Camino Vasco Day04, Zegama _ Agurain/Salvatierra, km23

Per fortuna la pensiòn apre sul serio, ed eccoci quindi alle prese con la routine serale: doccia bollente, cena anonima ma sostanziosa, branda!
Sveglia ormai consolidata alle 07.30 e colazione alla taberna di fronte, aspettando l’apertura del supermercato: oggi niente punti di appoggio intermedi garantiti, quindi meglio procurarsi un minimo di vettovaglie!
08.45 e si può partire: il mattino è decisamente fresco, ma il cielo è azzurrissimo ed il massiccio del Aizkorri glassato di rosa dalla luce del mattino.
Si esce tra le case ed i vecchi palazzi in pietra ed in un quarto d’ora si lascia l’asfalto per un umido sentiero  lungo l’Oria, punteggiato di casoni e mulini: ne abbiamo risalito il corso fin qui, dove nasce come torrente di montagna e qui lo salutiamo, seguendo un piccolo affluente in decisa pendenza, a cercare il sole in quota.
Si sale ripido tra gli alberi, costeggiando qualche fattoria, fino alla fine della strada (09.45): a lato dell’ultima di esse inizia la sassosa mulattiera che in mezz’ora, tra folti d’alberi, rigagnoli d’acqua e cavalli al pascolo ci conduce in decisa salita ad una carrareccia.
Nella bella radura tra i faggi fuma il camino del casone basco, poco più in là gorgoglia l’ennesima fonte: la pista alle sue spalle ci porta verso un belvedere al sole, dove ci godiamo una pausa panoramica sotto i bastioni calcarei della sierra.
Giusto un venti minuti a far foto e sparare cazzate, poi si riparte su fradicio sentiero per ritrovare una bella pista a mezzacosta sotto le creste: seguendola ci alziamo sempre di più, immersi in una spettacolare ed antica faggeta.
Tra gli alberi contorti e coperti di muschio ogni tanto si apre lo sguardo sulla valle più in là, ancora coperta di nuvole: poi la mulattiera spiana, il bosco si dirada, ed eccoci alla Ermita de San Adrian (11.15).
Sospesa tra la faggeta alle nostra spalle ed i pascoli digradanti verso valle, la chiesetta (ed il rifugio, ormai chiuso da anni) è sovrastata dalle creste della sierra e gode della vista sul Tunel de San Adrian, il fenomeno carsico che ha generato il passaggio da un lato all’altro del Aizkorri.
Sarà complice la bella giornata, ma il sentiero nel quale ci innestiamo da qui è molto frequentato: ci uniamo agli escursionisti ed in breve eccoci nella grotta, di fronte alla chiesetta costruitavi all’interno, per poi attraversare verso l’altro lato della sierra, uscire dalla dolina ed iniziare a percorrere l’antica calzada che testimonia quanto questa via sia antica ed importante.
Risaliamo la valle ombrosa ed umida sugli antichi pietroni, tra i faggi contorti e macchie di neve vecchia fino al bivio sul Collado de Portugaina: questo passaggio sul crinale è il punto piu alto sul cammino, 1143mslm, e rappresenta il confine tra la provincia di Guipuzkoa e quella di Alava.
È quasi mezzogiorno, e la salita è finita: da qui, sul semiallagato e scivolosissimo sentiero, scendiamo verso valle ad intercettare una carrareccia che porta alla radura di Zumurraundi.
Sono le 12.30 ed è ora di una pausa al sole: pane, formaggio, jamon et voilà, roba da signori!
Al sole si sta una meraviglia, ma tocca muoversi: ore 13.20 e si va, su strada appena riasfaltata, in decisa discesa nella valletta circondata da faggi e rigagnoli d’acqua.
Un piacevole sentiero ci sottrae per un breve tratto all’asfalto, portandoci a costeggiare un torrente, anche grazie all’ausilio di passerelle lignee.
Poi è tutta carretera, più o meno in buone condizioni, con la sierra a sinistra e poi alle spalle, mentre il panorama inizia a cambiare e le montagne cedono il passo alla pianura coltivata: è la Llanada Alavesa.
Alle 14.30, inaspettatamente, il bar di Zalduondo è aperto: birretta e colossale sosta al sole, che adesso sembra estate!
Un’ora a sonnecchiare e poi si riparte… subito fuori dal paese una variante rural per risparmiarci l’asfalto, al prezzo di un chilometro in più: affare fatto!
Un largo curvone, in pratica, evita la principale e procede tra i coltivi ed una strana foresta rinselvatichita: tocca il borgo di Mezkia (16.15) e procede in linea retta verso Salvatierra.
Il tempo di orientarci ed alle 17.00 eccoci alla pension Josè Mari.
Birretta fredda, doccia calda, cazzeggio, ennesima cena anonima (cominciamo a dubitare dei cuochi baschi!), passeggiata lungo le belle vie lastricate del casco antiguo, decisamente interessante, ed è ormai ora di branda…

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