S2N day14 Ronda _ Jimena de la Frontera km110, 1810mD

Dopo la cena a base di tapas e la passeggiata serale per le vie di Ronda, è ora di dormire: 06.30 occhi spalancati e, bici pronta, si va in cerca del desayuno (07.00).
Difficile da trovare: tutto chiuso!
Ecco però un piccolo alimentari, stranamente aperto: panino col salame, lattina di tè, bottiglione d’acqua e si risolve.
Poi, ore 07.35, si imbocca il Camino de los Molinos proprio all’angolo, per uscire da Ronda passando sotto ai paretoni e dare uno sguardo al Puente Nuevo da sotto.
La stradina si fa pista e scende decisa verso il fondo della valle, per poi risalire e raggiungere la traccia ufficiale al filo della sierra boscosa, imboccare un sentiero, attraversare la carretera e restare alla destra del rio su secondaria (07.55 km05).
Un paio di chilometri abbondanti e si sterza verso monte per attraversare un binario (08.00 km07,5): con il sole alle spalle risalgo la pista sterrata verso le pendici della sierra tra i campi di grano, le creste rocciose tutto attorno a chiudere la valle.
Una rampa in cemento aiuta a guadagnare quota su quello che sembra essere un terreno molto fangoso nella stagione invernale, si procede a mezza costa in prevalente salita su pista profondamente incisa dalle piogge e dai mezzi agricoli: vista la stagione attuale, si presenta ora secca e dura, molto compatta ma con ghiaia e sassi, pendenza in aumento.
Mezz’ora dopo ho già spinto la mia bella prima rampa, e ho paura che non sia l’ultima (0835 km10,5).
Raggiungo un pascolo ed in breve un piccolo allevamento con la cappella della Cruz del Milagro (720mslm): un facile singletrack conduce alla Ermita de las Escarihuela (0845 km11) la cui rampa zigzagante, dalle curve strette, conduce velocemente alla carretera.
Una squadra di operai sta rifacendo l’antico selciato, e la rampa è interrotta: con calma ma si passa ed ecco il cartello di Montejaque (08.50 km12).
Seguendo la traccia mi porto alla quota della strada facendo quello che dovrebbe essere un taglio  ma il sentiero che dovrei prendere è chiuso con un cancello ed un lucchetto. Torno quindi giù per riprendere la strada principale, attraversare il paese e con un gancio tornare praticamente indietro (09.00 km13,5).
Appena passato il pueblo lascio la carretera per la bella pista de los Pantanos de Montejaques y los Cucaderos: fa molto paninari anni ’80, no?
Venti minuti tranquilli, in prevalente discesa sulla pista bianca e compatta, con il fondovalle attraversato da un corso d’acqua a destra e, ancora oltre, le creste della sierras appena attraversate, e si arriva ad un allevamento di capre (09.20 km18).
Ci si inoltra nella bella valle, ombrosa di querce da sughero e punteggiata di massi erratici, il letto del torrente bordeggiato di oleandri: un ponte vagamente romanico permette di passare di là, ma no, si procede su questa sponda: un bivio mi avvicina al arroyo, un cancello da chiudersi alle spalle mi porta su un singletrack (09.35 km19,5).
Su tra le querce, un tratto a spinta visto il fondo, poi si raggiungono le sponde di un piccolo bacino (09.45km20): gli si gira attorno per trovare un ponticello in cemento che permette di attraversarlo e imboccare una pista forestale in terra rossa che si arrampica in ampie ampie volute sulla sierra, riguadagnando quota velocemente.
Venti minuti e raggiungo un tratto “fuori rete”: il sentiero sterza decisamente a destra mentre una traccia si perde a sinistra tra gli alberi, in direzione della sierra.
Scelgo di tenere la pista a destra per collegarmi alla carretera che dovrebbe essere qui vicino
(10.05 km22 5).
Bastano cinque minuti, infatti, ma sono dalla parte sbagliata del cancello chiuso di una fazenda
(10.10 km24). Non c’è nessuno, a parte due bonari cani da guardia: troppo alto per saltarlo, impossibile da aprire senza cesoie… studio la mappa e provo piu in là. Faccio il giro ed una numerosissima muta di cani impazzisce al mio passaggio: sarà un allevamento? Comunque seguo la traccia tra le querce e… trovo un altro cancello con due giri di catena!
La strada è giusto di là.
È alto, ma un po’ meno: ci provo, ma la bici carica non è abbastanza maneggevole. Scarico l’avantreno, butto le borse di là, un po’ di acrobazie seduto sul bordo superiore del l’ostacolo e deposito la bici dalla parte giusta. Affardello nuovamente e son di nuovo pronto a pedalare, ma ho perso quasi mezz’ora.
