Dìa10, Lunedì 22, Aldea del Cano-Cacères, 23km
Ho dormito bello fresco, con la porta dell’albergue aperta (tanto non c’è nessuno in giro) ed il ventilatore… ho dormito talmente bene che alzarmi è stato una fatica. Comunque alle 05.30 sono in piedi, colazione con acqua e limon e basta, e via.
Il cielo è un po’ coperto e fa fresco. Bene. Alle sei parto.
Le mie budella invece protestano: sarà l’orrido bacon di ieri sera, ma fino ad ora non hanno smesso… e sono le 14 passate! Diciamo che, per farsi ascoltare, mi hanno obbligato a qualche sosta veloce ed imprevista…
Comunque sia, oggi tappa corta: dato che Merida, la romana, me la sono un po’ persa, foglio rifarmi con Cacères, la medievale, dedicandole almeno una mezza giornata fatta bene.
Si va per pascoli, e non c’è altro da dire: steppa e cespugli, pecore e vacche.
Unico brivido, l’attraversamento di un aeroclub abbandonato. Immaginate lo scenario: una pista sterrata, invasa da stenti cespugli bruciacchiati dal sole; hangar e capannoni ìn lamiera raffazzonati, dalla vernice scrostata; una manica a vento che sbatte pigra, sfiduciata; la palazzina uffici scrostata, circondata da un morente giardinetto, le imposte sbarrate dalle assi, inchiodate di traverso… il sole, ancora basso, disegna la silhouette delle strutture, allungandone l’ombra sul terreno, ne nasconde i particolari… un refolo di vento solleva un mulinello di polvere e cartacce… qualcosa sbatte, là in fondo… no, non c’è nessuno, e quei segni di copertoni sono vecchi di chissà quanto. Solo le montagne, tutto intorno, a chiudere ogni possibile orizzonte… ma no, qualcosa, lì, si muove… si! Non mi sbagliavo, ma…
E, all’improvviso, una parete nell’hangar più vicino cede di schianto, lasciando fuoriuscire una torma di zombie sbrindellati ed affamati della mia carne!
Beh, a parte gli zombie (o magari i vermoni giganti o i critters!) sembrava proprio la classica location da film americano… ce la farà, il nostro eroe misterioso e solitario, a spaccare il culo ai cattivi?
Passato l’aeroporto e il paese di Valdesalor (niente da segnalare), saltata l’autostrada, fatte un paio di pause, scavalcato le colline, ecco Cacères all’orizzonte. Ancora un po’ e alle 10.45 sono all’ufficio turistico: chiuso. Senza la sospirata mappa gironzolo per il paese fino a trovare alloggio, alle 11 e passa, alla pension Carretero, in plaza Mayor. Doccia e bucato, e mi concedo una colazione con orribile pasta al cioccolato e doppio succo d’arancia. Poi un primo giro a monumenti: la città alta è davvero bella, con le sue strette stradette e gli alti palazzi dalle facciate istoriate, e tra i suoi vicoli il sole non riesce a fare più di tanti danni. Dopo un paio d’ore torno alla pension, ed eccomi qua!
Dormo fino alle 17.30, alle 18 esco: altro giro per il centro storico.
Cena in plaza san Juan, mentre centinaia di rondini volteggiano nel cielo soprastante: erano vent’anni che non ne vedevo tante così, tutte insieme!
Gironzolo un po’, ma sono quasi le 23, bisogna fare lo zaino eccetera… niente connessione, la baracca pc vede la rete ma non riesce a sfruttarla… boh, io con windows non so fare proprio niente, magari domani…