Tuscany Trail (Loop) day04 Ponte a Rigo _ Orbetello, 108km 1588mD+
Apro gli occhi alle 05.45: la campagna circostante è coperta da una coltre di umidità che nasconde i contorni delle cose e deposita la sua patina sul sacco a pelo e sulle biciclette: mi concedo un’altra mezz’ora, tanto i numeri son dalla mia parte…
Infatti, terminati i preparativi e dopo un’abbondante colazione, il plotone Aku al completo si mette in movimento alle 08.15: breve tratto d’asfalto per scaldarsi e poi è tempo di Francigena… su e giù tra la nebbia, quindi!
Il gruppone procede spedito sulla ghiaia, tra la bruma che ovatta i fruscii dei copertoni e nasconde colli e campi: ritrovarsi zuppi double face è un attimo, ma per fortuna il sole prende forza ed alle 09:00, son circa 8km, la nebbia si alza e ci si può alleggerire del vestiario superfluo…
Si pedala in allegra compagnia, tra scherzi e battute, senza forzare il ritmo: ovviamente c’è da superare qualche strappo, ma rispetto a ieri è una passeggiata di salute… per ora!
Ma ecco il primo highlight della giornata: discesona sotto le pareti tufacee, allegro strappetto ed ecco il bel borgo di Sorano (09:45 25km), dove sostiamo un quarto d’ora.
Via in discesa tra le verticali rive di tufo, si risale tra gli ulivi ed ecco un veloce tratto asfaltato in discesa, che sicuramente avrà un prezzo: la prossima meta ormai in vista, infatti, decisa sterzata fuoristrada a destra e su abbestia nella fresca ombra della tagliata tufacea, tra grotte, cantine e capitelli. Un paio di tratti a spinta, il resto a pedali con le marce basse, e si perviene all’entrata della città ed all’ultimo ostacolo: la bella scalinata che si snoda verso l’alto, a guadagnare le strette stradine della Pitigliano vecchia.
Si spinge sotto il sole, insomma, ma in breve anche gli scalini finiscono ed è bello pedalare lentamente con il naso all’insù tra gli antichi vicoli che salgono verso l’alto o sprofondano verso la scarpata tufacea su cui il borgo è abbarbicato (10:45 37km).
Un po’ di foto, si riempiono le borracce, un cono gelato… il tempo passa veloce, ed è ora di ripartire: ovviamente in discesa, poi si risale ed ecco che si può perdere quota facilmente… meglio godersela, perché un cazzuto salilscendi nel bosco, tra roveri ombrosi e rocce tufacee, ci aspetta (ore 11:45, 46km).
Ancora a spingere a testa bassa per uscire dal bosco a mezza costa, su di un bel tratto sovrastante i pascoli, con lo sguardo aperto verso le colline alla nostra sinistra… qualche colpo di pedale ancora e raggiungiamo la sommità del colle: il gruppo si ricompatta, ed è tempo di discesa (12:10 50km)!
Giù tra i bei pascoli, accompagnati in campo aperto dai ritrovati cipressi: ma riecco i roveri, e non è una sorpresa dover salire ancora sulla bella pista sterrata nel folto del bosco, con qualche veloce discesa giusto per rifiatare un po’.
Sono le 13:00, 64km, il sole picchia ma l’ultima dura rampa è ormai alle spalle: riuniti sul crinale possiamo guardare verso SudOvest… la meta è vicina!
Ci buttiamo in discesa sulla pista polverosa ed in breve barattiamo la strada della Capriola per il nastro d’asfalto (13:20 67km): il gruppone si lancia, pregustando riposo e libagioni, ma bastano 4km per trovarsi di fronte alla dura realtà! Un’ultima salita pretende il suo tributo!
Sterrando e sbuffando tra i casali e le siepi, già avvertiamo il profumo di salsedine… guarda là, è il mare (74km)! Un chilometro più giù, al “Nido dell’Aquila”, capanno nel bosco sede di qualche gruppo di cacciatori, troviamo ombra ed acqua: il team si riunisce e si prepara allo sforzo finale. Un ultima rampa, un tratto asfaltato, ed ecco la salita che ci conduce lungo le mura del borgo: Capalbio, ore 14:20 77km.
Due foto e poi pensiamo alle cose serie: dov’è che si mangia?
Troviamo un’osteria con la cucina ancora aperta, uniamo i tavolini, e che siano pappardelle per tutti, oste della malora!
Le pause sembrano sempre trascorrere troppo veloci: bisogna tornare a sfidare la strada ed il caldo, però, che c’è un’impresa da concludere!
Ore 15:45 e si riparte: trenino sull’asfalto veloce e poi salite gratuite, anche cazzute, tanto per gradire… ma in quarantacinque minuti (16:30 93km) si scende nuovamente e definitivamente: ci si inoltra su singletrack nell’erba alta, tra i pascoli alle pendici di un colle, per guadagnare un viottolo lungo la strada ferrata dove il ritmo si fa più serrato: entriamo nella Riserva di Feniglia (16:40 km95), accolti dall’ombra dei grandi pini marittimi e dal loro profumo.
Si pedala sul morbido fondo, sabbioso e polveroso, tra le lame di luce che filtrano dalle chiome dei giganti verdi: un veloce singletrack ci porta sulla sponda sud della Laguna di Levante, già in vista dell’arrivo, poi è tempo di portare le bici sulla spiaggia (17:10 103km)!
Ancora qualche colpo di pedale nella bella pineta, poi un tratto asfaltato per poter percorrere il ponte che divide le due lagune ed entrare ad Orbetello, dove è tempo di festeggiare la conclusione di questa bella avventura (18:00 108km).