S2N day32 Carballo _ As Somozas, 113km 2030mD
Sveglia alle 07.15, che tanto la colazione si farà aspettare un po’… intanto affardello la bici e pulisco la trasmissione, cafè con leche y tostada, ovviamente, e si va: poco meno di un’ora ed eccomi al via (08.20).
Si esce velocemente dalla cittadina, si abbandona l’asse viario per Laxe e si prende la locale AC413, mentre le nebbie del mattino cominciano ad alzarsi: la lascio in località Forno, prendendo una stradina che si infila nel piccolo borgo, lontana dal traffico del mattino, tra i vapori dei campi.
Si sale, ovviamente, ma le pendenze sono ancora gentili, o almeno ci provano (08.35 km04)!
SI continua a salire, tra la bruma che lentamente si dissolve lasciando un velo di rugiada sui pascoli, sul mais, sui frutteti e sui boschi, mentre inanello una serie infinita di piccoli borghi agricoli dai nomi più disparati, da Bellota a Breille (08.55 km08), Vilano, località A Piña (09.00 km08,5) e, per i venexiani, San Pantaiòn (09.20 km12,5): alcune case sparse in un mare di mais con qualche incongrua palma persa tra castagni e tori biondi!
Si scorre con facilità tra boschi, prati, pascoli, campi, qualche rampetta a spezzare il ritmo, il mare quasi sempre in vista sulla sinistra, ancora ricoperto di caligine mattutina, il vento fino ad ora mai fastidioso.
Dopo 16km deviazione verso un antico monastero, in discesa e poi a mezza costa a dominare la valle sottostante, geometricamente scolpita dai campi, dai boschi, dai poderi delimitati dai muretti a secco, poi si scende ancora tra le fattorie ed i castagni, godendo del fresco del mattino e dell’ombra dei boschi.
Ed ecco il borgo di O Priorato, dominato dal Mosteiro de San Pedro de Soandres, datato siglo X, dove si lascia per un attimo la strada di campagna per qualche centinaio di metri sulla strada della diputaciòn (09.45 km18,5).
Si scende poi a bomba sul fondovalle, si attraversa un torrente e, ovviamente, si risale nel bosco: km23 e si scende per sottopassare i binari e giungere in località Boedo (10:10 km24,5), da cui si scende ancora, mentre la valle si fa più stretta e boscosa, inadatta alle colture.
A Ledono è ormai ora del secondo giro di cafè y tostada: bastano venti minuti, ma ci stanno tutti (10.20 km28)!
Meno venti alle undici e si attraversa la principale per ributtarsi tra il mais e gli immancabili eucalipti, restando sul fondovalle a fiancheggiare un corso d’acqua, sul lato opposto rispetto alla principale, approfittando di una secondaria con scarsissimo traffico, come tutto il percorso finora: poche le macchine solitarie, giusto qualche mezzo agricolo in manovra tra un campo e l’altro.
Km30,5 si sovrappassa l’autostrada e si procede ancora tra i pascoli: c’è un bel paesone da attraversare interamente, poi si risale e si attraversa nuovamente la principale nel borgo successivo (km33), per poi prendere, purtroppo, la stradona parallela successiva… non capisco neanche se sia lo stesso paese oppure no, comunque è uguale: il traffico è molto più intenso, ma per fortuna in un chilometro sono già su una secondaria ombreggiata che se ne allontana perpendicolarmente (11:05 km35).
Poco oltre una pista ciclabile sterrata costeggia un torrentello: purtroppo dopo un po’ la trovo sbarrata per lavori (11:20 km39) e devo quindi tornare sui miei passi per cercare di girarci attorno…
Fortunatamente basta risalire nel bosco su erto e roccioso sentiero per intercettare la strada e raggiungere il ponte, come previsto, per passare sulla riva opposta e tornare alla ciclabile.
Si arriva in breve alla diga Presa de Cecebre (11.30 km41): si prosegue quindi lungo l’asfaltata che segue l’argine del lago creato dal rio Mero, per poi risalire, passare sotto ai binari e raggiungere Seixurra de Arriba (11.40 km43), che se si chiama “de Arriba” un motivo c’è!
Si passa sotto all’autopista e di fianco ai binari su ciclabile messa a panino con un’altra strada (km44), poi si scosta dai binari, sottopassa nuovamente l’autopista, per scorrere dunque sul lato opposto, costeggiando la grossa cittadina di Loureda, che sembra piu la fusione di piccoli borghi indipendenti che si sono espansi verso un centro comune.
In ogni caso è qui che attraverso la principale per continuare a salire uscendo dal quartiere più alto, che non a caso si chiama “Sobre de Igrexia”, e continuare nuovamente nella campagna, che si riprende il suo posto.
Una breve incursione sulla principale, qui moderatamente trafficata ma pedalabile (12:00 km 47,5), da cui esco in fretta (12.10, km51) lasciandomi la costa alle spalle all’altezza della spiaggia di Cabana, per scendere a prendere il ponte di O Pedrido (12.15 km52), dopo il quale abbandono la principale sterzando su secondaria: si passa sotto il ponte autostradale sul fiume Betanzos e si risale su un sentiero cementato, nascosto da una giungla di felci, per guadagnare A Ponte do Porco, sul rio Lambre, tratto appartenente al Camino Ingles ed ornato dal cinghiale crociato degli Andrade, antichi signori della comarca e mia vecchia conoscenza (12.25 km54).
