TdA day06 Albarracin _ Gallocanta 118,5km 1300mD+
Bello dormire in un letto, ogni tanto! Finestra spalancata sulla fresca notte della sierra e sul gorgogliare del Guadalaviar a conciliare il sonno. Ore 07.00 ed il cielo brontola: un quarto d’ora e la pioggia cade leggera tra le sierras mentre mi alzo, veloce toilette, preparo il materiale con l’idea di caricare la bici: no, el comedor è chiuso a chiave! Speriamo bene, va là… mi ributto in branda fino alle otto e vediamo: “aqui no madrugan”!
E invece, allo scoccare dell’ora, comedor aperto e colazione in tavola: uova, prosciutto, formaggio, zumo, cafè con leche y madalenas… olè!
Affardello la bestia, spazzolo tutto e via nell’aria frizzante, subito in discesa verso la plaza mayor e da qui alla carretera lungo il fiume (08.45 km00).
Lascio l’asfalto per un sentiero lungo il fiume (08.55 km03), per ritrovare la strada un chilometro dopo e seguire la corrente sulla sponda opposta.
Curvone, spiazzo a destra ed il sentiero stacca a sinistra: sale subito su fondo sassoso ma principalmente scorrevole (09.10 km07,5).
Raggiungo la parte alta della sierra (09.20 km08,5 1140mslm) per scendere un chilometro dopo sull’altro versante della valle e risalire lungo i pascoli (09.35 km11).
Il tratturo dirige evidentemente verso una grande, bianca fattoria sul colmo di un rialzo: il silenzio è assoluto, rotto solo dal pigolare delle quaglie e da lontano abbaiare dei segugi, mentre il vento porta il profumo dei campi di lavanda sottostanti (09.40 km12).
Si incrocia la carretera all’altezza di un grande allevamento di polli (09.55 km13km) per proseguire su pista fino all’evidentissimo cancello con segnale di STOP, che richiudo alle mie spalle (10.05 km15).
Dieci minuti tra stoppie ed arbusti ed anche il suo gemello è ben chiuso dietro la bici: pochi colpi di pedale ancora ed ecco una fattoria, rossa stavolta, circondata da stoppie e cardi, tra cui mi faccio largo.
Costeggio l’alambrada di un “coto de caza”, attraversando una steppa di erba ed arbusti fino ad un cancello dove cambio lato della recinzione, ma proseguo nella stessa direzione e con lo stesso panorama (10.40 km21).
Tratto veloce e in leggera discesa poi, giusto un paio di chilometri, si sale ancora verso la sommità della sierra dove, in corrispondenza di un ovile, al bivio piego a destra verso i ripetitori laggiu in fondo (11.00 km25).
Un quarto d’ora è sufficiente per guadagnare il nastro d’asfalto che porta alla plaza major de Pozondon, adorna di una buona fonte d’acqua, un bel portico all’ombra e di bar annesso, dove è ora di una radler
(11.15 km28 470mD+ _ 1400mslm)!
Si sta bene al fresco con una birretta!
Cambio traccia, azzero, riparto (11.40 km00 1410mslm) e si va seguendo i tralicci della corrente elettrica, dapprima in salita, poi giù in discesa fino al bivio del Barranco Cardoso (11.55+ km03,5), dove si solca un’altra vallata, si scende verso i ruderi rossi di un castello di cui resta solo un moncone di torre, si risale su pista sabbiosa rossa, verde, nera, ancora rossa, che poi scende.
La abbandono al km06,5, prima di uno sbarramento che forma una pozza sul rigagnolo che scorre a fondo barranca, per un sentiero sporco e quasi irriconoscibile a sinistra, che ovviamente sale.
Un paio di chilometri di erbacce, rovi, sassi, a dubitare della traccia, poi, finalmente (12.30 +km08,5), pista rossa, poi bianca, poi rossa che sale a bordeggiare una cava che contrasta con l’ambiente circostante.
Ma ecco un altro incrocio: via dritto in discesa, per poi tagliare a sinistra su altro singletrack sporco (12.40 +km10 1390mslm), ad agganciare altra pista parallela in discesa, proseguendo a scaletta… fino ad intercettare quasi a fondovalle la ciclabile Ojos Negros, che però su Komoot non c’è (12.50 +km12).
Un facile migliaio di metri dopo è già l’incrocio per Peracense (12.55 +km13), appena sopra il pueblo: io però giro verso sinistra, seguendo la carretera in salita, verso il castello che raggiungo abbastanza in fretta (13.15 +km15 1380mslm).
Qualche foto ma niente visita: già fatta nel 2021 durante Montañas Vacias, ed in più promette pioggia cattiva: vento freddo e forte, nuvoloni scuri, tuoni e lampi… via da qui!
