Dìa27, Giovedì 09, Laza-Xunqueira de Ambìa, 33km (-129)

Come forse dicevo ieri, qua si sono fregati tutte le targhette dai miliari, per cui non saprei dire cosa riporti, come distanza da Santiago, quello vandalizzato più prossimo al paese… comunque sia, al Rincon del Pellegrino di Albergueira il tabellone segnava -140km… ma andiamo con ordine.

Sveglia alle sei meno un quarto, zitto zitto traslo la mie masserizie fuori dalla porta della stanza, per non svegliare la famigliola di ciclo-pellegrini catalani: colazione per buttare giù una pastiglia, veloce toilette e mi aggrego agli spagnoli per una partenza lenta, di riscaldamento. Consegnate le chiavi alla protezione civile, si cammina su asfalto uscendo dal centro… alle 07 mollo tutti ed in breve raggiungo Soutelo Verde e poi Tamicelas, dove inizia una sterrata che sale decisa fino ad Albergueira: è d’obbligo fermarsi all’angolo del pellegrino già citato in apertura, dal basso soffitto travato tempestato di conchiglie riportanti nomi e nazionalità tra i più svariati. Mentre bevo il caffelatte mi raggiunge Carlos l’andaluso, che ordina birra, café nero e formaggio! Gli pago la birra e poi scriviamo nome e pueblo di provenienza su di una concha che il dueno del locale appende subito ad un trave, a testimonianza del nostro passaggio. Arrivano anche gli altri spagnoli, che si fermano a merendare.
Riparto, che mi son fermato anche troppo… in salita abbastanza bene, ma l’altopiano che la segue mi impensierisce un po’, oltre ad inzupparmi le scarpe: Laza si trova infatti a fondovalle e, come da prassi, il mattino è coperta da un fitto strato di nuvole, che depositano la loro umidità sulla vegetazione sottostante… si sale dunque tra piante gocciolanti e si prosegue poi tra alte erbe altrettanto bagnate, contribuendo ad asciugarle! Ma la zampa sinistra mi fa male, la maledetta! Boh, vediamo…
Arrivo a Vilar de Barrio, e mi fermo a mangiare biscotti e un pastiglione… me ne sto andando ed il solito Carlos mi tenta: perché non fare un salto alla sagra del pulpo gallego? Porca vacca, come dire di no? Ed eccoci in allegra compagnia sotto il tendone a gozzovigliare a pulpo e cerveza!
È quasi mezzogiorno quando leviamo le ancore… la gamba mi dà fastidio e resto a camminare con loro: è la prima volta che cammino in compagnia di più persone da quando sono partito da Sevilla… si parla di un po’ di tutto e Carlos mi illustra in spagnolo i nomi di tutte le piante che incontriamo.
E via così fino a Bobadela: mi accorgo di camminare male e lascio proseguire la compagnia per concentrarmi sui miei passi, che si fanno un po’ alla volta più sciolti… alle tre meno dieci li raggiungo al rifugio, molto confortevole, e mi dedico alle solite attività. Adesso scendo al paese e vedo se la biblioteca è aperta…
No, è chiusa ed il segnale non ha potenza, però ho trovato un miliario integro: mancano129km a Santiago!
Bon, fatta la spesa e comprato un po’ di painkillers, aspetto gli altri su una panchina leggendo… la cena, confronto a quella di ieri, manca di sostanza e sono tutti, non solo io, insoddisfatti: alla tienda si comprano un orujo de hierbas ed uno casero, poi si torna a sbevazzare in albergue (che non c’è hospitalero a rinchiuderci) mentre Juan e Carlito si esibiscono cantando sevillanas e altre tipiche composizioni spagnole… si unisce a noi un danese, e la missione è ridurlo ubriaco perso: domani mi sa che non si alza!

Curiosità: siamo quattro Carlos, adesso. Oltre a me, Carlos l’andaluso della Sierra Nevada (il cui nome diventa, tagliando qua e là, Calo), Carlito da Jerez de la Frontera e Carlos da El Cubo de la Tierra, che è uscito dalla porta di casa per iniziare il camino direttamente sulla via de la Plata… poi c’è sempre l’altro Carlo, a ben vedere, ma lui alle 22 dorme già da un pezzo…

Sono pazzi, sti vecchietti spagnoli, stiamo facendo un casino che metà basta, tra canzoni, orujos e cannoni (non io, chiaro)… il danese è ormai ko, ma continuano ad infierire… domani per lui sarà dura!
Bhè, sono le 23.30, magari è ora di andare in branda… domani tappa corta, solo 20km, visto che 50 col cazzo che li faremmo volentieri! Domani si riposa! Ciao!

 

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