Dìa03 Xerta – Gandesa, 25,5 km

DSCN4593
Solo? Cazzo, ci ho messo una vita!
Allora… dopo aver riposato nel pomeriggio all’alberg Assut, ci ho anche cenato e stamattina mi hanno fatto trovare un po’ di desajuno… alla modica cifra di 42 euro! Per un cammino quasi un’eresia! Cioè, se consideri ‘sti prezzi a Santiago ci arrivi completamente al verde! Comunque, comunque…
Partito tardi, tanto la strada da fare era tutto sommato pochina, no?
Alle 0650 sono in strada, esco dal paese ed imbocco la Via Verde della Val de Zafan, ex strada ferrata adibita a pista ciclopedonale: sarebbe anche più figa se non la avessero asfaltata da cima a fondo! Per quasi 19km non tocca insediamento abitato, solo un paio di stazioncine in disuso (una ospita un bar) e conduce al santuario della Fontcalda, dove la si lascia per proseguire il cammino verso Gandesa.
Ma andiamo con ordine: appena lasciato Xerta, saranno un paio di km, si può ammirare l’Azud (o Assut in catalano, qua ci sono i cartelli bilingue come in certi comuni italiani…) un’opera di ingegneria idraulica che risale al dominio moresco sulla Spagna (siamo al XIV°secolo) per irregimentare l’Ebro e formire energia per la molitura dei cereali. In altre parole un muro diagonale di 350 metri in mezzo al fiume e con un mulino ad una estremità (gli spagnoli ci hanno aggiunto una chiusa per la navigazione – oggi in disuso – ed una centrale idroelettrica). Detto così sembra anche fico, forse, ma da vedere non è il massimo: forse se lo presentavano un po’ meglio…
Ma via, avanti, e seguendo la pista si arriva alla Estacion de Benifallet, a 9 chilometri da Xerta: sono le 0830, pitstop vesciche e alle 0850 si riparte. Si entra e si esce dai tunnel che traforano la sierra, alcuni con illuminazione, altri no (e si usa la pila frontale) fino alla stazione abbandonata de Pinell de Brai (0940): da qui in poi solo frontale, che le luci non vanno più dato che qualcuno ha smontato le cabine elettriche… Si cammina sul fondo della trincea scavata per il treno, tra alte falesie rossonere e ponti sospesi a saltare canyon scavati da ruscelli ormai pigri ed imborghesiti: si sente solo il rumore delle cicale e, saltuariamente, qualche ciclista mi sfreccia a fianco.
Alle 1040 raggiungo il santuario de La Fontcalda, piantato in mezzo a questa solitudine rocciosa, di lato al rio Canaleta che nasce da una fonte (avete indovinato) che sgorga calda, a 28°C e già nota ai romani e bla bla… a me interessa perché il bar è aperto e posso prendermi un panino ed una birra, attendendomi il prezzo rapina dato che qua in giro non c’è concorrenza… infatti: 7euro!
Sistemo le vesciche (cazzo, cominciano proprio a rompere!) e via, h 1120, percorrendo las Gargantas del rio Canaleta: un primo tratto costeggia le piscine naturali formate dalla fonte scendendo verso valle. Cambiando poi lato rispetto al rio si sale tra la macchia mediterranea verso antichi ed ormai abbandonati campi terrazzati coltivati ad ulivi… se fino al santuario la pendenza non si faceva sentire, bhè, qui la musica cambia, complice anche il caldo: è quasi mezzogiorno e, signore e signori, adesso spacca!
C’è di buono che non si va più sull’asfalto ma su di una buona pista di terra rossa, a tratti molto morbida, in un paesaggio da far west con gli ulivi al posto dei cactus! Alte falesie giallonere su entrambi i lati della valle con campi terrazzati ai loro piedi, disseminati di alberi secolari, alcuni veramente maestosi ed antichi. Si passa in vista di una formazione rocciosa detta El Bordon de la Peregrina, si suppone perché dovrebbe somigliare ad un bastone… ma secondo me somiglia a qualcosa d’altro ed il nome è un gioco di parole! Bhà, mi sa che l’autore della relazione è un ragazzo di chiesa… o ha poca immaginazione!
Sempre dritto e si scollina, raggiungendo il punto più alto del Camino del Ebro, la vertiginosa quota di 475metrisullivellodelmare, el collado de en Toner.
Da qua non c’è storia: 2 chilometri di strada asfaltata in discesa e poi altri 4 su piste di terra fino a Gandesa: mi sparo all’Ayuntamento a cercare informazioni sui posti più economici per dormire (cerchiamo di evitare altre rapine, please!) e raggiungo la Fonda Serres, dove mi sistemo con 20euri: finalmente un prezzo onesto! Doccia, vesciche, bucato e menù del dia. Sonnellino e… aspetta!
Ho aperto la finestra e sotto c’era una bestia stranissima (mi dava la schiena, allontanandosi) e non ho capito cos’era! Poi son tornato su ed è un cane nero, ma grosso tipo maremmano ma di più, tutto rasato, proprio senza pelo… cioè, che è un cane si capisce perché l’ho chiamato e fa bau… mah avrà qualche malattia della pelle…è tutto nero e solo le orecchie sono un po’ pelose: povero che brutto!
Un’ora di siesta, un po’ di libro, spesa per la colazione di domani alla tienda e un rotolo di cerotto in farmacia, una cerveza y limon, un altro capitoletto e la cena… ora un orujo de hierbas e vediamo se riesco a conectarmi… ciao!

Potrebbero interessarti anche...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Translate »