OrientXpress Day01 Castelfranco Veneto_Latisana, 154km

Sveglia alle quasi 0700, colazione, saluti e baci alla mia signora che va a lavorare, scendo coi borsoni, estraggo la bici incastrata tra auto e bidoni nel garage dei puffi, affibbio il basto al panzer tedesco, pedalatina di prova, sbatto il basculante lasciando dentro le chiavi, scalo la rampa in scioltezza… ed è ufficiale, si parte!
Da casa è un attimo guadagnare la riva del Muson ed il Sentiero degli Ezzelini: via la canotta, barèta fracada e si pedala sul bel fondo sterrato fino all’intersezione con la Treviso_Ostiglia (0835, km quasi12), dove saluto il familiare torrente per la familiare ex linea ferroviaria che, prevalentemente ombreggiata, mi conduce tra campi, borghi e cave fino all’oasi di Santa Cristina prima e, deviando per la Via dei Mulini, a Quinto poi (0935, km35), dove attraverso il Sile e riprendo l’Ostiglia che, finalmente ultimata, mi conduce dritto a Porta Santi Quaranta ed al primo radler del viaggio!
Ore 1015 e km41, giusto un quarto d’ora di sosta reidratante a Treviso prima di attraversare il centro e prendere la Restrera: da qui basta seguire la ciclabile del Sile, che tira dritto (bè, circa) fino a Jesolo e all’Adriatico!
Approfitto di questo lunedì mattina per percorrere, con le dovute cautele, le passerelle del cimitero dei Burci, poi dirigo verso Casier, dove un potente richiamo mi sorprende da tergo: l’antico sodale e compagno di allenamenti Alessio si unisce a tradimento a questa tratta iniziale dell’OrientXpress!
Le chiacchiere aiutano a non sentire il caldo e la fatica, e, sempre lungo il serpentone di risorgiva, giungiamo a Musestre (quasi mezzodì, km66) poi a Portegrandi costeggiamo la laguna con le sue valli da pesca ed infine, passato il ponte di barche a Caposile, ci fermiamo a pranzo in trattoria (1255, 85km).
Mezzepenne alla corsara, insalata di mare, patate, litri di acqua ghiacciata, caffè ed un radler per me: un’oretta ritemprante all’ombra e si riparte. Aspettiamo un dieci minuti che il ponte di barche venga richiuso e poi, ore 1420, ancora lungo l’argine destro del Sile fino a Jesolo vecio (1450, km96): Alessio va verso il lido a fare il bagno, io tiro verso Caorle… Ciao Ale, grazie per la compagnia!
Di nuovo solitario, stavolta lungo l’argine sinistro, dirigo verso Cortellazzo (1525, km104) e poco dopo, in direzione Eraclea, attraverso un altro ponte di barche ed in un’ora giusta, sempre dritto, arrivo alla periferia di Caorle (1625, km123), dove entro in un super a comprare tre litri di tè ed un chilo di pesche.
Una bottiglia e mezzo chilo dopo son le 1645 e si riparte: una buona mezz’ora di strada principale e poi, dopo Ottava Presa, si gira a destra su secondaria tra le vigne (è zona buona, quella di Lison di Pramaggiore) per raggiungere Sindacale (1735, km138) e, su fresca stradona ombreggiata dai platani, Lugagnana. Ancora venti minuti (1820, km152), e a San Michele del Tagliamento è ora di una sosta liquidi e di fare il punto: vista l’impossibilità di trovare posto in campeggio in zona Caorle (principalmente villaggi, cari e sold out) e visto l’orario, la densità abitativa e la difficoltà di trovare un posticino nascosto, la soluzione è… Hotel!
Sì, lo so, vi aspettavate che costruissi una palafitta di canne e fango lungo il Sile, scusatemi questo momento di debolezza borghese!
Comunque sia, Latisana è solo due chilometri più in là: 1840 in sella, 1850 in reception (km154), et voilà!
Spacchetta la bici, lavalava la roba, doccia, condizionatore a palla… Ok, si ragiona.
Ore 2000 in cerca di cibo, ma tutti i locali sono chiusi: rimedio comunque una pizzeria (ufficialmente chiusa ma comunque aperta… ) e dunque pizza birra acqua caffè ed in mezz’ora tolgo le tende!
Passeggiata sull’argine del Tagliamento ed alle 2130 è ora della routine serale… Notte!
PS lungo il Muson, il Sile ed il Tagliamento oggi, in ordine sparso: fagiani, germani, folaghe, cigni, cormorani, garzette, gallinelle d’acqua, picchi verdi, gazze, ghiandaie, merli, aironi cinerini, cornacchie, poiane, falchi, gabbiani. Canoe, kayak, barche quelle tipiche venete da vogalonga comecazzosichiamano, burci sfondati, gommoni, motoscafi, cabinati, pecherecci di vario cabotaggio, casoni, casotti, casali, baracche, moli, moletti, ponti di barche, ponti ferroviari e ponti stradali, e ovviamente le tipiche reti da pesca a bilancia. Ah! E i pali quelli là piantati in acqua a terzetti e le bricole.
Credo sia tutto.