S2N day15 Jimena de la Frontera _ Los Barrios km103, 1060mD

Dormito come un sasso nell’aria fresca della notte, sacco a pelo aperto e niente tenda (cosa te la porti a fare?) ma, anche se resterei volentieri a poltrire, non si può: ore 07.00 e ci si tira su, toilette, smontare ed affardellare, colazione al sacco (previdente, eh?) ed in un’ora ed un quarto si può partire (08.15).
Entro in strada diretto verso il pueblo che attraverso in discesa in tutta la sua lunghezza prendendo la strada principale: inanello una serie di strette di viuzze e passo il fiume su strada secondaria.
08.30 km03, imbocco il Camino de Juan, una pista sabbiosa che scorre lungo il rio, di cui si avverte la piacevole frescura, ma in capo ad un chilometro e mezzo, attraversato i binari, ci si allontana dal corso d’acqua su sentiero che, sia pure un po’ male in arnese grazie al pesante traffico, scorre allegramente nell’ombra delle querce da sughero che formano, a tratti, un folto tunnel vegetale: alcune di esse sono veramente maestose ed imponenti.
08.50 km08,5 e ad una curva si lascia la pista, che si distanzia dai binari, per rimanere su un semplice sentiero tra l’immancabile reticolato e la via del treno: alla prima segnalazione capisco che è una vecchia conoscenza… è proprio il GR7, con la fida E4 al fianco, che in un chilometro tra i campi mi riportano sulla pista principale, nuovamente lungo i binari.
Si procede tra campi di grano mietuti su sterrata crepata dal sole e dai mezzi agricoli; si passano numerosi boschetti di querce, eucalipti e altre piante, allevamenti di pecore e capre.
09.15 km13, all’altezza di un passaggio livello, che non attraverso, un pezzo di pista è stato fresato: chissà se l’anno prossimo lo coltivano per dispetto!
Una volta finito il campo, si riprende la normale e compatta pista, che si inoltra una verde valle coltivata e giunge al passaggio oltre i binari ed alla connessione con la TransAndalus (09.30 km16): il fondo è uno sterrato più scorbutico e duro, tipo mulattiera selciata.
Dopo il km20,5 la mulattiera migliora lentamente, con fondo sempre più scorrevole, e si aggancia alla strada asfaltata all’altezza di una finca (10.05 km21,5) per portare in breve a Castellar Viejo de la Frontera (10.20 km23): non posso resistere a varcare il portone in sella alla bici e raggiungere il cortile superiore dell’antica fortezza di confine, dalla quale lo sguardo spazia lontano, dalle sierras al mare… alla roccia di Gibilterra!
Non è di strada, purtroppo, ma il luogo mitico mi attrae…le Colonne d’Ercole, la fine del mondo classico!
Vabbè…
Si scende per la bella e tortuosa strada di montagna, che velocemente porta verso valle, fino ad un bivio dal quale occorre ovviamente risalire, sia pure leggermente, per poi proseguire a mezza costa sul lato sinistro del bacino tra le querce da sughero, regine incontrastate di questi boschi.
Ed ecco Almoraima: al bivio inchiodo alla Venta La Cantina per sosta birra e revuelto, che ho fame e sete (10.50 km31,5).
Mezz’ora al fresco… passata pensando a come sarebbe andare a Gibilterra!
Vedo la possibilità di un camino lungo un canale: parto e cerco di prenderlo, ma trovo il sentiero sbarrato da un cancello con i perni saldati e devo quindi tornare indietro.
Provo ancora, e prendo una pista che dovrebbe portarmi verso… un ragazzo che sta aprendo il cancello giusto (11.30 km34,5)! Mi lascia entrare ed in breve ecco il Camino de Servicio del Canal (11.40 km36.5)!
Venti minuti sul veloce fondo in asfalto ed eccomi al cancello d’uscita, assolutamente chiuso: appena al di là, la carretera (12.00 km42). Situazione già vista ma qui, per fortuna, i massi a sinistra del passaggio non sono proprio invalicabili: due minuti ed il ferro ed io siamo di là.
Via di asfalto verso San Roque, passo il fiume e trovo una ciclabile, che in cinque minuti e due chilometri, porta ad un bivio: di là si va per Guadarraque, direzione Gibraltar
(12.20 km47)…
E niente, si devia, non resisto!
Passo l’autopista e incontro un misterioso cartello “Carrettera cortada excepto turismo”: decido quindi che, in quanto viaggiatore, sono autorizzato a passare attraverso questo poligono industriale dove svettano ciminiere e camini di raffinamento idrocarburi… bah, non proprio turistico, direi!
Un quarto d’ora, ed ecco il pueblo di Guadarraque, dove posso scattare la prima foto al mare e posare le ruote sulla sabbia (12.35 km52); poi lungo la costa, deturpata da una enorme area di impianti petroliferi o simili, giungo a Puente Mayorga (12.50 km55) e da qui, ormai nel pesante traffico bilingue, a Gibilterra (13.15 61km).
Slalomando tra le vetture in coda mi presento alla dogana, dove si passa agilmente con la carta di identità: la città è pure peggio di come la immaginavo… un posto di frontiera, un duty free, una città di guarnigione per la Royal Air Force, la Royal Navy, la Royal Police e di sicuro ho dimenticato qualcuno!
Gli antichi bastioni difensivi del sette e ottocento ospitano, se va bene, dei pub; la poderosa, rocciosa “colonna” di 400metri svetta su antichi moli e pretenziosi grattacieli.
Resto sull’arteria principale con l’intenzione di fare il giro del promontorio: pasticcio un po’ e finisco ai docks, poi imbocco un tunnel ed esco sul lato opposto, alla Europa Point, che con il Trinity Lighthouse, il faro, rappresenta il punto più a sud sul canale (13.40 km67,5).
Qualche foto alle vecchie batterie ed al faro, per poi terminare il giro sulla Europa Advance Road che risale, letteralmente, il lato est: rampa punitiva iniziale, tunnel in discesa, si torna in città chiudendo il cerchio.
Veloce check out e, km75, sono nuovamente in territorio spagnolo.
Pedalo via quanto più velocemente possibile per lasciarmi il traffico alle spalle ed eccomi a El Campamento per una breve pausa (14.30 km79).
Carne in salsa ed un paio di birre all’ombra e si riparte: ore 16.00 e caldo maiale, vento contrario, panorami industriali… aaahhhhhh!
Per fortuna dopo Guadarraque trovo la Senda del Rio, sterratina ciclabile (km83) che porta alla periferia di San Roque, dove c’è il link con una pista ciclabile a lato carretera (16.25 km87,5) che dieci minuti dopo attraverso per infilarmi in una pista: al fondo il cancello che sbarra il sentiero è decisamente chiuso mentre, sotto gli irrigatori in funzione del campo inaccessibile, una mandria di bovini ed uno stormo di cicogne si godono la frescura.
Torno indietro, seguo il cammino asfaltato, che immancabilmente sale: sarà che fa caldissimo, sarà che sono cotto, ma è un’agonia.
Arrivo finalmente a fine rampa (17.05 km93), si cazzeggia un po’ in falsopiano tra i pascoli e, a quota 130mslm, che detto così fa ridere,  ritrovo il track ad un bivio (17.25 km98), poi giù in discesa, era ora!, e bivio definitivo per Los Barrios (100km), cui arrivo alle 17.45 con103km e 1060mD nelle gambe.
Che, però, non rende l’idea!

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