Bastano dieci minuti per raggiungere il punto traccia: un altro cancello chiuso con lucchetti e catene (10.55 km29)! Mah, chissà che cazzo è successo qua…
Cinque minuti e il pueblo di Grazalema è in vista: mi fermo al bar al Puerto los Alamillos (11.00 km30, 820mslm) per un paio di radler e venti minuti di sosta.
La traccia è qui dietro, ma scelgo di restare sull’asfalto e provare a recuperare un po’.
Al passo c’è già un cartello “Sierra de Cadiz”: la tranquilla stradina di montagna si infila tra pascoli punteggiati di querce, la valle è dominata dalle grigie pareti costellate di grotte e rientranze.
Si sale fino al km37,5 poi si scende nella valle che si apre a pascolo sulla sinistra mentre la strada scorre direttamente sotto le pareti a destra: poco più giù ritrovo anche la traccia, che dai pascoli a sinistra entra in carrettera… 500 metri ancora ed ecco il pueblo di Villaluenga del Rosario (11.50 km38,5).
Arroccato alle pendici della sierra dove la valle si restringe e le pareti si avvicinano tra loro, al pascolo sotto le bianche case del villaggio bovini e qualche capra, asini e cavalli: la strada scende mentre la valle si stringe sempre di più e porta in ampie curve a Benaocaz (1215 km45). Ci passo attraverso, bevo alla fuente e riparto subito, diretto ad Ubrique.
Venti minuti in discesa, col vento rovente in faccia, ed eccoci: non è il solito villaggio, ma una bianca città, distesa come un lenzuola in una conca tra le sierras (12.35 km53).
Mi fermo giusto il tempo per trovare una tienda e prendere un po’ di frutta e la solita Aquarius: dieci minuti e son già in strada. C’è da uscire dalla valle, ovviamente in salita, e vorrei farlo prima che il sole sia al 100%!
Ore 13:00, km57,5 quota 420mslm  eccomi all’area di sosta della Garganta, in costante salita… mezz’ora dopo raggiungo il Puerto de Mojòn de la Vibora (13.35 km64,5, 595mslm).
Seguo la traccia e trovo un altro cancello con due giri di catena e lucchetto, impossibile da aprire, attraverso il quale si suppone dovrei passare… è l’ennesimo “Coto de caza privado”.
Di saltarlo e trovarne chissà quanti altri proprio non mi va: mi serve un’alternativa.
Non c’è campo, ma dal poco che capisco una strada va a sud, verso Malaga  l’altra ad ovest, verso Algeciras… la seconda, allora, anche se i previsti 27km diventeranno almeno il doppio, così ad occhio…
Poche balle, bisogna pedalare: 13.55 e si ritorna verso il passo, giusto un’illusione di discesa e si inizia subito a risalire sul fianco della sierra ricoperta di boschi di alcornoques, tutti recintati con una gran varietà di scelta… filo spinato, reti metalliche, muretti, staccionate, corredati da cartelli di avviso o di minaccie… evabbè, oggi va così.
Il caldo si fa sentire, l’aria è pesante e il sole solo a tratti mitigato dalle ombre delle querce: arrivo al bivio del Puerto de Galiz, dove speravo in uno spuntino ma no, la venta è chiusa (13.50 km83 680mslm).
Ed allora via, ovviamente non solo in risalita ma pure col vento contrario, per entrare un chilometro dopo in provincia di Malaga, su carretera di montagna molto secondaria e “in mal estado”, come ammesso dagli stessi cartelli stradali… ma per me è sufficiente!
Chilometri 87,5 e stupefacente cartello di attenzione con “Attraversamento bimbi”: c’è una casa forestale con piccolo parco giochi annesso, ma niente bambini, niente fuente, niente acqua, niente di niente.
Oltrepasso le capanne di Las Canillas ed il vicinissimo rio Hozgarganta (15.45 km98,5 590mslm) ed è già “Diputaciòn de Cadiz”.
Ho le gambe piombate: piccola pausa su un paracarro all’ombra, sorsata d’acqua ed in dieci minuti via ancora (15.50 99,5km)
Riparto allo scoccare dell’ora in leggera salita, ma sembra un muro: a fatica ma giungo al Puerto las Asomadillas (16.40 km108, 212mslm) e da qui è quasi discesa, anche grazie al l’onnipresente vento in faccia, per raggiungere il Camping los Arcornocales, ad un chilometro scarso da Jimena de la Frontera (16.50 km110).
Nonostante tutto, eccomi qua.

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