Tuscany Trail (Loop) day03, Mucigliani _ Ponte a Rigo+, 128km 2249mD+

Alle 06:15 ci si sveglia con il cinguettio degli uccelli in quel del borgo di Mucigliani: la notte è stata tranquilla, solo a tratti una timida pioggerella ha tentato di impensierirci, ma senza gran risultati…
Sistemare il campo, pulire e lubrificare le bici, partire: 07:25 e si va.
Riprendiamo la via Lauretana dopo essere scesi dal borgo con panoramiche aperture sulle colline che ci circondano, le famose Crete Senesi.
Presto abbandoniamo la dorsale asfaltata per una veloce sterrata che scende decisa verso San Martino in Grania, punteggiata dagli storici casali dei poderi agricoli.
Ovviamente non serve ribadire che salite e discese si alternano in tipico stile Tuscany: discese scaldafreni e salite spaccagambe! Per fortuna il magnifico scenario in cui pedaliamo ci ripaga di ogni fatica.
Imbocchiamo a destra la via di Barbiano ed in breve un ponticello pedonale ci permette di scavalcare l’ampio canale e poi di sottopassare la strada per Siena, raggiungendo così il borgo di Cuna (08:20 13km), dominato da un imponente palazzo fortificato.
Piccola deviazione per fare colazione: falsa partenza e poi torniamo in statale verso Monteroni per fermarci al bar Capriccio e fare il pieno di zuccheri (08:35,16km).
Poco più di mezz’ora ed alle 09:10 si riparte per tornare sulla Via Francigena, dove, dopo i primi colpi di pedale, ritroviamo Adam l’australiano, che ieri ci ha salutato nei pressi di Santa Colomba dopo aver pedalato con noi più di mezza giornata.
Ormai un terzetto, seguiamo la Via che si snoda tra le colline ornate dai familiari cipressi; percorriamo per un attimo la strada asfaltata e, nei pressi di un casale che sembra più un castello, ci ributtiamo tra i campi seguendo una traccia veloce su terra dura ed incisa dai trattori, una pista divertente che scorre a lato della linea ferroviaria, tra i campi di grano che virano tra il biondo ed il verde: attraversiamo in un attimo Lucignano d’Arbia per proseguire, sempre su veloci strade bianche, ed arrivare a Buonconvento (10:00, km34): “Buonconvento, cattivi frati!” è il motto, molto toscano direi, che un signore mi offre come benvenuto in paese!
Breve sosta e si riparte subito sulla strada di Pieve a Salti, che vi lascio immaginare cosa possa significare: inizia asfaltata con due rampe micidiali sul 15-16% che mietono numerose vittime, poi diventa strada bianca che procede un po’ in quota prima di scendere ed entrare nel territorio di Montalcino (11:00, 45km), dove passiamo dalla bella strada bianca al nastro asfaltato bordato di ginestre e cipressi.
Ma è solo un attimo: ci ributtiamo subito tra i campi, ovviamente sempre in salita! Tratto brutale tra i silenziosi cipressi e poi un pezzo in bitume che conduce a San Giovanni d’Asso (11:15 48km).
Il bianco sterrato ci conduce attraverso un paesaggio da cartolina, per poi lasciarci sull’asfalto a 5km scarsi dall’ambita sosta: tiriamo un attimo il fiato, ma in breve la Francigena ritrovata passa sotto un ponte stradale e la conseguente risalita, molto dura (12:15  63km), ci porta tra gli ulivi fino all’entrata di San Quirico d’Orcia: sosta a rifiatare alla fontana posta all’entrata della città, poi si sale in curva sul bel ponte in mattoni rossi per fare ingresso in città (San Quirico d’Orcia, 12:25 65km).
Gironzoliamo un po’: ci sono bikers ovunque, tra bar, osterie e gelaterie… noi optiamo per una rapida spesa alla Coop e, individuata una bella pachina all’ombra sotto le mura, ci spariamo dei megapanini alla finocchiona, coche e frutta come da ordinanza.
