Camino Vasco Day07, La Puebla _ Pancorbo, 34km
Sabato sera + primo giorno dell’anno = ristoranti sprangati e cucine chiuse, quindi solo pinchos disponibili… evabbè.
E allora birrette e qualche cicchetto, una scodella di noccioline e via in branda: domani sveglia un po’ più seria che la tappa è lunghetta, meglio dormirci sopra!
Alle 08 tutto è ancora buio e silenzioso: attraversiamo la via principale tra le grandi case in pietra e, sorpresa, ci imbattiamo in un bar aperto! E chi ci sperava???
Spolveriamo in un attimo la doppia colazione ed alle 08.15 siamo di nuovo on the road: prendiamo la N1, semideserta da quando l’autopista A1 ha preso il suo posto, e la seguiamo per un po’ prima di prendere un camino rural fino a Burgueta (09.05, 4km) da dove imbocchiamo un cammino in leggera salita tra i campi, poi in discesa verso valle raggiungiamo il pueblo deserto di Estavillo (09.30 6km).
È ancora freddo e nuvoloso, tira vento, abbiamo abbandonato l’Enclave e siamo di nuovo nel Pais Vasco… in questo punto il Camino si biforca: a sinistra si dirige a Santo Domingo de la Calzada, mentre noi prendiamo a destra, che si va a Burgos!
Basta un chilometro per sottopassare la A1 ed entrare ad
Arminon, nuovamente sulla vecchia N1: attraversiamo il fiume Zadorra sul ponte medievale e calchiamo il camino che procede a mezzacosta tra i campi, parallelo alla A1 ed alla N1, che torneremo ad incrociare più oltre.
Ormai è passata un’ora, e nonostante Miranda de Ebro sia già in vista, le frecce gialle ci conducono in un amplissimo giro per evitare la zona industriale di Rivabellosa: passiamo così per il villaggio di Ribaguda (ore 11.00) e poi per un borgo semiabbandonato da cui ormai si può accedere alla periferia urbana… lungo i marciapiedi solo qualche anziano a passeggio: attraversiamo il fiume Bayas ed entriamo in città da est.
Dieci minuti ancora tra rotonde e palazzoni e traversiamo il ponte sull’Ebro (ore 12.30, 17km) che da accesso al centro storico: finalmente ecco il sole, e quindi sosta in Plaza de Espana con pinchos e birrette.
Come sempre la sosta sembra durare troppo poco, ma è ora di ributtare lo zaino in spalla: 13.30 e dirigiamo lato strada ad Oron, dalla turrita chiesa-fortezza, traversiamo il fiume Oroncillo e ci buttiamo a sinistra tra i campi, mentre il vento rinforza.
Procediamo piegati controvento, e ci fermiamo per due chiacchiere su pecore e lana con un operatore del settore… salutiamo il pastore ed i suoi cani e procediamo in costante salita tra i coltivi.
Toppiamo clamorosamente da qualche parte, a quanto pare, perché il tratturo muore al limitare di un campo… lo bordeggiamo guadagnando il crinale e basta un colpo d’occhio per trovare la soluzione: giù in discesa a ritrovare la N1 e poi sempre dritto, verso l’unico passaggio possibile tra le pareti che bloccano l’orizzonte.
Mezz’ora e giungiamo quindi ad Ameyugo (15.45, 28km), pueblo all’estremità est della lunga e stretta valle del Pancorbo, che attraversa il Parque Natural de los Montes Obarenes: spettacolari e frastagliate pareti rocciose incombono su di noi, mentre percorriamo il sentiero che segue il rio Oroncillo, tra vecchi ponti ferroviari, antiche strade e moderne autostrade.
Una breve sosta per tirare il fiato davanti al vetusto hotel Desfiladero ed in un quarto d’ora riprendiamo a salire: raggiungiamo la Ermita de la Virgen del Camino, poi sottopassiamo i binari e procediamo ora su di una carrareccia a lato della N1, mentre gli avvoltoi ci volteggiano sopra la testa… ormai la strettoia tra le pareti è alle nostre spalle, ed in breve eccoci sulla via principale di Pancorbo, che attraversiamo quasi per intero, prima di riguadagnare la N1 e trovare alloggio nello spartano hotel omonimo (17.30, 34km).
L’acqua è calda, il materasso è comodo, la cena è semplice ma abbondante… finalmente!
Ah! Sarà mica che siamo passati ufficialmente in Castilla y Leòn???