Jour15 L’Isle Jourdain_L‘Isle d‘Arnè, 33km
Sveglia alle 0610, vestizione e preparazione zaino.
Evidentemente x i padroni di casa non è un orario normale, far colazione alle 0630!
Li aspetto e mangiamo assieme: tra una chiacchiera e l’altra le cose vanno x le lunghe, e riesco a partire solo alle 0730. Vabbè, poco male… e poi è anche giusto, vista l’ospitalità.
Stanotte, guarda un po’, ha piovuto: le previsioni x oggi danno coperto ma stabile, staremo a vedere!
Parto con il mio bravo gilet, che saranno 8 o 10gradi, raggiungo il paese ed aggancio il cammino: mi infilo tra i campi e compio i soliti ghirigori salita-discesa destra-sinistra… la terra qui è diversa, notavo ieri, molto appiccicosa e sdrucciolevole, dal colore bianco-giallastro… argilla? Rende davvero difficile camminare, formando spesse suole aggiuntive sotto le scarpe, tenacissime e difficili da eliminare, x quanto strofini spesso le scarpe su radici e cortecce: sembra di avere gli zatteroni!
Di riffa o di raffa, cmq, si arriva a Monferran, e sono le 0925: non c’è nessuno in giro, e certo il vento non invoglia… mi infilo in un panificio e compro due croissant ed una baguette. Gironzolo in cerca di una panchina ma niente: torno fuori dalla torre e mi siedo su una panca in cemento a far colazione. Riparto in 15min: in discesa e poi in salita, ad alternare i campi appicicosi a qualche stradetta secondaria fino a Gimont… x entrare in paese dall’alto e dargli un occhio senza far troppa fatica, mollo la strada e mi infilo in un percorso VTT (sarebbero le mountain bike in versione francese) e, come previsto, sbuco in cima al colle dove finiscono (iniziano?) le case, poi scendo.
Poca gente, è quasi mezzodì, ed il tempo sembra girare al peggio… cerco una panchina, ma nisba. Esco dal paese e mi fermo appena fuori, in riva ad un laghetto: neache il tempo di prendere il pane che inizia a piovigginare… faccio finta di niente ma non riesco a finire in pace la mia mezza baguette che comincia a fare sul serio. Rimetto calze e scarpe, sistemo lo zaino, infilo il poncho e riparto: sono le 1225, giusto un umido quarto d’ora di pausa!
La pioggia, cmq, dura poco ed in breve mi libero della plastica gommosa e sbatacchiante… proseguo sul fondo fangoso e, accompagnato da qualche sprazzo di sole, raggiungo, alle 14, il borghetto di Lamothe, sulla cima del colle appena prima di L’Isle: son arrivato, x oggi era la mia meta.
Un cartello avvisa che l’accueil non apre prima delle 15, quindi mi sistemo ad un tavolino (c’è il sole!), tiro fuori la mezza baguette rimasta e l’acqua e mi dispongo ad aspettare. C’è una gran pace, ed il posto sembra speciale…
Ne ho la conferna quando Gerard mi apre la porta del Gite: è bellissimo! Ha restaurato, assieme alla moglie Martine, questa tipica abitazione campestre utilizzando solo materiali locali: legno, vecchi travi e la terra argillosa che oggi mi si era tanto affezionata… “è la terra che ti ama“, dice Gerard!
Sono davvero degli artisti, ed hanno fatto tutto loro: dai mattoni in terra cruda ai pigmenti naturali per colorare le pareti, dalle sculture ai mosaici che decorano mensole e caminetto, ai mobili. Che posto incredibile! Son proprio contento di poterci passare una notte! Curioso dappertutto e scatto mille foto, poi doccia e lavalava. Infine esco in giardino a godermi la sdraio, il sole ed il vento…
Poi cena: la padrona di casa non c’è, e la cucina tocca a Lola: uova all’occhio, allora! Va ben, si farà! Però gli ho svuotato la terrina della peperonata… buonanotte!