Tre quarti d’ora sono sufficienti per rilassarsi e ritemprarsi un po’, ma alle 13:35 è ora di ripartire: un breve tratto d’asfalto e poi ancora sterrata, una strada bianca tra i colli di cui bisogna conquistare ogni singolo metro per arrivare a Pienza, inoltrandosi tra i muretti a secco che delimitano i campi di ulivi (14:30 77km). Un rapido giretto, pieno d’acqua alle borracce, ed in quindici minuti siamo pronti a ripartire.
14:45 and here we go, again!
Si scende dalla città di Pienza su sterrata abbastanza sconnessa e finalmente, intorno al 84mo chilometro, comincia un tratto in falsopiano, o quel che più simile sembra esser disponibile da queste parti, che ci permette di pedalare in modo decisamente più fluido e costante.
Una mezzoretta piacevole, insomma, ed ecco che ritroviamo il nastro di bitume (15:35 91km): seguiamo la strada ed una ventina di minuti sono sufficienti per arrivare al bivio per i guadi, dove si può scegliere se evitare lo sterrato sassoso e fangoso in caso di piena (15:55 98km)… vista la siccità e le temperature, come potete immaginare, ci buttiamo offoroad e, dieci minuti dopo e quasi 100km, il primo guado è praticamente in secca come previsto.
Passiamo facile spingendo la bici tra i grossi sassi sul greto del fiume striminzito, non smontiamo neanche per i guadi successivi, completamente secchi e, sorpresa!, dopo l’ultimo passaggio ci attende La Staffetta, un chiosco di birra ghiacciata per propiziare la salita successiva (16:25 103km)… sul culmine di una lontana e scoscesa collina, la torre di un antico borgo fortificato segna la nostra prossima meta!
La sosta all’ombra è d’obbligo, e la birra un nettare divino: solo dieci minuti, però, e leviamo le ancore… una breve illusione di asfalto per poi impennare e sterrare senza pietà sulla decisiva salita verso il covo di Ghino di Tacco!
L’erta maledetta non molla mai, e si rifiuta di scendere sotto il 9%: mentre Mario è in fuga solitaria, per Adam e me una sosta di dieci minuti per rabboccare liquidi e zuccheri si rende assolutamente necessaria prima dell’ultimo assalto(17:20 111km). Ancora un paio di maledetti chilometri verticali ed in breve eccoci ai piedi del borgo di Radicofani (17:40 113km): un ultimo strappo sulla bella via centrale lastricata ed eccoci in piazza San Pietro… di più alto, ovviamente, c’è solo la rocca di Ghino di Tacco, il bandito gentiluomo della via Cassia!
I riders sono, anche qui, intenti a gustarsi il giusto riposo, sotto forma di ombra, birre, gelati, sedie e panchine: per la maggior parte di loro questo borgo arroccato al termine di una delle più dure salite del Tuscany è la logica fine di tappa.
Non per noi che, tempo un enorme cono gelato, si riparte (18:20): due tornanti asfaltati e poi di nuovo sulla Cassia antica, dal fondo sbriciolato ed insidioso, ma con il conforto della pendenza favorevole. Bè, quasi sempre!
Giungiamo in breve a Ponte a Rigo, dove ha sede un ostello per i pellegrini della Francigena in cui anch’io ho trovato accoglienza nel 2017 (19:00 125km), e dove il giovane Michelangelo “si offre” di accompagnarci a pedali sugli ultimi chilometri, rapidi ed asfaltati, fino all’agriturismo Apollinare, dove gli amici del Team Aku ci attendono e dove ritroviamo anche Jean Baptiste (19:20,128km, 2249mD).
Scarichiamo le bici, rapida doccia, ed è già ora di cena: formaggi, salumi e marmellate, pappardelle e spezzatino al cinghiale, dolci, caffè ed amari… la serata trascorre veloce in buona compagnia, ed è ormai mezzanotte quando spostiamo i tavolini e stendiamo i sacchi a pelo sotto al portico: buonanotte!

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