MediterraneanConnection2021 Day33 Alcaracejos _ Castro del Rio, 134km 1651mD

Prendo possesso della mia stanza, lavo camicia-pantaloni-maglietta-boxer e finalmente mi doccio. Poi è praticamente ora di cena, quindi traverso la strada e mi sparo un buon menù.
La temperatura è calata e la notte scorre abbastanza tranquilla, anche se verso le 05 inizia il movimento dei mezzi agricoli: chiudo la finestra, tappi per le orecchie e ci dormo su ancora un po’.
Sveglia leggermente anticipata e poco dopo le sette son già a far colazione, poi solita routine, pulizia potenziata e si può andare: 08.15, si esce dal pueblo e si sterra subito su fondo roccioso o compatto, sollevando nuvole di polvere tra pascoli e querce.
Il percorso si rivela mediamente tecnico appena si lascia la pista e si inizia il cammino: si procede comunque velocemente, ma con attenzione alle traiettorie, tra rocce e sassi, mentre si percorrono vasti appezzamenti tenuti esclusivamente a querce.
Si entra nell’ombreggiata valle del rio Cuzna e, in fondo ad una discesa, una grande pozza risuona dei cinguettii degli uccelli (09.00 km12).
Si procede a testa bassa, ma una rampa tecnica e molto inclinata, dal fondo instabile, mi costringe ad un tratto hike-a-bike.
Il sentiero rimane duro e tecnico, in continuo saliscendi e dal suolo mutevole: roccia, sassi, ghiaia, polvere, radici. Il panorama, invece, permane immutato: colline, avvallamenti, boschi di querce.
Mezz’ora di lavoro tosto per giungere ad un gruppetto di edifici serviti da una pista più facile (09.30 km16,5 650mslm) che, ovviamente, non può durare!
Si passa per il Barranco de la Calera e si abbandono subito dopo la comoda pista per un canale sassoso e scavato dall’acqua, al limite del pedalabile ed anche oltre (km18): molto duro.
Pedalando il più possibile ma anche spingendo ove inevitabile, si raggiungono la sommità della sierra ed un’altra pista promettente (09.45 km18,5 730mslm): è il Puerto Calatraveno, una ex zona mineraria.
Ovviamente si abbandona quasi subito la pista e si scende con attenzione su sentiero sassoso ed impegnativo, degna continuazione del suo omologo in salita (09.55 km20).
Dieci minuti di concentrazione e di lavoro di freni e sterzo per raggiungere una pista buona, anche se dura (10.05 km22) che per quattro chilometri scende, risale, scende nuovamente per poi incrociarne un’altra che sale alla Valle del Guadalbarbo (10.25 km27) dove il sentiero si fa ancor più duro.
Scendo cinque minuti e sbatto sul fondovalle (10.30 km29 500m) dal quale posso solo risalire.
Il fondo migliora, le pendenze no: si sale a sbalzi, tipo gradoni, diciamo, e poi è finalmente discesa vera in vista di una fattoria: si agguanta la carretera CO6410 (11.05 km34,5) ed in breve è Villaharta (11.10 km37) dove è assolutamente ora di fare merenda!
Bel percorso fin qua, ma davvero cazzuto e, per me, sempre al limite: anche rispetto alle sierras! Sarà pure che oggi ho detto addio al pignone dell’11: il fedele amico delle salite più cazzute, dopo lunga agonia, ed infiniti cigolii, è andato in pensione… mi mancherà!!!
Bon, pausa birretta e tostada e si torna in sella: il track va per la general, io scelgo una secondaria e vado per Fuente Agria, salendo un po’ di più e facendo un sacco di curve invece che in linea retta… intercetto però il camino, che passa proprio di qui (12.00 km43 m650) proveniente da El Vacar (12.10 km54), dove la strada è stata “tagliata” ed interrotta, e trovo una sterrata discretamente scorrevole che diventa poi un movimentato single track tra l’autovia ed una linea ferroviaria abbandonata (12.25 km57).
Quattro chilometri di slalom tra alberi, rami e radici e ritrovo la secondari interrotta, la N432, che mi conduce dritto ad Estacion de Obejo (12.40 km62) e poi a Cerro Muriano (12.50 km65) dove mi regalo un dieci minuti di pausa alla gasolinera, con coca e schifezze zuccherose!
Poi è ancora un po’ di su e giù, ma dopo tre chilometri si può finalmente vedere la pianura cordobese: bella e morbida discesa, talmente piacevole da farne un po’ di più e tornare indietro per prendere la Canada Real Soriana (13.15 km70)!
L’inizio non è male, ma dura pochissimo: la pista si restringe e diventa sentiero dal fondo brutto, sassoso, roccioso, scorbutico, pericoloso, sempre con molta pendenza, grossi salti di livello, radici… per scendere serve una biammortizzata; a risalirlo ci vuole la moto da trial!
Scendo camminando un centinaio di  metri di dislivello, che son già morto una volta!
Un paio di chilometri di discesa tutta a mano, secondo me impossibile fare altrimenti con questo assetto: per dire, sulle sierras non mi è mai capitato di smontare dalla bici in discesa!
Comunque, con la bici al fianco che saltella su scalini e gradoni, raggiungo il fondo valle ed una vera pista (13.45 km75) che conduce subito all’asfalto: un breve tratto di sterrata e poi una lottizzazione dalla quale, mi dicono, il camino è cortado! Il consiglio è di prendere la general adesso… o di prenderla quando trovo i lavori e torno indietro!
Bè, vedi ti: adesso, cazzo!
Corsia d’emergenza in apnea a 30kmh ed in breve sono alla periferia di Cordoba con un’insalatona ed una birra davanti (14.20 km85).
[Per inciso: nel frattempo ho incartato Strava, non so come, e me lo ritrovo fermo a km69… vabbè.]

Comunque: mentre la Spagna vince contro il Giappone la semifinale del pallone alle Olimpiadi, io smantello un’insalatona ed un paio di birre.
Poi, ore 15.30, scordandomi Strava per l’ennesima volta, raggiungo il centro storico per una breve visita e, tra vicoli e stradine,  raggiungo la riva dèl Guadalquivir (16.00 km04) per poi fare il giro della Mezquita Catedral e da lì al possente puente romano ed alla Torre de la Calahorra (16.20 km06) che mi vede uscire dalla città vecchia lungo il fiume, diretto a Santa Cruz (17.25 km28) dove è tempo di un paio di birrette!
Sono le 18.00 e si riparte lungo la secondaria CP271 che presto (18.25 km28) lascio per l’altrettanto deserta CO3204: venti minuti ed un altro bivio (18.45 km43) per lo sprint finale che mi conduce al paesone di Castro del Rio (19.00 km49), dove in cinque minuti trovo sistemazione per la notte, cena e colazione… così si fa!

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