Dìa26 19/09 Alto del Pojo – Sarria – 32km (-111)


continua il conto alla rovescia…
la tappa di ieri ci ha portati piu’ avanti del previsto… pensavo di deviare in direzione del monastero di Samos, ma oggi i piedi, cotti dai 35 e più km di asfalto di ieri, e con nuove, incredibili, vesciche, non reggerebbero i 5 km in piu’ necessari a raggiungere Sarria… ne, d’altro canto, posso accontentarmi di fermarmi, come previsto, a samos: sono solo 18km.
Sarria, dunque.
e così, partenza, lenta, alle 06.30: mi fermo quasi subito a lavorare sulle vesciche. cammino come uno zombie, il destro mi fra troppo male, torco il piede e lo appoggio in maniera stranissima…
ma un po’ alla volta va meglio e, alle 09 siamo a Triacastela. solito delirio di asfalto, ma poi la strada cede il passo ad uno sterrato, pietroso ma benvenuto. breakfast con café con leche e napolitana e via, verso sarria. Dopo una sosta a Furela raggiungiamo Sarria alle 13.50: ancora una volta trovare un letto è pura incazzatura… tutto pieno, rifugi esauriti, sia privati che pubblico. ma, finalmente, dopo quasi un’ora, ci accolgono al rifugio internazionale, molto carino e pulito. ok, operazione descanso! e per fortuna alle 14.30, non alle 17 e anche, come ieri!
da segnalare che il sentiero è per lo più piacevole, tra boschi e pascoli e terreno coltivato, si sale e si scende in un paesaggio mai monotono e sempre verde: dal Pojo, al mattino, appare evidente che ci infileremo tra le nuvole, una volta a fondovalle, e così avviene… ma è piacevole e non così umido…
dopo il riposino vado in cerca di una farmacia per rifonire azusa dei painkillers di cui è ormai dipendente: è sabato, e devo girare quasi un’ora per trovare quella di turno. esaurita la missione penso ai cazzi miei e capito davanti ad un negozio di roba da montagna… cazzo, voglio spendere un po’ di soldi! compro un paio di bei sandali infradito in cuoio, quelli per la doccia a camminare in città mi ammazzano! e pensare che sono calzature che ho sempre schifato! ma qui mi sembrano il massimo, e spendo volentieri sti 40 euri!
poi la cena!
cazzo, era ora! tavernetta tipica, con oste tipicamente gallego… sto aspettando al banco per un tavolo all’esterno, che non voglio stare dentro… un paio di ragazzi irlandesi lo occupano appena gli avventori precedenti lo liberano: chiarisco che c’eravamo prima noi ma li invito a farci compagnia. così ci sediamo in quattro e si chiacchiera in attesa della cena. zuppa gallega, prosciutto alla brace (che si rivelerà una sorta di rotolo di maiale) e torta di santiago, innaffiati da una bottiglia di rosso di rioja… ok, ora va meglio.
salutiamo gli irlandesi e via, in branda.

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