CMSB day06 Monti Mannu _ Su Zurfuru -> San Benedetto 35km+ 1036mD

Sabato 07 Gennaio

La sveglia suona alle 07.00, ma per decidermi ad abbandonare il calduccio sotto le coperte servono dieci minuti: è scuro, qui nel folto del bosco, ma dopo colazione e solita routine, chiudo anche il cancello alle mie spalle e, ore 08.20, sembra quasi giorno… si può andare!
Di nuovo sulla comoda forestale nel bosco fresco ed umido, giungo in breve ad un impianto idrico dove la carrabile diventa mulattiera (08.45 km02,5) e, ancora cinque minuti, ecco il bivio Muru Mannu.
Allo scoccare dell’ora e del terzo chilometro, una passerella metallica garantisce il passaggio alla riva destra del riu Cannisoni: si sale, dapprima su roccioso sentiero tra i lecci, poi su spogli gradoni di granito che impennano sempre più, fino ai 600 metri di quota dello sperone  cui si giunge ormai su tre appoggi (09.35 km04,5).
Gran panorama selvaggio che spazia tra picchi, boschi, torrenti e forre.
Si traversa in quota e si torna tra i lecci, per poi scendere su logica cresta rocciosa, che necessita attenzione e piede sicuro, e che porta alla notevole Piscina Irgas, pozze e cascata incastonate tra le scoscese pareti di granito (09.50 km05).
Da qui basta passaggi “tecnici”, ma una bella pista tra i corbezzoli su cui si guada, con tre balzi, il rio d’Orridda per attraversare la valle resa magica dai vapori esalati al primo sole (ore 10.00).
Si torna a salire lungo la pietrosa mulattiera lasciando la valle (10.10 km06): alcuni bivi, ben segnalati, per giungere a quello di Perda Niedda, dove la traccia spiana e poi impenna nuovamente (11.00 km10).
Ancora un chilometro per giungere a Sa Tellura, edificio minerario diroccato vigilato da un’imponente quercia (11.15 km11 mslm815): si scende, dapprima morbido poi, al bivio successivo, più deciso in un cupo tunnel di lecci muscosi nel canale Perdu Marras, che si abbandona per risalire poi, su burbero ed ombroso sentiero arato dai cinghiali (11.40 km13) al bivio di Punta Manna e Pinna Perda (12.00 km14,75) da cui si sale ancora.
Il bosco si fa ora più chiaro e rado ed è stato evidentemente ripulito di recente, com’è testimoniato dalle fascine di rami ordinatamente disposte tra gli alberi lungo il sentiero: si scavalca il crinale ed il tracciato confluisce in una larga mulattiera che conduce in discesa alla miniera di Arenas (1215 km16).
Finalmente in campo aperto tra la macchia lo sguardo si allunga verso le sabbiose pendici degli scavi: ecco in breve il manto d’asfalto ed il primo edificio del villaggio minerario abbandonato di Arenas (12.25 km16,5).
Gironzolo un attimo tra le case sprangate e recintate, per poi tornare sui miei passi e trovare un muretto al sole dove mangiare un panino: alle mie spalle il vecchio pozzo Lerhaud, di fronte gli scavi della miniera (12.35  km17).
Purtroppo il sole svanisce in fretta, coperto dalle nuvole: zaino in spalla e si riparte allo scoccare dell’ora.
Complice una certa fretta ed uno sguardo distratto alla carta, lascio la direzione correttamente prescelta per continuare a seguire le indicazioni del cammino, dimentico del fatto che, dal 2017, sono state aggiunte alcune tappe intermedie… e indovina?
Dimentico anche Strava in pausa, visto che ci sono, per ricordarmene solo trascorsa mezz’ora dopo aver raggiunto e visitato, diciamo anche abusivamente, l’ennesima grande struttura mineraria (13.30 +1km almeno, direi).
Dal piazzale di manovra dell’impianto è ora discesa su comoda carrareccia, che poi spiana e risale (13.45 km19 +1), rispiana e poi scende forte su rampa cementata e torna definitivamente mulattiera sterrata e sassosa al bivio delle miniere Serrau (13.55 km19,5 +1).
Si prosegue fino a giungere ad una zona di caprili prima ed ovili poi (14.10 km21 +1) seguiti da un impianto idrico: il gorgogliare delle acque e le evidenti opere idrauliche segnalano l’inizio del Sentiero delle Sorgenti.
Ora la pista si fa decisamente comoda, e porta all’ennesimo cantiere con annesso piazzale e scarico di detriti (14.30 km22,5 +1), dopo la cascata del Pubusinus: credo di poterla vedere dalla parte opposta dello stretto tornante ma così non è, data la folta vegetazione che la nasconde agli sguardi dall’alto… solo se ne ode lo scroscio sulle rocce sottostanti.
Seguo quindi, sempre in leggera discesa, la comoda camionabile che serviva questa zona mineraria, tenendo sulla destra il riu Pubusinus rumoreggiante sotto di me e, spesso a fargli compagnia, il tintinnare dei campanelli delle capre al pascolo.
I monti attraversati oggi sono ormai alle mie spalle mentre esco da questa ultima valle sul tracciato serpeggiante a mezza costa: dopo l’ennesima curva una grossa cittadina mi si para di fronte… ma non dovrebbe esserci (15.10 km26 +1)!
Controllo la carta, non ho abbastanza area utile; l’app di navigazione è un lenzuolo bianco solcato da una traccia verde; Strava mostra dei fantasmi di vie, ma sufficienti a fare il punto: Fluminimaggiore??? Cazzo, completamente fuori strada!
Ci metto poco a capire, ma ormai è fatta: seguo fino al parcheggio della miniera Su Zurfuru (15.20 km26,5 +1), la strada n126 Iglesias-Oristano è ora evidente sotto di me.
Rifaccio il punto ed i calcoli con calma: sono ad almeno 15km (oppure 18, dipende) dalla destinazione prevista!
Non c’è tempo da perdere: scendo fino alla provinciale, 500 metri più sotto, cambio marcia e comincio a macinare chilometri (15.30 km27 +1 strada n126).
Ogni tanto passa un’auto  e tento senza convinzione la fortuna, inutilmente: io però punto tutto sull’autobus di linea da Bugerru ad Iglesias!
Nella stretta gola la luce cala in fretta, porca miseria, devo muovermi!
Inaspettatamente un furgone frena, ma il conducente mi mi avvisa: si ferma due chilometri dopo (16.40 Km33,5 +1). Figurati, son già due in meno, grazie mille!
Cinque minuti e mi lascia ad uno spiazzo ed ecco, oltre la curva, il torpedone blu e rosso!
Tempismo perfetto: balzo in mezzo alla strada, sbracciandomi, ed in un amen son seduto in prima fila a chiacchierare con autista e controllore!
Gentilissimi mi lasciano in dieci minuti appena oltre il bivio per il villaggio: da qui son un paio di chilometri, me la cavo con poco (16.50)!
Ma faccio un chilometro scarso ed il signor Torre afferma: tu vai a San Benedetto, sali!
Sissignore! Obbedisco!
La prima casa del paese è proprio la Posada del Cammino: ore 17.00, e chi ci sperava?

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