MediterraneanConnection2021 Day13 La Puebla+ _ Zafrilla, 119km, 2674mD

Oggi è Domenica: giornata corta che mi riposo, lavo le robe, sistemo il diario, bevo qualche birra…
Mmm, solo l’ultima!

Nel mio comodo bivacco la notte scorre tranquilla: esco però tre volte tra un sonno e l’altro ad osservare il grandissimo e meraviglioso cielo della sierra… spettacolare!
Le stelle visibili sono molte di più di quelle cui siamo abituati nelle nostre città rilucenti di corrente elettrica: la via lattea, in particolare, credo di averla vista così solo sull’Atlante…
La sveglia avviene comunque come sempre ma, ehi! è domenica, quindi mi godo il tepore del sacco a pelo fino alle 07.00.
Poi solita routine: smonto, arrotolo, affardello, pulisco, lubrifico… faccio colazione con due pastine semipolverizzate e mezzo litro di tè comprato ieri sera ed eccoci in partenza!
Otto e mezza, subito in salita dura su fondo grossolano o sabbioso, cielo bianco ed umidità a mille, sto sgocciolando già dai primi dieci minuti: via anche la camicia, che si muore!
Salita dura, ma davvero, che impone un tratto hike-a-bike (modo figo dei bikepacker per dire scendi-e-spingi), illusoria discesa, rinnovata salita e finalmente spiana alle 09.10 km4,7 quando siamo sui 1700mslm di quota (il bivacco non oltre i 1400 direi).
Altri dieci minuti e alle 09.20 km5,7 1726mslm il sentiero sbuca sulla già conosciuta carretera 2520, che mi ha portato nei pressi del monte qualche giorno fa.
Causa la terribile umidità, però, niente aperture panoramiche sui monti e sulle sierras, ma solo vapori bianchi e colori smorti… che peccato!
Venti minuti d’asfalto rigeneranti e poi (09.40 km9 1815m) riecco lo sterrato, che risale le piste da sci alla volta della cima: tre quarti d’ora su fondo a tratti scorrevole, altre più tecnico o meno pedalabile, ma comunque, con un gran giro attorno al monte, alle 10.25 km15,8, si perviene alla cima del Pico Javalambre, 2028mslm.
Il vento qui è libero di soffiare a tutta forza, e si sente! Bè, per lo meno mi asciuga di dosso il sudore: sono fradicio!
Solo dieci minuti, però, che giù subito a bomba (ma sempre con mucho cuidado) nel panorama lunare, per poi risalire (11.15 km24 1700m) e continuare a colpi di su e giù fino al Collado el Buey (11.50 km27,7 1780m): da qui discese tecniche su fondo sempre vario ma sempre  variamente impegnativo… sabbia, ghiaia, pietre di tutte le misure impediscono di guardarsi troppo attorno!
Perdo quindi un po’ di quota e giungo al bivio per Riodeva (12.05 km32,5 1500m), sempre tra grandi scenari aridi pennellati di canyon, campi e masie.
Si continua a scendere, su pista forestale scaldafreni, slalomando senza sosta sul fianco della sierra: quasi la una ed ancora non si vede la fine (12.55 km46, 1200m)!
Ma eccoci, era ora!, a Torrebaja (13.40, km58, 732mslm) dopo aver perso un bel 1300 metri di quota, e si sente!
L’umidità è ancora più atroce, ed il caldo non perdona: la prima cerveza y limòn neanche la sento!
Comunque è l’ora giusta per un buon menù qui a Casa Emilio, quindi zampe sotto la tavola con un’altra birretta e aspetto aprano la cucina.
Mangio con calma, rinnovo le scorte d’acqua ed il boss mi regala due bottiglie da un litro e mezzo, consigliandomi di berle giù al fiume mentre aspetto faccia meno caldo: ha ragione lui!
Ore 15.30, tentativo abortito di partenza, sterza tutto e giù al rio a prendere il fresco (o meno caldo, dai): una bottiglia evapora in fretta, con l’altra ci vado più piano.

Conteggio Day13 Part01 ore 13.40, km58, 1139mD.

