incontriamo subito la Majada Minguete, la prima di una serie di fonti/abbeveratoio che costellano questa parte del percorso.
Alle 11 e poco più, all’altezza della fuente de la Reina, la pista confluisce in una carretera, che seguiamo in falsopiano, per poi ributtarci tra pascoli e boschi fino alle 1230 quando, ormai al riparo del vento, ci concediamo una mezz’ora di pausa al sole.
Solo le sierras emergono dal mare di nubi sottostante, e finiti i panini ci tocca proprio tuffarci in discesa, entrandovi: visibilità ridotta, umidità aumentata a dismisura, pascoli bagnati e fangosi… ci muoviamo in fretta, ed alle 1350 siamo nel cosiddetto Bosque de Segovia, di fronte alla venta de Santillana (indicata anche come Casa de Esquileo de Iturbieta), antico complesso di edifici dedicati alle attività dell’allevamento del bestiame. Nonostante il nome evochi alberi e foreste, il Bosque è una prateria, anticamente destinata al pascolo ed alle attività venatorie dei nobili castillani: sì perché, scavalcata la sierra, siamo passati nella Junta de Castilla y Leon!
La catedral di Segovia è visibile in lontananza: passata una caserma della Academia de Artilleria (con i suoi obici semoventi ordinatamente parcheggiati) e superata una periferia decisamente agricola prima, ed un secondo anello più commerciale poi, 1630, eccoci finalmente in centro. L’acquedotto romano (che si sviluppa fino ad un massimo di tre ordini di archi sovrapposti, per un totale di 22 metri d’altezza massima) ci accompagna imponente e sorprendente, sminuendo con la sua presenza tutti gli altri monumenti… ci godiamo comunque un giro turistico ed una pausa cerveza in piazza, all’ultimo sole.
Passa un’oretta ed il dovere chiama: ci sono ancora 3km e spiccioli che ci separano dall’hotel!

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