S2N day19 Huelva _ Olhao, 117km 810mD


Sveglia un po’ tardiva, ma in un’ora si sistema tutto, colazione al bar di sotto e si parte (08.15).
Bastano quindici minuti per il primo intoppo: il puente Sifòn è chiuso alle bici (08.30 km03)! Merda!
L’altro ponte è solo autostradale e questo sarebbe ciclopedonale, se non fosse per i lavori in corso… l’alternativa è un altro ponte a millemilamiglia a nord di qui!
Pedalo fino al molo per Punta Umbria, ma il barco salpa alle 10.00… non esiste!
Torno all’imbocco del ponte e fermo un furgone: il sosia di Butch, quello di The Boys, si offre da farmi da coche de apoyo e sfidare la legge, attraversando il puente proibito!
Il furgone ammiraglia mi sta in coda mentre pedalo a rotta di collo verso l’altra riva del fiume, che raggiungo senza incontrare divise incazzate (08.40 km07)!
Saluto e ringrazio il mio eroe e poi bastano 500metri per imboccare il Camino Verde tra le saline del Parque Natural del Marismas, area umida di fianco al fiume Odier, ricca di vegetazione arbustiva, fichi d’India e pini marittimi, habitat ideale per molte specie di uccelli palustri.
Con un ghirigoro d’asfalto e legno si sovrappassa la strada e si lascia il marisma per una pineta a lato carretera (09.00 km10,5): basta un chilometro e mezzo per arrivare alla periferia del pueblo de Aljaraque che sfioro per prendere un sentiero sterrato (km12).
Quindici minuti e tre chilometri polverosi e raggiungo la carretera el Rincon dopo l’urbanizzazione El Cristo (09.15 quasi km15): tra coltivazioni di cachi, siepi di fichi d’india e di ginepro, infilo una strada secondaria granizada che diviene poi sterrata sabbiosa nella pineta (09.30 km17,5). Molto sabbiosa.
09.50 km22, dopo un tratto particolarmente difficile da pedalare, un incrocio con l’asfalto, ancora sabbiòn e finalmente la Huerta de los Pinos, gruppo di haciendas a bordo pineta (09.55 km23) dalle quali raggiungere la strada è questione di poco (10.10 km25,5).
Cartaja è vicina, basta seguire una ciclabile lato strada a bordeggiarla (10.20 km29) per infilare subito un’altra sterrata, che conduce in un passaggio un po’ meno carino, disseminato com’è di baracche, immondizia e rottami: in breve, però, se ne esce, si guadagna la National e si attraversa il ponte sul rio Piedras (10.35 km32) per girare subito sull’ombrosa Via Verde del Litoral (km34) e giungere in breve a Lepe dove è tempo di sosta almuerzo con
salpicòn y tubo de cerveza (11.00 km37,5).
Venti minuti di ricarica e si torna sul sabbioso sentiero, poi carretera (11.25 km39) e ancora sabbia: ancora una volta si avanza a fatica, mentre la giornata è già nelle sue ore più calde… abbandono quindi temporaneamente la traccia suggerita dal coso per fare un piccolo pezzo di strada nazionale e poi prendere subito la secondaria diretta a La Redondela, cui arrivo senza storia (11.45 km46).
Un paio di chilometri e mi infilo in un fosso sabbioso, praticamente, cui si somma il vento contrario… cheppalle però!
I chilometri sono 51, ore 12.10: area umida, incrocio per Isla Cristina, proseguo dritto per venti minuti ed eccomi ad Ayamonte (12.30 km58), zigzago nel traffico e giungo al embarcadero sul Guadiana (12.40 km60).
Bastano 3.10€ per passare di là del fiume e ritrovarsi in Portogallo: faccio il biglietto, azzero tutto e, dopo dieci minuti di traversata, la Spagna è alle spalle (13.15).
La bianca cittadina di frontiera è Villa Real de Santo Antonio: i moli, le vie e la piazza sono molto animati… e c’è il fuso orario: sono, magicamente, le 12.15!
Passeggio, bici alla mano, nel bel centro città a ridosso della riva del fiume e poi mi sposto a prendere la traccia che ho scelto dall’altezza del faro: ecco la pista ciclabile per Monte Gordo, che raggiungo in mezz’ora con lo stomaco che brontola: e pausa sia (1245 km05,5)!
Pesce fresco, un paio di birrette e son da poco passate le 14.00: si torna in strada!
Subito nella pineta su sterrata, carretera (08km) ed in un paio di chilometri ecco Altura, parsone decisamente turistico (10km) dopo il quale giro a sinistra su bianca sterrata compatta tra la sterpaglia e boschetti di canne: è la Ecovia del Litoral, bordeggiata di siepi fiorite (km12).
Quando ormai sono in vista del pueblo di Cacela Velha, appaiono piantagioni di fichi e di carrube (1440 km17): vale la pena fare una visita al piccolo ma tipico borgo di pescatori, davvero carino e con bella vista sul litorale sottostante.
Riparto alle ore 15:00 e seguo le indicazioni della EuroVelo1: il percorso alterna tratti asfaltati a tratti sterrati e conduce alla carretera (km21) da cui proseguo poi tra i campi di carrube, ulivi e limoni per giungere alla fortaleza che preannuncia Cabanas de Tavira (km24).
Si scorre lungo il villaggio, anch’esso molto turistico, poi si seguono i binari che dividono le saline dell’entroterra (15.35 km26), un tratto d’asfalto ed ecco Tavira (31,5km).
Via ancora lungo riva fino a a località Torre d’Aires (16.30 km39,5), posto di guardia nel marismas, poi ancora saline, fenicotteri, cavalieri d’Italia ed altri pennuti delle aree paludose, circondate da fichi d’India e arbusti spinosi, mentre centinaia di granchi zampettano frenetici dentro e fuori dai loro covi (16:50 km43)
Nelle vasche di decantazione si possono seguire i vari stadi della coltura del sale, dalle vasche con l’acqua pulita appena immessa, a quelle color ruggine con il sale che comincia ad affiorare, alle vasche in cui i bianchi cristalli sono ormai pronti alla raccolta: si procede In questo ambiente geometrizzato tra i richiami ed i pigolii delle varie specie di uccelli e si aggiunge ad un nastro d’asfalto che conduce a Fuzeta in un paio di chilometri (17.10 km47).
Il camping municipale è full, prova più avanti!
Ancora una decina di chilometri di sentiero sospeso tra i vasconi ed i canali del sale ed ecco l’enorme camping municipale di Olaho e sì, c’è posto (18.00 km57)!