Camino Vasco Day08, Pancorbo _ Briviesca, 28km
Ronfata atomica in quel di Pancorbo con risveglio d’ordinanza: fuori dalla finestra un muro di nuvole ricopre tutto. Spetta che ci giriamo dall’altra parte, va!
La tappa prevista è corta, ma alla fine vinciamo la pigrizia: zaino, colazione, partenza.
Dieci alle nove e si va: usciamo dal paese, sovrapassiamo il cruciale snodo stradale e ferroviario ed imbocchiamo un tratturo di fianco ai binari… lo seguiremo mentre diventa pista e poi viottolo, sempre più stretto e fangoso, dapprima costeggiando enormi capannoni e poi insaccati tra la massicciata e la sponda della trincea del treno.
Ne usciamo, zuppi ed inzaccherati, un tre quarti d’ora dopo, per attraversare un ultimo campo sarchiato e guadagnare un cavalcavia che porta oltre l’A1.
Proseguiamo ora a sinistra dell’autopista: le nuvole si sono alzate in modo evidente, rendendo visibile la campagna solcata dalla A1 e dalla N1, e chiusa sul versante opposto dalle montagne.
Mezz’ora ed una svolta ci vorrebbe riportare a fiancheggiare l’autopista: no, grazie!
Studiamo un po’ la mappa ed individuiamo un’alternativa: sembra aggiungere quattro chilometri, ma chissenefrega… lanciamo la monetina e stiamo a vedere!
Testa! Si lascia il cammino ufficiale e si va all’avventura, diciamo…
Restiamo dunque sul bel tratturo a fondovalle, che si allontana serpeggiando dalla rumorosa A1: costeggiamo campi arati o sarchiati godendoci il sole, mentre un torrentello circondato di ontani ci fa compagnia.
Neanche un’ora ed eccoci a Vallarta de Burrega (11.30), paese ormai semideserto, pare, dove il bar è ovviamente chiuso ma lo strombazzante ed ambulante panadero ci vende biscotti ai pinoli, alle mandorle e bottiglie d’acqua: che tempismo!
Facciamo merenda al sole mentre scarpe e calze si asciugano…
Mezzogiorno e si va, seguendo il torrente ed il camino rural, ora asfaltato, che si addentra tra le colline verso SudEst: le pendici erbose si fanno più vicine, restringendo la valle, mentre si inizia a salire.
Giungiamo così ad pianoro coltivato a perdita d’occhio, spazzato dal vento (12.40): cinque minuti ed ecco la nostra sterrata, che, nel giro di mezz’ora, aggancia il Camino di Briviesca che ci riporterà, stando sempre in quota, verso SudOvest.
Dieci minuti fangosi ed un’oretta di asfalto, con il vento in faccia sempre più aggressivo, prima di riguadagnare il fondo sterrato compatto che, con un giro verso SudEst ci permette di trovare il Camino de Caseron (14.35): aggiungiamo un altro chilometro, ma abbandoniamo il bitume.
Di nuovo correttamente orientati verso SudOvest, colleghiamo i tratturi poderali per dirigere verso valle: ci infiliamo sotto la fatidica A1 (15.45) ed ecco apparire la cittadina di Briviesca, nostra meta odierna.
In poco più di mezz’ora le stradine dei campi ci accompagnano fino alla periferia, dove intercettiamo il Camino ufficiale: seguiamo le frecce gialle sotto la statale, traversiamo un ponte medievale ed in breve eccoci nella plaza major (16.30).
La prima impressione non è delle migliori: tutto sembra chiuso, male in arnese o in vendita, a fatica troviamo un bar con un paio di tristi pinchos in vetrina… ce li facciamo bastare mentre cerchiamo una sistemazione per la notte: chiuso, in ferie, non più in attività.
Telefoniamo e poi ci rechiamo ai vari indirizzi, constatando l’effettiva chiusura delle attività in esame… si mette male!
Mi fermo dalla policia local per chiedere info sull’Albergue: immagino sia chiuso come tutti gli altri, ma chissà…
I due agenti mi elencano le varie possibilità, e dopo aver controllato loro stessi mi confermano che siamo fregati!
Poi, però, uno di loro chiama al numero personale il padrone dell’Hotel Isabel: cinque minuti e ci apre! Olè!
E insomma, un’ora per trovare una sistemazione, molto meno per trovar la cena: c’è un solo ristorante aperto, a quanto pare!
Casa Floren, arriviamo!