Via della Costa day07 Genova _ Arenzano 32,5km 1031mD

Una passeggiata tra i carruggi dopocena, ma non ho voglia di infilarmi nel casino dei festeggiamenti: mi sveglio ed è già il 2024… ok, solita routine mattutina e si va, non cambia niente!
Chiudo il portone al suono della sirena del porto, le campane la seguono e insomma è ufficiale, son le 08.00 e si può partire.
Via tra i vicoli semideserti, solo qualche capannello di nottambuli e qualche cane a passeggio col padrone a rimorchio: la pioggia di ieri ha lasciato l’aria più fresca ed il selciato luccicante, ci hanno pensato i festaioli a lasciare in giro bicchieri vuoti, cocci di bottiglie e scatole di razzi e petardi vari.
La direzione è chiara: parallelo al fronte del porto diretto verso Porta Principe, passando per la Via del Campo cantata da De Andrè, poi sempre sui marciapiedi fino a Sampierdarena, si scavalca il torrente Polcevera, si oltrepassa la stazione ferroviaria di Cornigliano (09.25 km07), e si attraversa la zona industriale di Calcinara per giungere così al corso di Sestri Ponente, ancora sonnacchioso (09.45 km09).
Son passate un paio d’ore (10.00 km10+) e finalmente un piccolo brivido: ci si stacca dalla via principale per salire delle scalette e procedere poi tra pareti e muretti. Dura poco, però: si scende, si imbocca un ponte oltre un corso d’acqua e si giunge a Pegli (10.15 km11,5) che può vantare una passeggiata lungomare ed un po’ di animazione!
Mezz’ora ancora e sono a Prà, zona di ferriere, nel corso ancora deserto e parecchio triste (10.45 km14 ).
Un’ultimo tratto industriale e scoraggiante ed ecco finalmente un bar aperto nella prima piazzetta disponibile a Voltri: pausa caffè, subito (1125 km17,5)!
Mezz’ora per fare la ricarica e rivedere il percorso: urbano industriale deludente fin qua, urge una seconda tranche per risollevare le sorti della giornata… variante montana lungo l’Alta Via Ligure e vediamo!
Cinque a mezzodì e si riparte: tempo dieci minuti e si abbandona la costa per iniziare a salire su asfalto, scalette e lastricato per giungere alla chiesa di Sant’Eugenio (12.20 km19,5) da dove imbocco il percorso storico Campasso, in salita tra le case su viuzza (le chiamano creuze?) lastricata.
Basta un chilometro per agganciare, sopra il borgo, la secondaria asfaltata che porta all’azienda agricola Campenave (12.40 km20,5) e continuare poi su bella sterrata in direzione Tabacca: ad un bivio si prende però il sentiero che sale tra i castagni (13.05 km22) e si inizia a fare sul serio, in ambiente sorprendentemente montano nonostante la quota ridotta (sui 400mslm circa).
Il sentiero, dal fondo roccioso, sale a muso duro e porta in breve alla selletta sotto al monte Pidocchio, da cui si apre verso il mare una prateria di erba ed erica spazzata dal vento, da cui già si vede la meta costiera, Arenzano (13.55 km24 750mslm).
Cinque minuti in quota per trovare riparo dal vento, allo scoccare dell’ora, contro il muro della ex Casa Dazio, baracchetta datata 1924.
Cambio maglietta, su il pile e breve sosta arancio e cioccolata: venti minuti e si torna in azione, anche se Strava me lo ricordo solo qualche minuto dopo, mentre si sale tra le irte Rocche du Mapertusu (780mslm) che danno accesso al passo sotto il monte Tardia, da cui tengo la sinistra (14.35 km25 840mslm), proseguendo in salita sul crinale fino alla cima del Tardia di Ponente (14.45 km25+ 928mslm).
È il punto più alto di oggi e del percorso, e si merita qualche foto: poi però giù, che il vento fischia!
Un quarto d’ora saltellando tra i sassi a fil di cresta ed ecco lo spartano capanno Ai Belli Venti (15.00 km26), che domina un’erta disseminata di tronchi bruciati, lungo la quale si perde velocemente quota fino al passo Gava (15.15 km26,5).
Sempre in favore di gravità, ora puntando con decisione verso la costa, ignoro il bivio con il sentiero Scarpegin (15.30 km27,5) e tengo la destra per raccordarmi con la mulattiera che porta comodamente “all’area grigliate” del Curlo (16.00 km30), da cui si scende su sentiero scassato che porta alle ultime case sopra la città (16.20 km31).
Si procede ora su discesa asfaltata, poi su scale fino all’autostrada, sottopasso, viottolo in quota in paese, ancora un po’ di zigzag urbano ed ecco la mia destinazione in quel di Arenzano (16.45 km32,5).
Routine post camminata e si esce a cena, raggiungendo l’Osteria da Livio: personaggio spaziale, cucina stellare… mangiata eccezionale!
In chiusura vari distillati tra cui spicca l’amaro tipico Santa Maria al Monte e gran chiacchiere prima di abbandonare per ultimo il locale… ciao Livio, grazie!

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