MediterraneanConnection2021 Day14 Zafrilla _ Beteta, 112km 2044mD
E niente, el fùtbol ruba l’attenzione e la mia drammatica entrata in scena fallisce miseramente.
Tanto vale berci su un paio di birre mentre dalla cucina arrivano, senza possibilità di scelta, insalata mista, salsiccia, bacon, lomo plancha con batatas y melon.
Cedo alla violenza e mangio tutto, mentre el partido Italia – Angleterra va ai rigori…
L’ampio portico della chiesa sarà la mia stanza da letto per stanotte: il vento ulula freddo e le cartacce mulinano impazzite, ma dopo una giornata del genere… bè, vedi tu!
Sveglia tardiva alle 07.30, superpulizia bici e solita routine, colazione basica e ringrazia il Signore che il bar abbia aperto alle 08.30, e via che si va.
Ore 09.00 e si esce dal pueblo già in salita, su buon asfalto: tre salite e tre discese et voilà (09.40 km8,5), Laguna del Marquesado.
Altra colazione, comunque basic pure qui, e dopo quindici minuti si riparte per Huerta, che segna il km13, cui segue Campillo Sierra (10.25 km19).
Ancora salita, poi discesa veloce percorrendo un canyon e si arriva a Valdemoro Sierra (10.50 km27 1100m).
Strade secondaria, poco traffico, buon fondo, si attraversa un bel bosco.
Si scollina una prima volta (11.20 km33,5 1300m), si scende e si passa un corso d’acqua, si risale e si scollina di nuovo (11.45 38km 1390m) per arrivare a Beamud (11.50 km39,5) che segna l’inizio del Parque Natural Serrania de Cuenca e dove troverò da mangiare!
No, tutto chiuso.
Eccheccazzo, ancora.
Evabbè, andiamo: ore 12.00 e invece di mangiare si riparte!
Dieci minuti (12.10 km45) ed arrivo al Molino ed al rio Jucar, per intercettare subito dopo la carretera principale (quota 1200m).
Un accenno di discesa, poi falsopiano, si costeggia un embalse ed ecco che si risale (12.30 km51 1200mslm) su bella secondaria che parte decisa, ma poi si fa più dolce, tra begli abeti e prati a pascolo.
Ormai in quota tra abetaie e praterie, si giunge ad un bivio che vede staccarsi dalla strada una bella pista forestale (13.00 km57 1390mslm): è l’occasione per una sosta sotto un pino.
Tiro fuori un pezzo di pane secco e del chorizo e poi ci sonnecchio un po’ su.
Ore 14.00 e si riparte facile sulla pista morbida e veloce in divertente falsopiano.
Poco più di mezz’ora (1435 km63 1550m) e si scende: dieci minuti e, in una grande radura, un numeroso branco di cervi bruca tranquillo.
Giusto qualche attimo, poi si accorgono di me e fuggono di gran carriera.
Si risale ed in breve si arriva al bel rifugio del XXX (ops, non l’ho appuntato!), spazioso con brande in legno e caminetto.
Ancora sulla bella forestale ed ecco il punto più alto, 1688mslm, ore15.30 km74,7.
Signori, si scende.
Mezz’ora e son quasi 300 metri di dislivello persi (16.00 km82 1400mslm) quando umbocco la carretera che mi deposita in breve al Camino de la Vaquerizas, che si rivela avere il fondo peggiore di oggi, con la sua predominante componente sabbiosa che tende a strapparti di mano il manubrio.
Mezz’ora ancora e mi ritrovo a pedalare un altipiano desolato, con gli abeti ridotti a monconi, mentre un teso vento freddo continua ad imperversare: la discesa che segue è ovviamente tecnica e, dopo aver tagliato una strada, la pista mi conduce a Santa Maria del Val (17.17 km100,5 1179mslm) dove non stupisce trovare un altro bar chiuso. Ennesima birra rinviata.
Ancora salita, ancora discesa ed ecco El Tobar (18.05 km108 1150mslm): ultimo strappo in salita e finalmente ecco Beteta (18.20 Km112).
I bar sono chiusi, sì, tutti e tre, ma trovo una stanza alla Casa Rural de la Hoz (ore 18.40).
Ore 20.00: dopo aver lavato tutti i miei indumenti tranne quelli puliti che indosso, ben docciato e ciabattato è ora di cercare da mangiare.
Bar non pervenuti, ristoranti chiusi anch’essi: totale 6 locali su 6 chiusi.
Non male, direi.
Risultato: torno alla pensione, prendo la bici, torno al Tobar, sceneggiata napoletana nell’unico bar ristorante ancora aperto ed ottengo un panino ed una birra.
Esticazzi, però!
Altri tre chilometri in salita e da Casa Castilla torno alla mia stanza.
Uff! Basta per oggi!