Purtroppo tocca affiancare il ponte e risalire sulla nazionale: il camino si dirige ovviamente verso Santiago, mentre io vado a nord, in direzione opposta.
Come spesso accade nei punti cruciali, più che uno snodo questo è un imbuto: nella larghezza di 100 metri si contendono lo spazio il fiume, il cammino, sia la secondaria che la strada principale, la ferrovia e l’autostrada, ed è quindi comprensibile che questo tratto non sia piacevolissimo da pedalare.
Se ne esce comunque in fretta, entrando a Miño (12.35 km55,5): attraverso la città ed esco sul lungomare, popolato di turisti… chioschi, bar e l’ombra tra i pini marittimi sono presi d’assalto!
Mi destreggio nei tentativi di parcheggio dei turisti e proseguo costeggiando il litorale (km57): mi lascio alle spalle il traffico e la costa girando ancora una volta verso l’interno (12.50 km59) per raggiungere Campolongo e la strada nazionale (13.10 km64), poi giù in picchiata su stradina laterale tipo pista da bob, tra muretti e case sulla fiancata della collina, fino a scendere in centro a Pontedeume (13.20 km66)!
Sono proprio di fronte al ponte sul rio Eume: mi immetto in rotonda e lo percorro tutto, passando a Cabanas e ad una secondaria (13.30 km67) che, in un chilometro e dieci minuti, attraversa la strada, sale a sottopassare l’autopista (13.55 km70) e ritrova la strada.
La lascio al km73 per tuffarmi tra i vicoli che portano al ponte, infilo la ciclabile del porto (14.15 km78) ed in breve eccomi nell’anonimo centro di Ferrol, buono giusto per la pausa pranzo (14.30 km82, 1350mD)!
Fine traccia e contatori azzerati, mentre mangio valuto la mappa e le opzioni: ok, ci sono.
Visto che mi sento bene, arrischio ancora qualche chilometro e qualche salita, dato che lungo il percorso che ho “previsto” i punti d’appoggio sono pochi.
Ultima radler, pago il conto e via, ore 15.50 e imbocco il vialone rettifilo che seguo per tre chilometri, poi becco una secondaria che se ne distacca per procedere, alle spalle dei palazzoni, tra quartieri di casette a due piani (16.00 km03): dieci minuti per infilare una stradina chiusa che, sorpresa, porta ad una passerella sospesa a lato dei binari dopo il Mosteiro de San Martin (16.10 km05).
Un po’ in acciaio ed un po’ in legno, in cemento o in mattonelle, ma l’importante è che conduce dall’altro lato del rio, a ritrovare l’asfalto (km06,5) e da qui in un chilometro un singletrack lato torrente (16.20 km07,5) riporta al secondario bitume che sale a Mourela de Medio: si attraversa e su ancora per un paio di chilometri fino a che spiana ad Escorial de Abaixo, dal quale, salendo ancora un po’, si trova la carrettera che seguo in discesa (16.40 km10, già 210mD).
Giunto a fondovalle, al rio Castro, non è necessario dire che si risale, stavolta a Vista Alegre (16.55 km14), per poi prendere il camino Cornide de Doso (17.00 km15).
Ancora una volta lascio il traffico per scivolare tra le felci ed i boschi lungo una pista forestale, questa volta asfaltata: si sovrappassa l’autostrada per l’ennesima volta e si scende ad un grazioso borgo agricolo, con le pergole di uva e kiwi, poi giù sul fondovalle parallele allo scorrere dell’ennesimo torrente. Scarso il traffico ma sempre presente il vento contrario, qui a Os Feas, zona di pascoli, di siepi e di boschi: infatti molti sono i cavalli impastoiati tra i prati, mentre non si vedono coltivazioni se non gli orti tra le case.
A Penas Albas tocco l’ennesimo fondovalle, ora lungo il rio Grande de Xuvia (17.40 km24) e la salita non tarda a materializzarsi: a km25,5 tocca riguadagnare la quota persa con un’unica rampa dalla riva del fiume… 750 metri in piedi sui pedali e poi altri 250 tranquillamente sulla sella!
Ormai sono in falsopiano tra i pascoli popolati di placidi bovini (18.00 km26,5)… bè no, in realtà c’è ancora qualche scalino da fare, ma niente in confronto all’ultimo appena lasciato alle spalle, quindi si procede una pedalata alla volta, tra lo stormire delle fronde ed ormai sul filo del crinale, dove torno ad espormi al vento: ma ormai è ora di scendere (18:05 km 27,5)!
Quasi.
Esticazzi.
Un’ultima rampetta di 100 metri per non perdere l’abitudine e si risale ad A Pradanova dove si intercetta anche la strada (18.15 km29,5): ancora dieci minuti ed ecco il piccolo borgo di As Somozas… stasera mi fermo qui (18.25 km3, 680mD).