Dìa02 Amposta – Xerta, 32km
Dovevo essere proprio cotto! Ho scritto due righe dopo cena ed alle 2200 ho spento la luce: ho aperto gli occhi poco prima di sentire la sveglia, alle 0600.
Avrò camminato pochino, ma alla fine il sole picchiava mica male e tutto lo sbattimento da sabato per arrivare fino qua… cmq eccoci belli riposati, si va!
Ma con calma, però! Partenza lenta alle 0645 dopo lunga manutenzione alle prime (grosse) vesciche: cominciamo bene! I mignoli (dita peraltro inutili) sono messi male, ma il meraviglioso Topionic che ho tenuto di riserva dall’anno scorso dirà la sua e li farà, speriamo, tacere!
Quindi via, attraversando il paesone neanche troppo addormentato, si va a bordeggiare il Canal de la Derecha del Ebro, che mi scorterà fino alla destinazione odierna: 30 e passa chilometri su sentiero principalmente in buon sterrato (alcuni tratti su asfalto, ma pochi), che scorre tra il poche volte visibile Ebro e questo canale artificiale che lo segue correndogli fedelmente a lato.
Si costeggiano dapprima le distese verde tenero delle risaie e poi fondi coltivati a pere, mele ed albicocche. Il tempo e la strada corrono veloci, ed alle 0900 il desiderio di mangiare si fa sentire (tutto chiuso, stamattina: mica ero a Barcelona!) ed uno stradino mi indica un bar 500 metri fuori dal cammino… ci arrivo: ovviamente chiuso! Vabbè tanto lo sapevo! Comunque ho bisogno di un pitstop vesciche, quindi… alle 0930 sono di nuovo sull’argine del canale, e si prosegue senza storia fino a El Raval de Jesus, accompagnati da un venticello insistente (a tratti pure troppo!) che non fa sentire il calor del sole.
Sono le 1030, quindi… colazione: bocadillo de jamon y chupo (nome locale della cerveza y limon, a quanto pare). Mooolto meglio. Pitstop vesciche e via, sono le 11 o poco più. A lato del canale le risaie lasciano il posto ai limoni, arance e mandorle… spesso si notano piccole costruzioni che nascondono le vecchie ruote dentate dei mulini per l’irrigazione. Le rondini giocano in cielo e a sfiorare il pelo dell’acqua, si vedono aironi bianchi e gabbiani, ballerine e qualche tortora come quelle di casa nostra. Sempre dritto e, superato anche Aldover (piccola sosta vesciche, comunque) si giunge a Xerta. Sono le 1330.
Prima le cose importanti: mangiare! Menù del dìa e birrone extra, grazie!
Ok, e adesso… pensavo di far la spesa per la colazione di domani, ma niente, tutto chiuso che oggi qua è festa!
Allora vado in cerca dell’albergo Assus di cui mi ha parlato il senor Jesus, quello di ieri… indovina? Si, è chiuso! Ma per fortuna una vicina mi indica la casa del paròn… sono le 1445, saranno in piena siesta ma… cazzi loro!
E infatti… ci mette il suo tempo, ma salta fuori una tipa che non sa niente (sarà la figlia?) ma che mi dà una matrimoniale, che, e ti pareva, c’è solo quella. Il posto più vicino per pernottare? solo a 26 chilometri da qui: che dite, mi fermo?
Lavato, bucato (sia le vesciche che i vestiti) ed eccomi qua, sono le 17, ormai…