HeartQuakes day03 Camerino _ Fiastra 23,5km 730mD

Dopo la cena da Noè, ulteriore giro tra i lasciti del sisma: sforo di un quarto d’ora il coprifuoco, ma per fortuna suor Cristina mi aspetta prima di chiudere il cancello!
Finestre spalancate per far entrare l’aria della sera e buonanotte!
Sveglia alle 06.30, toilette minimale e scatto verso il bar giù dalle scalette, che dovrebbe aprire alle 06: e infatti cappuccino, bombolone alla crema e croissant al cioccolato.
Poi toilette definitiva, taping in via di miglioramento, rifinitura zaino e si va: poco meno di un’ora ed eccomi in strada che son quasi le 07.30.
Un paio di viuzze ormai familiari, poi si costeggiano i giardini pensili ed in dieci minuti eccomi giù in picchiata sulla asfaltata ma vertiginosa Via Scalette (07.40 km01) che precipita tra campi e prati verso la principale a fondovalle, che raggiungo poco prima del segnale orario (07,55 km02+).
Tocca seguire per un po’, mentre le auto sfrecciano al fianco, ma in breve, in prossimita di una casa cantoniera stranamente bianca (08.05 km03+), si devia su secondaria che scorre tra prati e filari d’alberi: poco oltre un cartello annuncia, in prossimità di un’antica pieve (probabilmene intitolata a San Luca), l’oasi di San Vito Arcofiato.
Da qui la strada inizia a farsi bianca e compatta e a salire decisa tra i roveri (08.10 km03,5): qualche svolta ogni tanto provvede ad animare la salita e fornire panoramici sguardi su Camerino, arroccata a dominare i dintorni.
Delle tracce fresche sul fondo sabbioso, sia impronte che ricordini, fanno presagire un incontro: ecco infatti Marco con l’asino Pinturicchio, anch’essi alle prese con il cammino.
Anche Marco è veneto (viene da Verona) e, felicemente pensionato da poco, festeggia inanellando cammini: questa volta in compagnia del quadrupede targato Norcia che lo accompagna.
Assieme raggiungiamo la strada asfaltata (08.45 km05,5), dove Pinturicchio decide unilateralmente per una sosta: concordiamo (con Marco, ovviamente) di trovarci a Polverina, piu avanti lungo il percorso, e ci salutiamo.
Via veloce sul fondo bituminoso e serpeggiante, praticamente senza dubbi fino ad una indicazione ormai desueta della mia vecchia mappa che mi costa un dieci minuti di tentativi abortiti tra la sterpaglia (09.10 km07,5): risolvo proseguendo in discesa sulla strada che, in breve, lascio per una bella pista bianca che, come da previsioni, riguadagna la quota persa e torna in traccia… per scendere nuovamente!
In prossimita di un’azienda agricola il sentiero scarta di lato e si infila tra la recinzione di quest’ultima ed i reticolati verso valle: il corridoio tra di essi e invaso di arbusti e rovi, ed il procedere è tutt’altro che agevole.
Ne esco ricoperto di graffi e semini vari infilati ovunque quando, finalmente, la traccia si allarga
(09.35 km09,5) per scendere velocemente fino al piazzale dell’albergo ristorante Al Sole e, piu oltre, a sottopassare l’autostrada.
La traccia ora scorre parallela a lago e doppia corsia fino al borgo di Polverina, dove è tempo di pausa all’Oasi Bar (09.55 km11).
Panino mortadella e formaggio, birrona da 66, che qua va per la maggiore, e aspetto Marco al fresco dell’aria condizionata: inutile dire che il suo arrivo (bè, quello di Pinturicchio!) catalizza l’attenzione degli avventori.
Un po’ di chiacchiere, ma Marco deve seguire i tempi dettati dal suo compagno di viaggio, e quindi se la prende comoda: ci salutiamo e forse ci si becca stasera verso Fiastra, chissà…
Via di nuovo sotto il sole spietato dopo questa super pausa (10.35): si passa sullaltro lato del fiume ed e subito salita!
Un ramo secondario si stacca sulla sinistra: la strada è chiusa per lavori, ma il pedone puo passare tranquillamente… muso duro e un passo dopo l’altro si prosegue, fortunatamente il calore mitigato dagli alberi e dalla loro provvidenziale ombra su questo lato del costone.
Passo un paio di cantieri chiacchierando con gli operai e… solo quando devo superare il cancello che sbarra la discesa ai veicoli mi rendo conto di aver saltato una svolta perso nei miei pensieri (11.30 km15+): esco dal cantiere, risistemo la barriera e procedo snocciolando i curvoni fino a ritrovare la traccia al borgo quasi completamente distrutto di Colli, dove mi concedo una rapida sosta acqua (11.55 km17).
Dieci minuti e zaino in spalla, a raggiungere la frazione di Bolognesi (e ricaricare la bottiglia alla fonte) per poi proseguire fino al prossimo punto (12.25), un sentiero che volutamente ignoro per gettare un’occhiata poco oltre, ad un centro abitato temporaneo da cui proseguo su strada fino a ritrovare, come previsto, l’innesto della traccia (12.45 km20).
Siamo agli sgoccioli: venti minuti di asfalto rovente in quota vista lago, prima di buttarsi in discesa su bianca sterrata, dapprima rocciosa e poi più docile (13.00 km20,5), traversare un paio di rigagnoli a fondovalle ed infine risalire il sentiero fino al cimitero di Fiastra (13.25 km22,5): da qui la strada conduce in un amen al paese e, un paio di deviazioni causa cantiere dopo, eccomi al Rifugio di Tribbio dove chiedo una birra per combattere il caldo maiale mentre aspetto di sapere se mi potrò fermare qua (13.40 km23,5)…
Con calma, eh… ma sì: posso montare la tenda.
Intanto doccia e bucato, un po’ di diario, giretto fino al castello Malagotti (credo) sul colle che domina il borgo da una parte ed il lago dall’altra, poi spesa liquidi e frutta, cazzeggio, reidratazione e relax aspettando l’ora di cena: tortelli burro e salvia ripieni di ciauscolo, salsicce agli odori, pomodori al forno, rosso Piceno, crema fatta in casa ai frutti di bosco.
Monto la tenda, tiro ancora un po’ e poi… buonanotte.