​#ilGiro2017day28 S’Abba Druche_Valledoria, km134


Complice la luna quasi piena, la cala sotto di me, nella calma della notte, appare quasi magica: le rocce, la sabbia e la spuma delle onde lampeggiano bianche contro lo sfondo scuro… Rientro in tenda e dormo ancora qualche ora, poi precedo la sveglia di un paio di minuti: già operativo alle 07, alle meno un quarto il campo è smontato e la bici lubrificata e carica. Veloce toilette (cinghiale non pervenuto) mentre attendo l’apertura del bar, colazione e, 0820, si va! Riguadagno la litoranea, ed è ora di darsi da fare: quasi un’ora e mezza di severa salita quasi senza soste, sulla strada tutta curve che domina su cale, spiaggiette, porticcioli, torri e scogliere: bellissima. È verso le 1045 che una prima, seria, discesa annuncia che il grosso della fatica è alle spalle: giù a 50kmh si fa presto a rimettere in linea la media oraria! Sali ancora, scendi di nuovo ed ormai si torna al livello del mare: ancora una decina di chilometri su e giù ed ecco Alghero. Raggiungo il centro, ore 1110 e km3445, gironzolo un po’ e mi faccio birra e panino.
Riparto sulla sassarese vecchia, direzione Olmedo, che, al solito in salita, conduce verso nordest: riecco il maestrale, ma non forte come ieri… Si pedala comunque, ed alle 1230, km3460, eccomi in paese: un quarto d’ora e 2km dopo ecco finalmente un ristorante aperto… Si mangia!

La consueta lunga sosta per evitare la fornace meridiana e poi via, maglia e cappello zuppi d’acqua per propiziare un inizio meno traumatico: 1530, caldo maiale, vento e salita… en plein, avanzo un orsacchiotto! Via lo stesso fino a Sassari, già prima delle 17, dove i cartelli non esistono! O meglio, esistono queste possibili indicazioni: Sassari, Alghero, Olbia, Porto Torres. “Tutte le direzioni” non vale, finisce in autostrada. Ci spreco almeno mezz’ora e di sicuro una decina di km, ma alla fine, 1730 e km 3491, imbocco una quattro corsie in lavorazione (e assolutamente priva di cartelli) che mi porta più a sud del previsto, ma comunque sulla costa: da qui la direzione è evidente, per fortuna!

Ore 1800 e km3497: la litoranea attraversa una zona di bianche dune e fitte pinete, mentre mi conduce verso Castelsardo, non prima, però, di una pausa frutta rigenerante.

Alle 1840 la strada confluisce nella ss200, che sarà il riferimento d’ora in avanti: la costa cambia, con più scogliere prative e meno boschi, e laggiù contro l’orizzonte quella che si vede è l’Asinara…

Ancora un po’ ed alle 1930, km3520, ecco la penisola fortificata di Castelsardo, con la sua collana di casette arroccate ed il porto sottostante: mi arrampico in centro e proseguo salendo per tagliare verso l’interno, nell’ultima salitona della giornata, mezz’ora e 5km, per poi scavallare e scendere nella valle opposta, che riporta verso la costa all’altezza di Valledoria, dove il coso si ferma a km3534.

Son le 2030: ok, si mangia! Un’oretta e mezza dopo è ora di piazzare il campo: gironzolo un po’ (mezz’ora e 3km) ed alla fine individuo un posticino nei pressi della foce del fiume…

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