Coast2Coast Day02 Filottrano_Fiuminata, km84

Domenica 21 Aprile, Pasqua 2019

 

Riassunto di oggi: salite criminali e dove trovarle.
Mediamente sopra il 10%, con lunghe, o lunghissime, rampe del 15 o 18.
Su asfalto bombardato o sterrate in brecciolino o pietre, nella seconda parte spesso segnate da pesanti battistrada, fossi trasversali e rigole d’acqua.
Per converso, discese modalità Stuka in picchiata, che, su questo tipo di fondi…
Credo in assoluto la tappa più tecnica ed impegnativa mai affrontata, al limite del pedalabile.
Secondo me impraticabile per la maggior parte dei cicloturisti/viaggiatori o quel che è.
O forse sono una mezza sega.

Comunque, resoconto:
0730, mi giro dall’altra parte, 10 minuti e risorgo (è Pasqua!), scendo a prepararmi caffè e tè, fette biscottate ed una fetta di colomba, veloce toilette, manutenzione bici, distribuzione carichi e via!
0845 subito salita per tornare in centro a Filottrano, che attraverso per sbattermi giù dall’altro lato dell’altura e pervenire in breve ad una bella strada bianca (ore 0910, km59)
che già è nel mood binario della giornata: ripido su/ripido giù.
Bello il percorso tra i campi ed i casali, mentre, salendo, lo sguardo si amplia sempre di più. Guadagnato il crinale in contrada Santa Maria (ore 0940, km63); dove incrocio brevemente Sara e Giacomo, anch’essi a pedali; la strada procede in saliscendi per un po’, dando modo di godere un po’ di più del panorama: poi procede a sbalzi in direzione contrada Moie, contrada Paterno, e conduce al santuario del Santissimo Crocifisso, dal quale proviene la voce di un sacerdote officiante il mistero pasquale (ore 1040, km77).
Proseguo, in graduale discesa, verso Treia, che raggiungo dapprima in salita e poi circumnavigandone l’estesa cinta muraria: bel paesone medievale, dalle vie strette e lastricate, dalla balaustra della piazza offre un bel colpo d’occhio sulle Marche (ore 1100, km81).
Piccola sosta e si riparte, giù a bomba per 3km, per ritrovare una sterrata che scorre tra ulivi, roveri e campi d’aglio, in prevalente salita. Alle 1200, km90, giungo a quella che è segnata come fonte: è in secca ed un avviso “non potabile” toglie comunque un po’ di appeal. Da qui, giù in discesa ad intercettare la provinciale (ore 1225, km95) ed affrontare quella che fin qui è la salita più assurda della giornata, quella che conduce a Gagliannuovo: in piedi in verticale sul manubrio, posso contare i tacchetti del copertone mentre ruota, il tachimetro sotto i 4km/h. Anche qui, come già negli altri borghi, case imbrigliate da tiranti, putrelle e travi, probabili segni del terremoto di Norcia.
Supero il borgo e giungo a Cagnore (ore 1245, km97) da dove, 10 minuti ed 1km dopo, becco il bivio alla chiesetta di Biagi: ora di picchiare verso San Severino!
10 minuti e 3km, et voilà! La bella piazza del paese, dalla forma allungata (ore 1305, km101).
Sosta carboidrati: sono cotto!
Dall’altro lato della piazza, riecco Sara e Giacomo, che mentre saccheggio la vetrina delle pizzette di Pino’s, mi raggiungono per un gelato e due chiacchiere.
Loro ripartono, io mi sbrando su una panchina, da cui mi risollevo solo alle 1445, per uscire dal paese ed affrontare la parte veramente dura della giornata: pendenze assurde su fondo sterrato illegale per lunghezze da ergastolo.
Tutta salita, dapprima su asfalto, poi su strada bianca compatta, poi su ghiaia, poi su sassi, poi impreziosita da profonde incisioni di ruote o acqua… Alla faccia del risparmio, qua solo il meglio!
Dopo il primo tratto in bosco la vegetazione si apre e si giunge ai pascoli in quota: un toro bianco traversa il tratturo squadrandomi, mentre le sue vacche ruminano tranquille; un paio di maremmani mi abbaiano, ma non si impegnano più di tanto, e passo indenne senza nemmeno rallentare (grazie, se va bene vado a 6!)
Sempre su: al km 108 passo una malga abbandonata, credo quella indicata come “rudere” (ore 1550) poi, un po’ più su, inizia a cambiare la pendenza… un po’ si scende, un po’ si risale, per poi sbattersi giù su fondo tecnico fino all’abbandonato bivacco Manfrica (ore 1615, km110) e proseguire un po’ in falsopiano e poi in salita, sempre su fondo difficile, fino alla provinciale (ore 1640, km112). Vento teso e freddo, bel colpo d’occhio sulle valli sottostante, discesa scaldafreni su fondo finalmente accettabile: basta poco per ridare un po’ di allegria, eccheccazzo! 20 minuti e 5km ed ecco Sabbieta (ore 1700, km117) da cui si risale a Valle Vegenana (ore 1720, km120), dove la strada interrotta crea un attimo di perplessità, subito vinta per permettere di raggiungere in 10 minuti di picchiata kamikaze la statale (ore 1730, km123): da qui, avendo mancato, senza troppi rimpianti, il bivio indicato dalla guida, tiro lungo la principale, pedalando nella gola scavata dal fiume Potenza, fino a Pioraco (ore 1820, km133), famoso centro cartario dal XIV secolo, tuttora sede di un impianto della Fabriano.
Breve sosta ed ultimo strappo, lungo la riva del fiume, sino a Fiuminata (ore 1845, km138), dove la bici trova ricovero in chiesa ed io in asilo…

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