OrientXpress Day31 Senj_Trieste, km149
E così, in quel dell’Autokamp di Senj, pianto la tenda, faccio una doccia, mangio calamari alla busara con polenta e qualche birra, e collasso sul materassino.
Niente sacco a pelo o sacco lenzuolo, entrambi i lati spalancati, la notte è fresca e ventilata, si dorme bene… e ci si sveglia prima!
0620 già operativo, un’ora per uscire dal kamp, poi raggiungere il super, spesa veloce e conseguente colazione: si parte ad un’ora e mezza dall’apertura degli occhi, in un mattino nuvoloso e ventilato, che promette qualche sorpresa meteo.
Via sulla costiera, ancora relativamente sgombra, gettando lunghi sguardi al lato ovest dell’isola di Krk, alla mia sinistra: le rocce bianche contrastano decise contro il mare blu cupo, la dorsale sembra la schiena di un gigantesco Moby Dick.
Piove a tratti, mai troppo forte: è molto umido, la pelle appiccica e le mani scivolano sul manubrio… qualche piovasco è benvenuto!
Olttepasso Novi Vinodolski (0910, km4346) mentre piove sul serio e continuo senza fermarmi fino a Crikvenica (0935, km4354) e all’intersezione tra la costiera ed il ponte che la unisce alla rocciosa Krk (1015, km4368).
Qui pasticcio un po’ ed imbocco tranquillo l’autostrada: due belle corsie, corsia d’emergenza, asfalto nuovo di pacca, si va che è una bellezza, e ed è molto più sicuro che sulla vecchia litoranea fin qui percorsa.
Ovviamente è vietato.
Solo dopo un tunnel di ottocento metri realizzo che la cartellonistica è blu, invece che del solito giallo destinato alle strade a percorrenza standard, diciamo… ecco perché mi suonavano!
Do un occhio alla carta ed esco all’uscita per Bakar (1055, km4379) e da lì è facile raggiungere Ryeka, provenendo dall’alto (1120, km4389).
Provo ad evitare di scendere in centro e di girare attorno alla città per non perdere quota: niet! Tocca proprio attraversarla e risalire sul versante opposto, mi confermano dal benzinaio dove mi fermo un quindici minuti per un tè ed un panino.
Ok, e sia.
Scendo dunque in città (km4400), e da qui seguo per Obatja_Pula e poi per Kastav, per percorrere l’asse che porta a Rupa: inutile dire che è tutta salita.
Si sale, dunque, nella periferia di Fiume prima, poi tra villaggi e pendici boscose, sempre sotto pioggia ad intensità variabile (tanto quanto la pendenza, comunque sempre positiva!) fino al primo bivio che riporti l’indicazione Trieste (1345, km4418): la salita continua, la strada si affianca alla linea ferroviaria, ed ecco Sapjane (1350, km4421) e, a seguire, Pasjak (1425, km4425), l’ultimo avamposto croato, dove sosto il tempo necessario a consumare coca e gelato per spendere le ultime kune rimaste.
Dieci minuti di pausa prima di presentare il documento all’annoiato funzionario sottovetro e ritrovarmi, di nuovo, in Slovenia (1445, km4426): nonostante la salita di 25km appena terminata, la pendenza finalmente favorevole mi permette di considerare con compatimento gli occupanti delle scatolette incolonnate per tre chilometri e mezzo, in attesa di oltrepassare la barriera croata… bel modo di iniziare le ferie!
In prevalente discesa dunque, ma con ancora qualche zampata qui e là a far tremare i quadricipiti, oltrepasso Podgrad per giungere a Gradisce (1525, km4441) dove mi fermo per un piatto di spaghetti e per fare il punto: trenta chilometri a Trieste!
Meglio del previsto!
Mi sciacquo dalle incrostazioni di sale sulle note di Purple Rain nel bagno del ristorante e poi mi godo quest’ultimo pranzo in terra straniera: poco meno di un’ora e son di nuovo in sella (ore 1615), stavolta seriamente in discesa!
Quaranta minuti in picchiata, sia pure con qualche interruzione, tra prati, boschi e casolari mi conducono al valico di Pesec (1655, km4460): sono in Italia.
Oltrepasso in un baleno Basovizza e, senza più interruzioni adesso, filo velocissimo verso valle: Trieste mi ha fatto sputare l’anima in uscita, ad inizio viaggio, e mi ricompensa ora con una rapida ed indolore planata fino alla stazione dei treni (1720, km4471).
Mentre armeggio con la biglietteria automatica, scopro di avere un treno tra cinque minuti: ce la faccio!
Ovviamente lo scomparto bici è in fondo al convoglio, ma pedalo la banchina in un battibaleno e sbatto su la bestia.
Ore 1727, il treno parte puntuale.
Qualche oretta e sarò a casa.