HeartQuakes day04 Fiastra _ Visso km23 970mD
Ormai anche gli ultimi clienti se ne sono andati e procedo a montare la tenda nel rettangolo verde che guarda dall’alto i tavoli sopraelevati: alla luce della frontale termino le operazioni e mi preparo per la notte.
In tenda fa più fresco che nelle camere che ho occupato in queste altre calde notti estive: si dormirebbe benone, ma va segnalato un branco di cinghiali che si diverte a ruzzolare nei pressi del mio accampamento.
Evabbè.
06.00 sveglia e smontare il campo: tenda asciutta, per fortuna, grazie all’arietta notturna… ripiegata e via direttamente in zaino, voilà.
Zaino pronto, una pesca, un po’ di succo e scendo in paese, che il bar dovrebbe essere aperto da un’ora… e invece no, è tutto chiuso (07.00)!
Aspetto un quarto d’ora abbondante e si può far colazione, più o meno: il minimo di carboidrati, crudi o bruciacchiati, ed un cappuccino.
Tentativo di acquistare un panino per oggi: abortito.
Bè, però ho tre litri d’acqua!
Torno su al Tribbio, sistemo le ultime cose e son pronto: 07.45 e si parte, direttamente in salita dalla porta del rifugio!
Il sentiero si spara su diretto sul fondo mobile e sassoso, tirando senza pietà a tagliare i curvoni della variante ciclistica, che invece si srotola su una bianca e più docile mulattiera.
Rosicchio velocemente il dislivello, ed in breve si passa dal bosco ombroso di faggi ai prati soleggiati: sulla sinistra si apre un’aerea vista su Fiastra ed il suo lago (08.15 km01).
Poi ancora su tra boschi e prati: lungo il sentiero farfalle ovunque, a colorare l’aria già calda e a farmi compagnia fino alla Fonte del Pozzo, da dove si procede sulla bianca pista polverosa (08.40 km02+ 1245mslm).
Il caldo si fa sentire sempre di più: il sole scalda sin dal primo mattino ed il sudore scorre copioso… la mulattiera per fortuna ha una pendenza decisamente dolce e si dirige in fretta verso il ripetitore bianco e rosso che era visibile quasi già dalla partenza.
In campo aperto, con lo sguardo che corre ai monti lontani, si solcano dei pascoli recintati ma privi di armenti visibili: spira una bella arietta fresca a rendere ancor più piacevole il mio andare.
Presto il Grande Anello dei Sibillini abbandona la pista e si getta in discesa tra le conifere sulla destra (09.00 km03,5): io decido invece di restare sulla mulattiera guadagnando ulteriormente quota in modo da godere della vista panoramica ancora per un po’… più oltre andrò a riprendere la traccia ufficialmente in corso.
Ora sull’altopiano giungo al Rifugio Monte Coglia (09.20 km05 1300 mslm): dal piccolo bivacco ho di fronte il monte Pietralata, cui rivolgo qualche occhiata mentre chiacchiero con Fabrizio, gagliardo settantenne che usa questo edificio come appoggio per controllare le sue 1800 pecore e 120 mucche, tutte bestie rigorosamente da carne. Mi ha raggiunto con la sua indistruttibile Beta da cross, mentre solca i pascoli a controllare gli armenti e lo stato delle pozze: tutto l’altopiano da Fiastra verso il Macereto è pascolo per i suoi animali… incredibile!
Ma è ora di andare (09.45): godendomi l’arietta in quota solco l’altopiano sulla facile pista in prevalente falsopiano fino al bivio prescelto per rientrare in traccia (10.05 km07 1400mslm).
Giù dunque a destra in decisa discesa sulla panoramica mulattiera dal fondo mobile e sassoso, per raggiungere in un quarto d’ora il bivio dove il sentiero confluisce provenendo dai pascoli a destra (10.20 km08).
Si prosegue a tagliare i pascoli perdendo quota finché si lascia la pista per un sentiero che stacca a sinistra tra arbusti di ginepro e rosa canina: caldo umido e silenzio assoluto, anche gli insetti tacciono, intontiti dalla temperatura (10.50 km10).
Rapida sosta alla striminzita ombra di un arbusto oversize: giusto 10 mimuti per bere e rifiatare un po’ (11.10 km11,7 1150mslm) e via per l’ultimo scatto prima della pausa.
Venti minuti e poi al bivio (11.30 km12,3) giù in discesa lungo un sassoso tratturo, spezzato da qualche saliscendi, subito a disturbare un gregge di pecore: i solerti guardiani mi ammoniscono con qualche latrato ma senza schiodarsi dall’ombra… anche per loro ci sono delle priorità, con sto caldo!
Si prosegue, sempre evidentemente verso valle, si tocca l’asfalto e, cinque minuti ancora, eccomi al Santuario del Macereto (11.55 km14).
L’eremo progettato dal Bramante nel Cinquecento, colpito dal sisma, è in restauro e solo la minima parte del porticato è agibile: amen, è quella che mi basta per sonnecchiare all’ombra un paio d’ore!
Ore 14.00 e mi inoltro subito nella profumata pineta alle spalle del santuario a costeggiare la valle a in costa per poi abbassarmi sul fondo e tornare a salire sul versante opposto, a scorrere tra i pascoli punteggiati di arbusti e piccoli alberi.
Attraverso l’altopiano sotto lo sguardo del dolomitico Monte Bove e raggiungo il bivio in località Le Vaglie (14.20 km15,3) dove abbandono il sentiero per una evidente e nuova mulattiera che porta ad una stalla recentissima: da qui la traccia sassosa si impenna e raggiungo un altro pianoro punteggiato di roccette, al termine del quale, dopo aver chiuso alle mie spalle l’ennesimo passaggio elettrificato, il sentiero diventa mulattiera che inizia la sua discesa verso valle (14.45 km16,7).
Ovviamente molto decisa da subito, il fondo si fa progressivamente più rotto ed inciso dalle intemperie: si giunge in breve ad un fontanile in secca e si prosegue ancora perdendo quota mentre i pascoli lasciano posto alla pineta e l’orizzonte si restringe (15.05 km17,8).
Poco più giù un sentiero si stacca sulla sinistra rimanendo in falso piano: poi perdendo quota si infila in una fresca faggeta in cui i raggi del sole fanno capolino tra i rami.
Un altro sentiero a sinistra procede a mezza costa, guardando a valle verso un quartiere Sae e conduce ad un bivio (15.40 km20) da cui si infila in un’altra valle, sul lato opposto.
Un ultimo bivio e si risale leggero (15.55 km20,7): sotto si sentono i rumori della ricostruzione del paese, mentre si arriva ad una fortificazione dagli spessi muri, la cui alta torre domina la valle ed il paese.
Basta seguire l’ampia e regolare pista per agganciare l’asfalto e raggiungere Visso, brulicante di cantieri e macchinari pesanti: gru, betoniere, bulldozer, camion, piattaforme, armature… rumor di seghe e demolitori, pestar di punte e martelli (16.20 km22,5).
Finalmente è ora di merenda!
Poi, qualche indagine dopo, cerco riparo alla Croce Rossa (17.10 km23).
Approfitto del bagno per darmi una sciacquata e cambiarmi, spesa veloce, cazzeggio all’ombra.
Cena veloce ma sostanziosa… e anche oggi è andata.