Dìa07, Venerdì 19 giugno, Villafranca-Merida, 42km
Questo, in reltà, mi tocca riscriverlo che ieri sera non ho fatto salva col nome e l’ho cancellato… vedi a non poter scaricare ogni sera i files sul blog? vabbè.
Allora, allora… dopo la cena a Villafranca, da quello scoppiato della birra alla crosta glaciale, ho gironzolato un po’ per il paese, anche per guardare, come al solito, da che parte uscirne l’indomani… c’è aria di festa, in Plaza de Espana, e sul sagrato della chiesa ci sono chioschi e bancarelle… i ragazzi si esibiscono nello sport nazionale extremeno, giro della piazza a finestrino abbassato e musica technogitana a palla! Bhe, quasi come in piazza a Castelfranco…
Torno di malavoglia alla pension, ed il caldo maiale si impadronisce di me! Scribacchio il diario digitale e mi rassegno a lottare con le lenzuola fradice di sudore.
Roba da matti, si sta da schifo. Finalmente sono le 05.15 ed ho la scusa per abbandonare l’impari lotta: materassi bollenti vs carlo, 2 a 0 e vaffanculo.
Alle 05.45 sono per strada, a godermi il fresco della notte. Gran traffico di mezzi agricoli, tutti diretti nella mia stessa direzione… bhè, e vorrei vedere, visto che devo fare tutto un tiro di 26km di campi per arrivare al prossimo paese.
E via così, mentre i simpatici lavoratori agricoli sfrecciano a mooolto più dei 30 indicati come limite per l’agreste tratturo, facendomi, letteralmente, mangiare la polvere. Uno mi suona perfino, che mi scosti e lo lasci passare, che il processo agricolo lo attende e non può aspettare! Ma va’ a quel paese! No, non a quello dopo, là ci vado io, dico proprio chedeviandareaffanculo! Ma mi sa che il labiale, nel gran polverone, va perso…
Ah, l’Extremadura è la patria adottiva dei furgoni derivati dal Citroen Visa, specie cui apparteneva la defunta Cozzamobile! Che emozione! Vedere tutti questi esemplari, preferiti quelli bianco e grigio metallizzati, scorrazzare per le polverose calzadas!
Bon, comunque sia, sempre avanti bisogna andare, e si va. Una pausa alle otto, una alle nove e mezza, una alle undici ad osservare una coppia di gheppi in caccia: dopo aver eseguito lo “spirito santo“ (stanno fermi in cielo tipo elicottero), si gettano in picchiata tra le onde di frumento, per poi riapparire e tornare a frullare in cielo. Seguo un po’ di attacchi, tutti a vuoto, poi lascio i rapaci al loro quotidiano daffare, e me ne vado per la mia strada, che mi porta, in breve, a Torremegia. Sono le 11.25, ed il sole è FEROCE! Altri 16km mi aspettano, di cui più di metà su una sconsigliatissima e pericolosissima (almeno sembra) statale. Seguendo l’esempio dei relatori delle due guida che porto con me, mi lascio tentare e mi dico che, se entro mezz’ora ne passa uno, prendo l’autobus. Mi va di culo, ce n’è uno alle meno un quarto, affare fatto! Non sono entusiasta all’idea, ma se sentiste che caldo fa mi dareste ragione! Alle 12.15 sono a Merida.
Entro in città costeggiando la Guadiana, fino ad attraversarla sull’imponente ponte romano (più di 700metri!). Fa caldissimo, ma tiro dritto verso il centro, in cerca dell’ufficio turistico: mappa ed informazioni, please! Visto che ci sono, e visti gli orari pomeridiani (17-19.30!), vado già a visitare anfiteatro e teatro romani. Poi vado all’albergue. Doccia, lava-asciuga e, errore!, essendo senza bibite prendo l’unica disponibile in albergue: fanta, fredda di distributore.
Sarà stata lei? O la combinazione alberguecaldomaiale-fantaglaciale? Fatto sta che di riposare non se ne parla: il caldo opprimente mi consente solo di agitarmi sul sacco, fradicio di sudore… alle 16.30 mi sveglio stravolto per andare a monumenti, ma il caldo fuori è spaventoso. Ci provo, e mi trascino prima all’Alcazaba, poi alla casa del Mitreo, ma di fronte ai colombari mi arrendo. Vado a comprare tre bottiglioni di succo e rientro. Per modo di dire, perché mi sistemo nel parco adiacente, sotto gli alberi, che fa più fresco. Fino quasi alla nove resto lì, a bere succo, poi mi alzo e… lo sbocco tutto. E mi sento meglio. Debole ma meglio. Faccio un salto in farmacia per delle aspirine e poi alla tienda per un po’ di frutta. Torno al parco per la “cena”, frutta e pastiglia
Verso le 22 il parco sulla Guadiana si riempie: picnic, skaters, rollers, bikers, compagnie, gente con il cane o a correre…. Seguo con lo sguardo dei ragazzi che si allenano nel parkour.
Poi, purtroppo, alle 23 in albergue, a soffrire il caldo: sbatto il materassino a terra, sperando che il fresco del pavimento mitighi un po’ la temperatura… speranza vana.
Nel frattempo è anche arrivata Marisa, da Madrid… dispone di una settimana per seguire il tracciato classico della Via, nata per unire la città di Emerita Augusta con quella di Asturica Augusta: da Merida ad Astorga, dunque. In bici, e, visto il caldo, la invidio da morire!