Camino Vasco Day09, Briviesca _ Quintanapalla, 26km

Qualche difficoltà a buttare il socio giù dalla branda, ma per le nove si esce dall’hotel ed in un’altra mezz’ora si riesce a partire: il cammino ufficiale si infila diretto tra le due arterie principali… ma anche no!
Per quanto possibile, cerchiamo di non passare la giornata di fianco a strade ed autostrade, va là: prendiamo quindi la non segnata variante per Valdazo, che inizialmente affianca l’onnipresente A1 ma quasi subito se ne affranca, infilandosi in una valle solitaria e silenziosa.
Rari trattori al lavoro sui pendii, coppie di rapaci che scivolano nel forte vento, un numeroso gregge di pecore diretto al pascolo.
Solo il sibilo del vento nelle orecchie.
Un’ora di cammino per coprire i primi cinque chilometri ed oltrepassare il semiabbandonato pueblo di Valdazo: restando sul versante al sole della valle la strada sale moderatamente, srotolandosi verso Reinoso (11.00 km7).
Mentre le campane segnalano il nostro arrivo, ci buttiamo su di una panchina al riparo del vento per un venti minuti di sosta: dividiamo qualcuno dei nostri biscotti con una cagnona nera e poi si riparte.
Poco oltre ignoriamo le indicazioni per il primordiale dolmen el Pendoso (pare abbia 6000 anni) e seguiamo invece le rare frecce gialle: sembra infatti che fosse questo, il cammino originale, e non quello tra le autostrade… bè, pare anche logico!
Comunque via veloci fino a Revillagodos (12.00, km10), altro pueblo semideserto, in cui si fa notare la casa palacio Juez Sarmiento, che pure sprangata fa la sua figura. Nient’altro da segnalare, se non che qui ci si ricollega ufficialmente al cammino… ed anche alla A1, purtroppo.
Bastano però venti minuti per giungere alla spopolata Quintanavides, da cui un cammino sassoso conduce tra i campi fino a Santa Olalla de Bureba (12.45, km14), dove l’ennesima insegna promette ingannevolmente ristoro.
Quarto d’ora di sosta sulla panchina di fronte al bar: facciamo fuori gli ultimi biscotti e riempiamo le bottiglie alla fonte il cui zampillo è in balia, anche lui, delle forti raffiche di vento.
Usciti dal pueblo bastano cinque minuti per raggiungere la sempre poco trafficata N1 che ci porta dritti dritti a Monasterio de Rodilla (13.40, km18): tutto chiuso o sprangato, nessuno in giro. Avremmo dovuto fermarci al motel poco più giù sulla strada, che sembrava aperto.
In fondo era il nostro finale di tappa… Evabbè.
Attraversiamo il paese ed infiliamo la carretera del Temiño salendo verso la testa della valle, inizialmente verso Ovest, per poi girare verso SudOvest alla volta dell’ermita de Nuestra Senora del Valle (ore 14.00).
Da qui i segnali indicano la mulattiera che sale verso il crinale, che raggiungiamo in venti minuti:  campi sassosi, pascoli stopposi e qualche boschetto di pini.
Dall’alto possiamo osservare la via di salita, le sierras in lontananza, i crinali punteggiati di giganteschi aeromotori… ed il cielo che sembra farsi sempre più nero.
Basta un quarto d’ora per scendere all’area di sosta la Brujula sulla N1
(14.35, km22): come sempre i camionisti sono un indicatore affidabile… è ora di un menù del dìa!
Una zuppa bollente, un piatto di carnazza ed una bottiglia di vino son quel che ci vuole per scuotersi di dosso il freddo pungente della giornata!
Ma allora ci fermiamo qua al motel o no?
Certo che no! È uscito il sole, altro che pioggia! Dai, ancora qualche chilometro!
Ci lasciamo il ristorante alle spalle e torniamo in cammino: in breve il Puerto la Brujula, 981mslm, è alle spalle ed i nuvoloni si addensano davanti a noi… spilli d’acqua iniziano a pungerci ed il vento si fa ancora più teso. Neanche venti minuti dal calduccio della sala da pranzo: sotto ad un gruppetto di pini infiliamo il goretex, ma ormai è tardi! Alle prime raffiche siamo già fradici dal culo in giù! Ok, bisogna restare in movimento: l’argilla del sentiero si fa sempre più scivolosa ed appiccicosa, mentre l’acqua si trasforma in neve ed i piedi sguazzano nelle scarpe. Le nuvole corrono veloci e le raffiche di vento e cristalli di ghiaccio ci mozzano il respiro: sticazzi che tempo di merda!
Restiamo in quota per mezz’ora, mentre il vento privo di ostacoli fa sbatacchiare i nostri indumenti: poi una rapida discesa ci porta sotto la A1, dritti nella parte alta di Quintanapalla (17.15, km26), dove, pietosamente sgocciolanti, troviamo alloggio presso la casa rural.

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