Dìa33 Ponte de Lima – San Pedro Rates, 50km
Questo è il primo foglio di diario che scrivo il giorno dopo: ieri è stata davvero lunga, e, tra una cosa e l’altra, di scrivere non avevo proprio né tempo né palle…
Dunque dunque: venerdì sera, rimesso a nuovo dalla doccia ed asciugato con il vecchio e gigantesco asciugamano in cotone fornito da un pellegrino sbadato (W il cotone! Al rogo la microfibra! Non c’è storia, il cotone mi piace di più!), sono andato a fare un giretto per Ponte de Lima, niente male, bisogna dire… una perplessità, però: i lampioni hanno una cassa incorporata ed emettono canzonette 24h su 24! Mah!
Poi sono andato a cena: fame bestia!
Zuppa (tipo caldo gallego), due bistecche alla milanese, insalata, patate fritte, un piatto di riso bianco (te lo portano come contorno) un cestino di pane ed un paio di birre… direi che ci siamo!
L’albergue chiude alle 22 (ahi ahi!) però la zona comune si può utilizzare tranquillamente e c’è anche il giardino: ho tirato la mezza assieme a dei portoghesi che cominciano domani… certo che quando parlano non si capisce un cazzo! Sembra russo! E neanche provano ad andare piano!
Vabbé, buonanotte!
Sonno bestiale, e la sveglia alle 06 a forza di schiaffoni mi lascia alzarmi alle 0615… Però è dura!
Lo zaino è già fuori e la colazione giù in cucina; nel sacco con me hanno dormito calzini e mutande per favorirne l’asciugatura: ehi, è andata anche bene! Manca poco alle 07 e sono giù in strada: è già chiaro, muoversi!
Infilo il lungofiume e via, sotto ai platani su morbida sterrata, che subito, purtroppo, diventa un lastricato di porfido e poi carretera… ed è proprio un peccato!
Non so decidere cosa sia peggio, ma la combinazione dei due tipi di fondo, interrotti oooogni tanto da un po’ di sterrata, si rivela letale per le ginocchia ed i piedi del qui presente: ora di sera sogno trapianti di ginocchia o inserimenti di ammortizzatori supplementari ai lati delle stesse!
Comunque: si sale con calma fino a Vitorino (0915), poi giù fino a Balugaes (1030-45); qua il camino spiana, ed è quasi ora di sosta, ma non prima di aver passato il ponte das Tàbuas (1055) dove mi concedo un 25 minuti con the e biscotti all’ombra di alcune piante. Poi ancora su fino a all’Alto da Portela, al paesino di Tamil fornito di albergue, e giù fino a Barcelos, paesone fornito di tutto: panino e birra, x favore! Ah! E un magnum! Caldo maiale e mega sosta meritatissima: un’ora!
Alle 15 riparto, mancano quasi 17km e fa davvero caldissimo: il sole è un maglio perforante e si susseguono salitelle e discesette, tutte sul diabolico fondo asfalto-petroso… un’agonia!
Subito dopo essere scesi al ponte sul rio Càvado, una bella salita ci accompagna all’uscita del paese… tra le 1630 e le 1650 dovrei essermi lasciato alle spalle Pereira e attorno alle 18 Ferrado: il fatto è che, parecchio strano se pensiamo alla Spagna, il camino sembra evitare accuratamente di passare per il centro dei borghi… non un bar o una piazza vengono lambiti dal passaggio dei pellegrini… che cazzo succede? Non ci sono piazze o luoghi di aggregazione, in questi paesetti? Non ci sono bar? O, semplicemente, non vogliono gente in mezzo alle palle? E mancano pure i cartelli stradali con i nomi delle località (da qui l’imprecisione dei dati qua sopra: non so di preciso dove fossi…)! Tanto che, quando finalmente, alle 19 passate, arrivo a San Pedro Rates, meta di oggi… non so di esserci arrivato!
Poi trovo l’albergue e, finalmente, posso rilassarmi un po’.
Ore 1915: registrazione e quattro chiacchiere con i simpaticissimi hospitaleri portoghesi Angela, Susana e Nuno. Poi superdoccia e lavalava, un po’ di spesa e pedicure… a cena vado con loro ed un loro amico, José: francesina (specialità di porto, a quanto pare) ed un paio di birre, e per finire un magnum double caramel… oggi è il giorno dei gelati, mi voglio bene!
Poi all’albegue (incredibile! Non chiude!) ci sediamo fuori con una bozza di porto 10 anni… alla mezza crollo e saluto tutti… è stata la mia ultima notte da pellegrino: domani a Porto torno in borghese…