Dìa35 29/07 Muxia – Fisterra (34km)


cazzo… è l’ultimo giorno! voglio proprio godermelo… ieri ci siamo messi d’accordo: ognuno per conto suo. ci troviamo là.
mi sveglio alle 06.30, sul tardi: voglio camminare in piena luce, voglio vedere tutto. mi preparo con calma, c’è ancora gente a letto… strano. marco si sta preparando e anche azusa e diane sono quasi pronte… il kiwi, che urlava nel sonno, è ancora nel mondo dei sogni.
parto alle 07, dopo aver mangiato qualche dolcetto e bevuto un po’ d’acqua.
l’uscita dal paese è subito problematica, la strada difficile da trovare: le indicazioni sono insufficienti e confuse, e imbroccare il sentiero giusto richiede piuù tentativi. ma col cavolo che mi accontento di percorrere la carretera, voglio il bel sentiero sterrato tra le nuvole e gli eucalipti… lo trovo, e mi porta a scollinare l’alto del Lourido e poi a percorrere una vallata fino a Lires, dove faccio sosta alle 10.30.
molto fico il guado del rio che precede il paese, su rocce immerse anche mezzo metro sotto il livello dell’acqua… bevo il caffè con leche con diane e marco, poi alle 11 riparto, e seguo un sentiero alternativo, quello della costa, che la barista mi indica: seguo il rio fino allo sbocco sull’oceano, poi la linea della costa… le rocce ricoperte d’erica si gettano nell’oceano, e le onde si infrangono là sotto con rumore sordo… il mare alla mia destra, i boschi di eucalipto e pino marittimo a sinistra: lo spettacolo è magnifico!
si cammina su questo comodo sentiero, sempre tra salita e discesa, seguendo frecce rosse che indicano un percorso costiero. poi, in prossimità di un paese le si abbandona e si ricomincia a seguire le pietre miliari… con un po’ d’occhio e di culo, si arriva poi ad una grossa carretera che punta decisa il mare: la fine del mondo è vicina!
traversando piccole frazioncine si sbatte addosso ad un cartello: Fisterra… così, senza romanticismo, si arriva alla meta.
un arrivo che toglie qualcosa… in mezzo a questi edifici popolari, sul fianco di questa strada, sta questo cartello malconcio, piuttosto anonimo… c’è qualcosa che non va.
mi raggiunge diane, e ci fermiamo per un panino. sono le 14. il viaggio è finito.
poi, con calma, percorriamo assieme le ultime centinaia di metri, forse un km o poco più, che ci separano dal centro della cittadina.
mi sento un po’ deluso, e parecchio preoccupato per la azusa: il sentiero era veramente un casino, chissà se l’ha trovato o dove cavolo è finita. dopo un po’ sento via sms marco, che è sulla carretera finale, e la azusa: si è persa un sacco di volte, è ancora lontana e il cell scarico la molla… posto in ostello molto poco… mi sento in colpa e, senza portarmi nulla se non il marsupio, calzo le scarpe e le vado incontro di corsa. la trovo ancora sul sentiero che scende dall’ultimo colle, ormai sulla strada giusta. rifaccio volentieri quegli ultimi km, non so bene perché… alle 18 giungiamo in ostello. come previsto niente posto, ma riesco a trovarle una sistemazione alternativa presso casa miguel, dove trovo anche giacomo e gli ungheresi.
poi, ormai è tardi, doccia, barba e capelli, e un po’ di spesa: dobbiamo andare a vedere il tramonto al faro, tre chilometri dal centro del paese. così, con le borse della spesa, ma senza zaino e con le ciabatte ai piedi, cammino gli ultimi chilometri verso l’estremo capo del mondo.
il vento freddo non impedisce ai pellegrini qui giunti di essere allegri, di scherzare e gironzolare in attesa del magico momento…
purtroppo un compatto fronte nuvoloso ci guasta un po’ lo spettacolo, ma va bene lo stesso: almeno non piove! brindiamo con vino tinto e kas, mangiando orribili sandwich di jamon y queso e wafer…
poi, con il buio, bruciamo ciò che c’è da bruciare: chi il proprio bordone, chi il cappello, chi le scarpe, la maglia, i pantaloni, una foto, un ricordo… io la barba, i capelli ed i baffi che ho tagliato oggi.
il viaggio finisce qui.

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