Soave Loop Day02 Camposilvano _ San Martino B.A. km92 1243mD+

Si ronfa della grossa e senza sveglia: colazione dalle 08.00, quindi ce la prendiamo comoda.
Giù puntuali, spazzoliamo il buffet, carichiamo le bici e via che si va nel fresco del mattino (09.10).
La traccia tutta rotta che ieri, in salita, ci ha fatto sputare sangue scorre quasi facile tra una pinzata di freno e l’altra… ma via antivento e cazzi vari, che le terribili rampe per salire al rifugio Lausen ci aspettano!
Ultimo tratto impietoso in versione umili pedoni ed ecco il panoramico luogo incastonato tra i prati: peccato per l’umidità opprimente che ci priva della possibilità di spaziare sui dintorni (09.40 km04).
Torniamo sui nostri passi e, aperto il primo di innumerevoli cancelli, pedaliamo tra i pascoli delimitati dai lastroni di pietra e popolati da placide vacche ruminanti.
Dopo un verde tratto di hike-a-bike giungiamo a Parparo Vecchio per riprendere un po’ di asfalto (10.25 km08) e tornare poi su erba e ghiaia fino al rifugio malga Malera (10.50 km12): bello solcare i verdi altopiani punteggiati dal bianconero degli animali, i riflessi delle pozze ed il biancore delle lastre di pietra… parecchi gli escursionisti domenicali, ogni tanto un gruppetto di bici elettriche; sulle strade asfaltate che incrociamo rombano le auto e le moto.
Proseguiamo sulle bianche piste ghiaiate fino ad un ultimo pezzo massacrato dai lavori che ci scodella a SanGiorgio, orrendo complesso turistico da cui fuggire a gambe levate (11.00 km13,5).
Su quindi ancora tra i pascoli senza mai mollare verso la testa della valle ed il bivio per il rifugio Podestaria (11.45 km20,5): restiamo in quota circumnavigando a mezza costa fino ad alzarci al bivio rifugio Castelberto (12.05 km24,75), che raggiungiamo, sempre in salita, in breve (12.15 km26 950mD+).
Neanche da qui è possibile ammirare un buon panorama: umidità suprema, cielo basso e bianco… vabbè va, andiamo!
Batte la mezza e giù in discesa tra i gitanti domenicali: ghiaia, breve tratto d’asfalto, prati, veloci tornanti ed eccoci all’affollatissimo passo Fittanze, altro luogo da cui fuggire (12.55 km34)!
Ghiaia in salita a circumnavigare il Cornetto, sperone soprastante il passo coronato da un’ala di cemento armato: pare ci sia un ristoro, ma giunti al bivio sul lato opposto ce ne sbattiamo e ci buttiamo in discesa (13.25 km37,25): asfalto prima, poi giù su ghiaia ed in dieci minuti ancora asfalto precipite fino a Fosse, dove è ora di pausa pranzo (13.40 km44).
Tagliatelle ed una birra, caffè, sonnecchiare un po’ al sole che, finalmente, fa capolino… ed è ora di andare.
Ore 15.00 e giù, ma su asfalto, che la traccia originale prevede sterrato ma il sottoscritto ha bisogno di un break dai massaggi prostatici…
Un dente da superare in salita, qualche tratto in falsopiano ma, principalmente, giù a bomba: Fane (15.35 km56) e poi Negrar (15.45 km63) dove in breve torniamo in traccia tra viti e ciliegi.
All’improvviso eccoci sul lungoadige (16.10 km72) ed in quattro veloci chilometri siamo a Verona.
D’obbligo un paio di foto a Castelvecchio e ponte Pietra prima di lasciarsi alle spalle il capoluogo scaligero lungo strade secondarie: un bell’ultimo tratto gravel sospeso tra due rogge ci deposita sull’asfalto ad un chilometro da San Martino Buonalbergo (17.10 km91): pausa gelato, qualche colpo di pedale, caricare il furgone e via, verso casa!
Bel giro!

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