Giusto quindici minuti tra foto e cazzeggio, poi giù veloce sull’asfalto amico fino a Rodenas, dov’è ora di pausa pranzo (13.35 +km18,5).
Rombano i tuoni, corrono le nubi, flagella il vento e, finalmente, piove.
Anzi, grandina.
Poi si scatena un temporale da manuale, che osservo tranquillamente da sotto la tettoia del ristorante (14.35).
Un’ora è passata, e pare aver dato fondo alle riserve d’acqua: su il goretex e provo a partire!
Esco dal pueblo nel vento freddo, solcando le strade allagate: la traccia tra i campi sembra un fiume! Resto sulla carretera per un po’, va là, mentre dalle sierras l’acqua scorre rossa a rivoli e ruscelli… e torna a piovere!
Ma è ora di lasciare l’asfalto per una pista resa pesante dalla bomba d’acqua (16.00 +km24,5): con lentezza, ma le ruote grasse permettono di procedere comunque… un paio di chilometri abbondanti e piego a destra verso la sommità, giungendo così sotto agli aeromotori del Parque eolico Sierra Menera (16.25 +km29) da cui mi butto sguazzante in discesa tra i numerosi siti di scavo: quasi a fondovalle, e ormai sotto al diluvio, attraverso la ciclabile Ojos Negros (16.35 +km33) e, superata una vecchia locomotrice e appoggiata la bici ad un muro, entro zuppo ed inzaccherato nel local social del pueblo di Sierra Menera… e nessuno batte ciglio (16.40 +km34)!
La partita a carte in corso non ammette distrazioni: appendo il gore gocciolante ad una sedia e mi godo un po’ di calduccio… poi la curiosità ha la meglio ed un paio di avventori attaccano bottone: ne approfitto per chiedere informazioni sul villaggio, passato da mille persone, un ospedale ed un cinema… ad un paio!
Neanche mezz’ora e mi rimetto in pista: al vecchio ospedale prendo la pista, lenta e gonfia d’acqua, che stacca a sinistra e conduce senza fallo ad El Pedregal… da cui torno indietro a recuperare il guanto perduto (17.35 +km43)!
Tre chilometri in più e rieccomi di nuovo al bivio oltre il pueblo, stavolta con entrambi i guanti!
Giù nel fango, su verso la sierra: si pedala pesante ma si procede, cercando proprio le superfici più scabre e sassose, che normalmente si evitano, per trovare il grip necessario a non slittare.
Scollino e scendo sull’altro versante (17.55 +km47,5), ma abbandono la comoda forestale all’altezza di uno spiazzo con croce e bivacco (18.10 +km51,5) dove mi butto a destra tra gli alberi su salita scassata, che fortunatamente spiana presto, slalomando tra i pini fino ad un campo arato, che attraverso a spinta per collegarmi ad una pista che scende tra il grano (18.20 +km53).
Finalmente via veloce… ad impantanarsi senza speranza in fondo ad una cunetta!
La bestia non si muove più, tipo mammoth nella sabbie mobili: dieci minuti almeno per riuscire a far girare le ruote, cambiare le marce e frenare… ed ovviamente l’asfalto è a cinque minuti (18.40 +km54,5)!
Intercetto la carretera proprio di fronte la lapide di Marco, giro a destra ed in un amen sono a Blancas, dove scrocco la canna dell’acqua a Don Alejandro (18.50 +km57)!
Lavaggio bici e borse, pulizia e lubrificazione trasmissione, collaudo, saluti: un salto al bar in piazza ma no, a me l’accesso al local social per dormire non lo danno, quindi adiòs, me voy!
Mentre pedalo oltre il pueblo, il campanile batte la mezz’ora: son rimasto qua anche troppo!
Via veloce e sono ormai sulla sommità della sierra, conteggio a +60km, dove il fango la fa da padrone: cinque chilometri e piego a destra (20.05 +km65), poi ancora a sinistra, parallelo a prima… un quarto d’ora ed ecco, laggiù in basso si vede la conca di Gallocanta (20.20 +km68).
Scendo di grinta sulla larga pista a Bello, dove mi fermo al bar El Silo per mangiare un paio di secondi e bere tre, quattro birre (20.30 +km72).
Si sta bene seduti al tavolino nel fresco della sera, ma bisogna andare: vorrei vedere la laguna al tramonto.
Imbocco il cammino rurale che costeggia la conca, pigolante di pennuti riuniti in gruppo per la notte imminente… in venti minuti raggiungo l’osservatoio, ma il sole è ormai basso dietro le creste ad ovest (22.00 +km80).
Mezz’ora ancora e della ermita della laguna si vede solo la sagoma: ormai è buio (22.30 +km86).
Ultimi chilometri alla luce del fanale della bici, giusto quel che serve per raggiungere Gallocanta: bar aperto, albergue chiuso… bevo una birra e dormo al parco giochi… notte (22.40 +km90 830mD+)!
