S2N day16 Los Barrios _ Conil de la Frontera, km90 880mD

Sveglia alle prime luci, 06.45, colazione autogestita e via, un’ora e si parte (07.45).
Ore 08:00 km02,5 bivio con indicazioni EuroVelo8, si prosegue su asfalto in leggera discesa nella valle che si risveglia: numerose le cicogne e le vacche già al pascolo.
Si segue poi un camino di servizio di fianco alla autovia che accomuna tutte e tre le tracce principali in questo tratto e conduce a Dos Bahias, piazzale sterrato da cui si prende il Camino de Oje (08.15 07km). 
E quindi su di nuovo, tra le sierras con le querce da sughero, gli ulivi e la profumata macchia mediterranea: si percorre per un attimo un tratto asfaltato (08.45, km12) ma si continua a salire verso San Carlos del Tiradero, a quota 210mslm.
Da qui si entra in un altro “Coto de Caza” privato: oltre un passo canadese ci sono addirittura le telecamere! Esticazzi!
Si scende, si passano una fuente e le rovine di un vecchio casale e si esce da un altro passo canadese videosorvegliato, in corrispondenza di un forno per il pane, nel bosco tra le querce a lato del sentiero (km15,5).
Altri ruderi ed ecco il Puerto de Ojen (09.15 km18 230mslm), con ampia vista sulle sierras che lo circondano: discesona senza interruzione fino ad un bel embalse, sulle cui rive pascolano placidi vacche e cavalli (09.35 km22).
Al lato opposto del bacino svettano numerosi aeromotori: sono le avanguardie di quelli che troverò oltre l’ultima cresta.
Proseguo su pista molto rotta e malandata, per poi tornare su asfalto: un chilometro dopo aver passato i resti di una vecchia installazione militare giungo a Facinas (10.05 km30,5), moderno paesone che schivo restando sulla strada… un incrocio e bastano un paio di chilometri sulla principale per ritrovare la TransAndalus ed attraversare un enorme campo eolico (km34).
In breve si risale tra i pascoli su sentiero prevalentemente secco e sabbioso, inciso dai mezzi, ma senza particolari difficoltà: nonostante questo, una volta in discesa, perdo il controllo dell’avantreno e sbatto al suolo.
Tiro fuori gli attrezzi e sistemo la leva del freno; con un po’ d’acqua mi pulisco la mano destra, un po’ segnata, e si riparte.
Ore 11.00, km53, pueblo agricolo senza nome sulla mappa, ancora sulla sierra, dedito all’allevamento di bovini e devoto ai campi eolici; poi in un quarto d’ora di pista sabbiosa, dal nulla ecco Zahara de los Atunes, affollatissima di turisti e boutiques…  decisamente meta turistica di un certo peso: che contrasto (11.15 km47)!
Sosta cerveza, azzero i contatori e cambio traccia: venti minuti e si riparte, ancora sulla TransAndalus.
Attraverso il rio che sbocca in mare poco più in là: la traccia porta dritta in spiaggia… va giusto bene per un paio di foto, ma affondo fino ai cerchioni, meglio di no!
Resto purtroppo sulla strada costiera, molto trafficata, per giungere ad un ponte che scavalca una zona umida e dopo il quale si stacca una ciclabile (12.05 km10,5) che entra a Barbate di cui percorro tutto il lungomare: seguo ancora la traccia, che tempo quindici minuti mi riporta su singletrack sabbioso a spingere dalla riva verso l’alto, bestemmiando (1220 km14).
Guadagno così la Senda de los Acantilados, a piombo sopra le spiagge (12.40 15km) che conduce alla Loma Alta (1250 km16,5) e da qui, finalmente in quota, alla Torre del Tajo, antico punti di avvistamento contro le incursioni dei pirati moreschi (km17,5).
Procedere nella pineta dal suolo sabbioso, con le grosse radici affioranti ed i puntuti cespugli non è semplice nè veloce, ma si può fare… finché dopo un chilometro la pendenza non cambia e la sabbia si fa esagerata: spingere è ormai faticoso e pesante, vien da buttar via la bici (1310 km18,5)!
Un quarto d’ora e sembra migliorare (13.35 km20,5), ma non è proprio così: un’ultima duna boscosa da scalare, scendere dall’altro versante, parallelo alla strada, passare il reticolato nell’unico punto aperto ed ecco il meraviglioso asfalto (1345 km21,5).
La ruota posteriore, però, galleggia… cazzo!!! Bè, anca massa brava, fin qua… però fanculo!
Mi fermo ad un baracchino per una fanta lemon, si crepa di caldo ed il vento soffia contrario; poi gonfio la ruota: resisti!
Resto sulla traccia, che mi riporta a spingere in spiaggia: ma non imparo mai??? Merda!
Duecento metri e basta così, entro in un chiringuito, esco dal retro, mi riporto sulla carretera e vaffanculo, prendo la ciclabile a lato strada che conduce, dritta, monotona e pedalabile, soprattutto, a Conil de la Frontera (14.50 km38)!
Seguo il lungomare, mi fermo ad una tienda per schienare un bottiglione di tè gelato, proseguo slalomando tra i turisti, mi lascio alle spalle le spiagge e risalgo il promontorio in cerca di un camping: eccolo, Camping Fuente del Gallo (15.25  km43).
Buona la prima, che devo sistemare la bici: ma prima un plato combinado ed un paio di radler, che son drio morire! 

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