 

Un’ora basta, però, che bisogna pedalare: azzero i contatori e, ore 16.30, on the road again!
Dieci minuti e passo Los Santos, paese fantasma da dove imbocco l’ombrosa Riberas del Ebron, percorso lungo un torrente che mi conduce a Castielfabib (17.10 km9 890mslm), costruito su un costone roccioso tra due gallerie, ed El Cuervo (17.20 km12) dal quale la salita si fa dapprima dura e poi in piedi, sul 12_14% como menos!
Un quarto d’ora a sputare sangue e poi (17.35 14km 1050mslm ) si passa da asfalto a sterrato, ma un po’ più dolce, siamo sul 8_10% e quindi mi posso riposare!
Seeee, como no!
Quota 1200mslm, km16, finalmente spiana e scende cattiva: le mezze misure non sono di casa, da ste parti,  poco ma sicuro!
Ritrovo la strada asfaltata (18.15 1168mslm km20) e giù a bomba ad Alobras (18.30 23,5km) dove, alla faccia delle info, è tutto chiuso: bar restaurante, casa rural e alojamientos… sento l’odore della mia giornata facile che se ne va!
Ore19.00: ho battuto il pueblo palmo a palmo, ma nada, è ora di tornare in pista ed il temporale incombe… mi sa che arriverà prima lui di me!
Subito in salita su bell’asfalto, vento freddo e rombo di tuoni: ore19.20 1300m 27km, un biker in senso contrario mi ferma poco prima di scollinare, scambio di info (riassunto: tutto chiuso, non si mangia, niente acqua sulle sierras) saluti ed auguri e via, lui scende io salgo e scollino.
Via come un treno ma eccolo, 29km 1430mslm, il temporale è stato più veloce di me!
Neanche tiro fuori il gore, anzi, e mi godo l’acqua fresca e le bordate di vento, stando ben attento a dove metto le ruote: dura comunque poco e, ora di giungere al bivio con la mulattiera (20.05, 1166m km41) è ormai finito.
Faccio il punto e riparto in salita pesante a muso duro sul fondo sassoso, ma dopo il primo tratto non si pedala più: quota 1270m 42,80km
hike-a-bike fino qua, al momento di rimontare in sella mi rendo conto di aver perso una borraccia… cazzo!
Son rimasto con un solo litro, pensare a quanto ho faticato per risparmiarle fin qua ste due borracce, che me le tiro dietro da stamattina!
Ok. Motivo in più per muoversi.
Lo scorbutico sentiero risale il costone di un canyon, verde ed ombroso, poi le pareti si allontanano e la valle si apre.
Quota 1320m, 43,5km: il sentiero spiana? No, fa finta.
La sierra è bagnata, spazio alla prateria in quota, sentiero pesante, fangoso: giù con grande attenzione, le ruote impaccate di rossa argilla faticano a tenere.
Si risale ancora: 20.45, di nuovo sui 1400m con 45km sul contatore, più di così non si può, sono sulla sommità della sierra, da quel che vedo.
Allora giù tra gli alberi, sul fondo scivoloso scolpito dai fuoristrada ed intagliato dalle acque; solco un paio di pascoli animati dalle capre e mi ributto nel bosco sempre più scuro, ma sento odore di fondovalle e di arrivo… percorro un sinuoso e verde barranco, scolpito da un gorgogliante arrojo: ormai arrivo al fondo, dai che ci siamo!
Invece no.
Un’ultima svolta ed un paretone mi si erge davanti: dal fondo della barranca la mulattiera risale duro, tagliando il costone.
Una raffica di sanguinose bestemmie e sono pronto a ripartire: dai, cazzo!
La pendenza è forte, il fondo ignobile: parallelo al terreno, punte delle scarpe a scalinare come sul ghiaccio, conquisto un fottuto metro alla volta.
Dopo il primo tornante posso riprendere a pedalare, ma è solo alle 22.00 che il sentiero spiana: 1450m, 58km, son tornato sul tetto boscoso della sierra.
Tra pascoli e foresta, dieci minuti di folle discesa rischiarata solo dal faro della bici per piombare a fondovalle: esco dal folto e sulla sinistra, poco più in basso, mi appare un presepe di luci… evvai!
Un ultimo affondo ed ecco, finalmente, Zafrilla.
Cerco la Iglesia, trovo il bar: entro stravolto, coperto di fango, tatuato ed a petto nudo e chiedo una cerveza.
Ma c’è la finale della EuroCopa, e passo inosservato.
Che delusione!

Conteggio Day13 Part02 ore 22.10, km61, 1535mD

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