MediterraneanConnection2021 Day32 Santa Amalia _ Alcaracejos, 153km 1602mD

È domenica sera e quindi, indovina, nel pueblo i ristoranti sono? Chiusi, bravissima!
Per fortuna in zona gasolinera riesco a rimediare un’insalata ed una hamburgesa, sì anche stasera, ma relativamente veloce.
Torno all’hostal e buonanotte.
Ormai l’orario è settato: spalanco gli occhi alle 07.15, veloce sciacquata e passo di là della strada a far colazione. Qua, infatti, i bar aprono alle 06.00, che i campesinos vanno al lavoro col “fresco” e quindi madrugano.
Bomba: cafè con leche y tostada, toda la vida, torno in stanza, preparo e affardello, poi in strada manutenzione ed ore 08.30 si va!
Carretera ex206 direzione Medellin cui giungo in venti minuti e 07km: percorro l’imponente ponte romano sul rio Guadiana e dirigo verso il Castillo de Medellin, che, dalla cima del colle, domina il pueblo, il fiume ed il teatro romano.
Salgo fino al portone per godere della vista da lassù: ovviamente i monumenti sono ancora chiusi.
Scendo sferragliando sulla ripida rampa acciottolata, raggiungo la plaza e riaggancio il camino, ancora sulla ex206, dirigendo verso Don Benito, cui giungo in venti minuti (09.35) per proseguire verso Haba (10.00 km17) dove si imbocca il camino indicato come Cordel de la Plata: bella pista, compatta e veloce, serpeggia, tra gli aridi pascoli, verso Villanueva de la Serena (10.20 km22) dove un breve tratto asfaltato da nuovamente accesso ad un camino sterrato (Km24,5) che, tra pascoli, sterpaglie, campi fresati e cieli enormi, conduce a Lagos de Magacela, sotto lo sguardo vigile del castello arroccato sulla sommità del colle.
Qui si trova anche un dolmen ancestrale, un antidiluviano cerchio di pietre: un paio di foto, un giro attorno allo spazio millenario, poi si riprende il camino (11.10 km35).
La pista scorre tra ulivi, angurie, terra rossa disseminata di pietre e macigni colossali; poi la terra di fa bianca, giallastra, cenere, ancora rossa o bruna: pomodori, viti, fichi, il verde dei canneti di una zona umida.
Con le sierras all’orizzonte si giunge a Campanario (11.45 km47) dove mi concedo una breve pausa coca e gelato.
Dieci minuti e son di nuovo operativo, dapprima sulla ex104, poi su pista, costeggiando una cava con enormi blocchi di risulta, ed infine su via pecuaria, solcando il chaparral.
Il sole mena forte ma è mitigato da un po’ di brezza: riecco l’asfalto (13.00 km67) ed in breve entro e attraverso Castuera scrutando i locali… e niente, è lunedì e quindi? Maccerto, le cucine son tutte chiuse!
“Neanche un panino?” No.
“Ma un panino non è cucinare!” No.
Per fortuna, ultimo tentativo, impietosisco il barista dell’ExCasino, dai notevoli interni art nouveau, che mi prepara un plato combinado… eccheccazzo! (13.30 km81)
Pranzo e poi pausa all’ombra di un glicine in piazza, ma è ormai ora di andare: contatori resettati e si riparte su camino sterrato (15.30) per i primi cinque chilometri, poi si pedala sull’asfalto, ma sempre sotto un cielo enorme a far da fondale a querce ed olivi fino a Monterrubio (16.25 km19 560mslm) dove mi concedo una rapida coca alla gasolinera prima di rimontare in sella.
Da qui si procede sulla secondaria  Ex211, comunque tirata a nuovo ma bella ondulata e senza un attimo di piano, insomma, fino al confine con l’Andalusia (km25) dove cambiano l’asfalto, vecchiotto e più rovinato, ed il nome, che diventa A3280: quel che non cambia è il panorama, terra bruciata dal sole, olivi e querce.
È al trentesimo chilometro che noto una freccia che il mio gps ignora bellamente: consulto l’itinerario e la mappa e decido di fare un desvio sul camino rural CO9011 un chilometro dopo (17.00 km31).
Sempre dritto ma in continuo saliscendi fino ad una intersezione dove prendo a sinistra (17.30 km40 540mslm) per arrivare in breve a riagguantare la traccia a Hinojosa del Duque (18.00 km50).
In piazza, davanti ad una birretta, pianifico l’ultimo strappo: venti minuti ed è carretera fino a Fuente la Lancha (18.55 km64) cui arrivo arrancando sugli ultimi chilometri: calo di zuccheri fotonico!
Entro nell’unica tienda disponibile e compro mezzo chilo di pesche, merendine al cioccolato, cocacola: spazzolo tutto in un amen ed in un quarto d’ora imbocco il bel camino che corre movimentato ma poco discosto dalla strada, tra querce e pecore. Quattro divertenti chilometri e torno sull’asfalto ormai in vista di Villanueva (km70) e, subito dopo, inchiodo davanti al portone del Tres Jotas ad Alcaracejos (19.30 km72): qua una birretta, grazie!
Per il resto vediamo dopo!

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