theDesertSessions day07 Tissint _ Tata, 71km 430mD

Pomeriggio di relax praticamente obbligato in hotel, dato che fuori non si resiste!
Sono l’unico ospite: turisti non se ne vedono, con queste temperature!
Giusto in piscina c’è qualche giovane locale, con cui faccio due chiacchiere mentre sto un po’ a mollo anch’io per riprendermi.
Poi lavo la mia roba, che si secca il tempo di fare una doccia, e mi sbatto in branda con un paio di bottiglie d’acqua.
Dormicchiando e cazzeggiando col telefono tiro le 20.00, quando scendo in paese a riempire la tanica: tre bambinetti mi aspettano al varco per scroccarmi una bibita… il dubbio c’è, macheccazzo, io una coca gliela prendo!
Corrono via felici, e va bene così, dai.
Serbatoio pieno e bottiglioni sul rack, torno in hotel per la mia cena esclusiva a bordo piscina: siamo ancora sui 40 gradi, cazzarola!
Tajine di pollo, riso, peperoni, pane, frutta: troppa roba, ma con calma riesco a finire quasi tutto.
Poi due chiacchiere col gestore, e concordiamo anche la colazione per le 06.00 di domani: bonne nuit!
Il sonno tarda a venire, e durante la notte esco un paio di volte a guardare il cielo: poi la sveglia suona, ed alle 06.00 la bici è carica e l’abbondante colazione è in tavola.
Tè, caffè, spremuta, pane, marmellata, frutta: pure troppo, ma vabbè dai!
Nei 70km odierni non son previste pause o punti ristoro: nonostante da Tissint a Tata si segua senza interruzioni la RN17 pochi sono i villaggi e, pare, nulle le possibilità di soste rigeneranti.
Via allora alle 06.40 subito sulla strada nazionale, in direzione sudovest, a costeggiare la colossale incisione dello uadi: sulla destra, il terreno entro cui scorre il letto del fiume è una sbiadita, piatta landa desolata, punteggiata da rare acacie e chiusa da scure dorsali all’orizzonte; sulla sinistra le scure creste venate di rocce e ricoperte di ghiaia sbarrano la strada verso il sud, obbligando la strada ad incunearsi tra ouadi e montagna.
Scarso il traffico, come mi aspettavo: solo qualche taxi ed un paio di corriere, con cui coincido al villaggio di Tighit (07.15 km11) e che poi scompaiono all’orizzonte.
Non direi che fa fresco, ma il sole è ancora oltre le montagne e posso azzardare di stare per un po’ senza camicia e cappello: l’asfalto è scorrevole e si procede rapidamente verso il villaggio successivo, Elkassaba, che rimane un po’ discosto sulla destra (07.30 km17) e che precede di poco il bivio per Akka Ighane (07.35 km20), da dove sarei potuto arrivare ieri se non avessi percorso la pista nel deserto.
Si continua ancora in moderata salita, mentre il sole fa capolino dalle creste alle mie spalle e l’aria inizia a scaldare: ogni tanto è già necessario dare una tirata dal bocchettone della tanica, la bocca e le narici sono già secche!
Raggiungo un primo passo (08.05 km29), siamo sui 750mslm, e mi godo una breve discesa perdendo un’ottantina di metri di quota: poi scivolo sul fondovalle e traverso lo oued (km41) per poi risalire con calma per un chilometro e giungere ad Akka Ighirene, anch’esso adagiato sulla mia destra (08.40 km42).
La salita continua e, dopo un ampio curvone a mezza costa, guadagno il “passo dei ripetitori” (09.15 km54 840mslm): non c’è ancora nulla di visibile all’orizzonte tremolante, ma la mia meta non è lontana, proprio là davanti!
Si scende lentamente, adesso, ma il paesaggio non cambia: distese sassose interrotte da fossi di sabbia, uadi, terrapieni, rade acacie. La verde macchia di un’oasi ogni tanto. Severe montagne a circondare l’orizzonte, dai colori plumbei tremolanti nel calore, sotto un cielo bianco e pesante, opprimente.
Il vento caldo soffia quasi gentilmente, rispetto al solito, ma non è comunque il benvenuto!
Nessuna sosta fin qui: anche camicia e cappello li ho infilati al volo, zigzagando sulla strada semideserta, ormai un’ora fa.
Ma ecco delle figure dalle lunghe zampe caracollare in uno sparuto boschetto di acacie: finalmente li posso vedere da vicino, i dromedari!
Mi fermo per fare qualche foto, invero sbrigativamente, e riparto, rendendomi conto che, cento metri dopo, il signore seduto “all’ombra”, con cui scambio un saluto, dev’essere il loro pastore (09.30).
La città è infatti vicina, e già da qualche chilometro ne vedo la skyline farsi più imponente: giungere alla periferia è ormai questione di poco, per fortuna!
Inchiodo davanti ad un bar col portico all’ombra, ed il signor Hassan mi porge una coca fresca: finalmente (09.50 km68)!
Trascorriamo un po’ di tempo a chiacchierare, mentre vengo ammonito ancora una volta, anche se bonariamente, sui pericoli di stare in strada durante questa torrida stagione.
Bè, direi che siamo d’accordo!
La buona notizia è che questo dovrebbe essere l’ultimo giorno di questa ondata di calore, e da domani le temperature dovrebbero tornare sotto i 40 gradi.
Ci spero proprio, monsieur!
Inch Allah!
Si sta bene al fresco, nel bar dagli alti soffitti, ma ormai, trovato un alloggio per la notte, è ora di raggiungerlo: 10.30 e si rimonta in sella per l’ultimo paio di chilometri, percorrendo il boulevard dove le varie botteghette ed attività sono ormai in fermento.
Mi fermo per comprare un paio di bottiglie d’acqua fresca e, ancora qualche colpo di pedale, eccomi a fare il turista al Relais des Sable, appena imboccata la RN all’uscita di Tata (10.40 km70).

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