S2N day08 La Calahorra _ Trevelez, 109km 2500mD
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Lavato tutto, barba e capelli, spesa liquida alla tienda di fronte, ed è ora di cena: zuppa calda, pizza margherita, birra fredda ed orujo de hierbas.
A dormir!
Solita sveglia, colazione al piano di sotto, sistemata alle borse e via, che la trasmissione l’ho fatta di fino ieri sera: 08.00 e si va!
C’è un pezzetto di traccia da finire, quindi lo carico anche se non sembra esser proprio necessario: si esce dando le spalle al castillo, si sale tra i campi lungo la linea dei pini, notando i segni del Camino de Levante, si attraversa la strada e si scende di là del crinale… 08.25, km03,5 ecco il pueblo di Ferreira.
Si sale per le ripide stradine del paese fino a guadagnare, alla sommità, un sentiero cementato a mezza costa che, fattosi pista sterrata, si dirige verso la sierra.
08.45 km06,5… fine traccia! Bè, la prosecuzione pare logica, e comunque in questo profondo e stretto intaglio nella sierra non c’è connessione: impossibile caricare la nuova traccia.
Proseguo sulla pista fino alla riva di un torrente, dove termina: i ruderi di una casa soffocata dalle erbacce a destra, uno spiazzo a sinistra, un sentiero invaso da cespugli a da grovigli di rovi che mi affettano malamente una gamba… con la bici manco ci provo!
Torno indietro, provando il sentiero parallelo più in basso, ottenendo solo di incasinarmi di più: ritorno su, riesco a caricare una traccia adesso che c’è vita, attraverso Ferreira in discesa e riprendo la strada da cui son venuto… ore 09.30 km4,5 bivio per il Puerto de la Ragua.
Tutto da rifare.
Su per il buon asfalto, pendenza tranquilla, poco traffico… no comment!
Un paio di curve più su un animale dalla coda mozza, con movenze feline, dal manto beige e con le orecchie a punta con ciuffetti color cioccolato mi sgattaiola davanti: cazzo, un cucciolo di lince!?!?
Troppo veloce per esserne sicuro al 100%wow ma direi di sì… ciao, micio!
Ancora su bello regolare ed alle 10.15 km10 incrocio il track… e resto dove sono! Suca!
Ore 10.40 km13 e rieccolo: il sentiero sbuca sulla strada dove da tre corsie ritorna a due, prima di una curva, e quindi sono di nuovo ufficialmente in traccia, ormai a 1860m di quota, quando mancano circa 150m al passo.
Ed eccolo: ore 11.00 km16,5 raggiungo il Puerto de la Ragua, 2000mslm di quota.
Ampia radura adibita a zona di pascolo, solo qualche vacca come frequentatore, ed un centro visitatori, ovviamente chiuso, come pure le fonti, tutte tappate col cemento… cheppalle!
Comunque pausa un quarto d’ora a studiare la mappa e bere un sorso dalla borraccia, poi via di nuovo sulla bella pista forestale marchiata TransNevada, che dovrebbe essere sinonimo di un percorso affidabile!
La traccia scorre parallela alla strada tra i boschi di conifere, ma mentre l’asfalto scende subito, il sentiero sale, per poi traversare in quota e quindi scendere: ed infatti eccoci, ore 10.35 km18,5 a quota 2100mslm.
Dapprima pista forestale dal fondo compatto, poi doubletrack che di fatto è un single, dato che l’altra corsia è occupata da un rigagnolo, poi nuovamente pista e son già le ore 12.00, km26,5 1860mslm, quando arrivo ad un bivio e continuo a perdere quota.
Il paesaggio non muta, si resta nella fascia delle latifoglie, con belle aperture sulle sierras dalla parte opposta della valle; il sole picchia, ma l’aria in quota è fresca e si resiste bene: questa parte della sierra è ricca d’acqua, che si ode gorgogliare nel bosco o si vede sotto forma di pozze, rigagnoli, zampilli tra i muschi e sotto le piante.
Bivio: si scende un curvone polveroso (tipo montagna di talco, ma grigio) e poi si risale su fondo sassoso (12.30 km31 1830mslm) una ventina di minuti (12.50 km34,5) per affrontare una timida discesa, anch’essa polverosa, ed oltrepassare, poco più in là, una casa, decisamente chiusa.
Continuo a scendere costantemente e, tra i km39 e 43 (13.20) i lavori forestali in corso hanno, credo, reso lo strato di polvere ancor più spesso e compatto: per continuare, sia pure in favor di gravità, devo metter le marce basse e spingere!
Poi si risale, ancora un paio di chilometri e, finalmente, la prima vera fontana fino a qui, la fuente Piedra del Gitano (1330 km44 1840m) dove un quarto d’ora di sosta ci vuole proprio!
Ma tocca lasciare la fresca ombra: si risale a 2000m (14.10 km49,5) e poco dopo (14.20 km53) ecco una bella cascata… è l’area ricreativa Las Chorreras, con fuente in secca purtroppo, ma giusto 1,5km dopo la fuente Barranco Hondo, invece, funziona a dovere.
Due piccoli ungulati colore biondo orecchie grandi, niente corna, mi tagliano la strada velocissimi: non so di preciso cosa fossero… nei pressi un’altra fuente, a poca distanza da quella precedente.
Mezz’ora ancora, e si rimane in quota ad un bivio (1450 km57,5 1940mspm); quindici minuti dopo, una volta attraversato un passaggio tra due roccioni (o forse era uno, poi spaccato a metà) al seguente bivio si va a destra, in discesa (15.05 km60) per superare, un paio di chilometri dopo, un passo canadese: ed infatti si scende tra le acque gorgoglianti fino a quota 1800 e, passato in mezzo branco di vacche difficili da convincere, si risale a quota 2000. È zona di pascolo, nessun dubbio!
E insomma, è così che va, oggi: scendi e risali, ripeti!
Su, giù, risali a 2000m, passa la fattoria sul sentiero al km69 poi, settantesimo chilometro, eccone un’altra con gli irrigatori in funzione, probabilmente grazie ad un enorme vascone per la raccolta dell’acqua.
Continua a scendere ma, boh, non si trova il singletrack nonostante i tentativi di ricerca (16.45 km78,5): magari è meglio così!
Ne approfitto per una sosta sistemazione portaborraccia, che le vibrazioni hanno praticamente smontato, e via ancora di discesone fino a sbattere, alla buon’ora, sulla strada (17.00 km81).
Qualche altra pedalata, ma poche vista la pendenza della carretera, ed eccomi a Juviles, nel reame del jamòn serrano (1715 km87,5 1250mslm)!
Sosta volante al bar Tino, ovviamente con bocadillo imbottito di prodotto locale e poi via di nuovo: 17.45 asfalto veloce poi, rigurgito di sadomasochismo, imbocco lo sterrato per la Pantaneta.
Si sale sul ghiaino polveroso, col sole che martella: “dai che ormai sono in quota e tra un po’ spiana e vado via dritto fino a…”
No.
Beccati sto singletrack a malapena visibile, in salita brutale tra ghiaioni e cespugli: no, grazie, torno indrio (18.15 km03)!
Derapando e bestemmiando torno sul nastro di bitume e, ginocchia cigolanti e membra gocciolanti, tento di finire la giornata dignitosamente. A muso duro risalgo un passo minore, poi giù, poi falsopiano ed ecco, superato il fiume, Trevelez, capitale del jamòn serrano (19.10 km16)!
Baruffa con Booking, Maps e altri cosi; chiedo ad una tipa e suono un campanello: Hostal Pepe Alvarez per dormire e Restaurante Piedra Ventana per cenare.
Olè!