Orient Xpress Day07 Novi Sad_Beograd, km93

Nonostante l’ora tarda ed i chilometri percorsi, passeggio quasi un paio d’ore per la città, piena di gente e di locali animatissimi, ideale vetrina per le aggressive bellezze serbe.

Mi fermo nella zona dell’equivalente del nostro arcivescovado e finisce che resto fino alla una a chiacchiere col gestore, mentre le vie del centro iniziano a spopolarsi: i giovani si spostano alla fortezza per tirar mattino al ritmo techno di famosi dj, mi dicono.
Infatti, tornato in ostello, la stanza è solo mia! Grazie dei della techno! Chi l’avrebbe mai detto che è un genere che può avere una sua utilità???
Le 0130 abbondanti ed è ora di riposo: lights out!
Sveglia biologia ore 0630, eccheccazzo.
Vabbè dai: mi rigiro un po’ ma alle 0700 sono in strada… la città si risveglia piano piano, ed i ragazzi iniziano a rientrare dall’Exit Festival. Io passeggio e pasteggio: limonata qui, strudel là, dolce innominabile (cirillico, boh!) altrove. Fa già un caldo micidiale.
Torno in ostello alle 0900: tempo mezz’ora e varco il portone in assetto da viaggio.
Prima di partire mi ero ripromesso di riposare un giorno la settimana, quindi tappa corta, oggi: mi fermo a Belgrado.
Supero il Danubio sul ponte che fronteggia la fortezza di Petrovaradin, poi provo il lungofiume, come da indicazioni EuroVelo6: lavori in corso. Attraverso il cantiere senza alcuna opposizione, provo un paio di soluzioni ed alla fine scelgo la vecchia principale per Belgrado. Seguo in falsopiano fino a Karlovskj: giro verso il centro, piccolo e carino, e mi imbatto in un’altra tabella ciclistica, che seguo. L’asfalto non è eccezionale, e soprattutto i bordi sono da evitare, ma comunque si pedala sciolto.
Esco dal paese e, sorpresa!, beccati sti cinque chilometri al 5%! Muso duro, rapporto leggero e si sale fino alle 1050, quando mi concedo una sosta acqua a fine salita. Asciugato il sudore mi getto in discesa, planando senza fatica fino quasi ad Indija (1135, km968 ) tra immensi campi di grano, mais, tabacco, girasoli: sosta per una coca, che si crepa. Fino ad ora, dal confine, radler non pervenuti.
Da qui in avanti l’asfalto è tremendo: sembra abbiano affettato la strada a colpi di mannaia ogni metro, ed i miei gomiti, alla volta di Stara Pazova (1205, km977) iniziano a risentirne.
Decido di abbandonare la retta via e spostarmi verso il fiume, anche con l’idea di riagganciare quello che, secondo me, sarebbe un possibile percorso per la ciclabile: agreste secondaria in direzione Stari Banovci (1245, km990) dove, sulla sponda del Dunav, si gira a destra e si percorre la città nuova, Novi Banovci, in cui mi fermo per una meritata sosta (1255, km992).
Caldo e nottata si fanno sentire: sonnecchio di fronte una birra e poi mi sposto in rosticceria per un panino di cevapi, che il sonnellino mi ha messo appetito.
Riparto che sono le 1500, e sei chilometri ed un quarto d’ora dopo giungo a Bataininca: mi districo tra gli onnipresenti lavori in corso ed ecco il cartello! Mollo la via più breve ma noiosa per la più lunga ed incerta suggerita dal percorso europeo: dapprima su lungo viale ombreggiato dai platani, assolutamente benvenuto, poi su laterale a filo del fiume continuo ad avvicinarmi alla capitale. Un tratto in pavèe tra casette pittoresche mi deposita in riva al Dunav, in una zona di chioschi e ristoranti: da qui una dozzina di chilometri ancora lungo moli affollati di locali e stabilimenti galleggianti. La passeggiata è piena di gente a piedi, di corsa, in bici, coi roller o gli skate: procedo piano per evitare imprevisti e guardarmi attorno, fino al ponte che mi permette di scavalcare il fiume Sava prima della sua confluenza col Danubio ed addentrarmi in città.
Un ascensore dovrebbe permette ai ciclisti di scendere sulla riva opposta e procedere verso il centro: invece è out of order, quindi pedalo in salita e poi scendo dalla parte opposta.
Qualche problema col cirillico, ma alle 1715, km1025, sono di fronte al bed n breakfast: ho un sacco di roba da lavare e cose da sistemare…
Tra una cosa e l’altra ho tirato le 1900: fuori il vento si tramuta in diluvio, speriamo che rinfreschi… ma anche che faccia almeno una pausa per lasciarmi cenare e visitare il centro città!

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